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Green Energy: Sustainability and Environmental Impact – Interview to Cristian Randieri, President & CEO of Intellisystem Technologies
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Green Energy: Sustainability and Environmental Impact – Interview to Cristian Randieri, President & CEO of Intellisystem Technologies

Le aziende presenti sul mercato devono ormai fare i conti con concetti quali la sostenibilità e l’impatto ambientale, dimostrando ai propri clienti che anche loro propongono prodotti o soluzioni ‘green’ oltre a dimostrare di seguire al proprio interno procedure e politiche coerenti.

E’ indubbio che oggigiorno molte aziende presenti sul mercato debbano fare i conti con concetti quali la sostenibilità e l’impatto ambientale, dimostrando ai propri clienti che anche loro propongono prodotti o soluzioni ‘green’ oltre a dimostrare di seguire anche al proprio interno procedure e politiche coerenti. Diversamente correrebbero il rischio di perdere quote di business a favore di concorrenti più virtuosi. Modificare le proprie abitudini generalmente richiede un cambio di mentalità che non sempre è di semplice attuazione e che in aggiunta richiede investimenti economici rilevanti; tutto ciò potrebbe frenare questo tipo di cambiamento oppure limitare l’azione a una semplice attività di marketing con qualche annuncio sulla carta, nonostante i casi di successo non manchino. A conferma dell’importanza di questi argomenti, lo scorso dicembre la Commissione Europea ha pubblicato un pacchetto sull’economia circolare (http:// europa.eu/rapid/press-release_IP-15- 6203_it.htm) che prevede una serie di azioni per la chiusura dei cicli nei processi produttivi e nel ciclo di vita dei prodotti e dei servizi, con ricadute misurabili in termini di aumento delle percentuali di riciclo/riuso e di benefici tangibili per ambiente ed economia. Facciamo il punto con Cristian Randieri, president & CEO di Intellisystem Technologies (www.intellisystem.it), Guido Porro, amministratore delegato di Dassault Systèmes Italia ed EuroMed (www.3ds.com/it), Paolo Ellero, product manager di Ghisalba (www.ghisalba. com), Giancarlo Soro, country manager di Lexmark Italia (www.lexmark.com/ it_IT), Sophie Borgne, marketing director industry BU di Schneider Electric (www. schneider-electric.it/it/), Mauro Cappellari, business developer Critical Power di Socomec (www.socomec.it). 

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Di seguito si riporta l’estratto dell’Intervista riguardante le risposte date da parte del Presidente e CEO Cristian Randieri

1) Pensando al prodotto o servizio che offrite al mercato, in che modo questi rientrano nella classificazione di ‘Green Energy’?

Cristian Randieri: La crisi economica ci ha fatto prendere coscienza che facendo leva sull’innovazione è possibile adottare politiche di sviluppo sostenibile per il futuro del nostro pianeta. Intellisystem Technologies da diversi anni produce e integra soluzioni ad hoc per il mondo green energy basandosi sulle più moderne tecnologie che rappresentano lo stato dell’arte dell’innovazione. La nostra filosofia si basa sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture e sull’ecosostenibilità. Per molti il fattore ambientale è visto come un ostacolo allo sviluppo, per noi invece è un elemento centrale e un importante fattore di crescita. Per questo continuiamo a investire nello sviluppo di soluzioni e prodotti ecosostenibili. Puntiamo sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture, sull’ecosostenibilità, e sull’attenzione all’ambiente. Di fatto i nostri prodotti si basano sul concetto di ‘green networking’ che, dal punto di vista industriale, si traduce in una maggiore integrazione, riduzione delle distanze, più automazione e di conseguenza diminuzione dei costi di esercizio. Tutto questo ci permette di offrire soluzioni moderne sempre più a favore di una maggiore sostenibilità e redditività per i nostri clienti che adottano le nostre tecnologie. La nostra filosofia di prodotti si basa sulla riduzione dello spreco di energia in ambito industriale, basti pensare, ad esempio, ai lunghi periodi di inattività dei vari dispositivi di networking durante le ore in cui le aziende non lavorano, o allo spreco di energia legato alla lunghezza dei cavi. Qualsiasi switch di rete industriale è progettato per supportare sino a 100 m di cavo, quando in media i segmenti sono di 5-10 m. In questo contesto il nostro team di ricerca e sviluppo sta lavorando su una soluzione che permetterà agli switch industriali di rilevare la lunghezza dei cavi di rete e di conseguenza regolare i consumi energetici. Grazie a questa soluzione contiamo di ridurne sino al 60% il consumo di energia elettrica. Ma non solo, nel caso degli switch industriali PoE contiamo di poter ottimizzarne il consumo di energia con meccanismi di time scheduling che disattivino il sistema PoE quando i dispositivi ad esso interconnessi non sono in uso, per esempio nelle ore notturne o durante i weekend. Per il resto puntiamo molto sugli strumenti moderni prettamente informatici che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale (ossia l’IoT, i Big Data e il Cloud Computing), poiché siamo convinti che la vera rivoluzione green non riguarderà solamente il settore delle nuove tecnologie hardware ma bensì si focalizzerà sempre più su quelle software che permetteranno di ottimizzare l’intera catena progettuale, produttiva e logistica, oltre a ridurre costi e consumi.

2) Come valutate la capacità o sensibilità verso i temi ambientali da parte dei vostri clienti diretti?

Intellisystem Technologies ha sempre messo in prima linea la sostenibilità ambientale, nella profonda convinzione che non sia in contrasto con le altre attività di business, e questo risultato va a riconoscere gli sforzi che sono stati fatti nel corso degli anni. Da diverso tempo per fortuna anche in Italia, la sensibilità ambientale è sempre più marcata, sia a livello di utenti finali sia di imprese. Di fatto i nostri clienti mostrano decisamente di apprezzare i nostri piani di sostenibilità unitamente ai nostri prodotti e soluzioni green. Proprio di recente a partire da un’analisi interna aziendale abbiamo condotto un mini studio in merito alla risposta dei nostri clienti in termini di sensibilità alle nostre iniziative green. I risultati ottenuti hanno evidenziato una maggiore propensione a spendere di più nei prodotti e servizi green a patto che il ritorno d’investimento sia più a medio termine che a lungo. Infatti dato il perdurare dell’instabilità dei mercati limita gli investimenti a quelli che possano essere ammortizzati in meno di 5 anni. Parimenti abbiamo notato una maggiore attenzione dei nostri clienti verso i prodotti green a patto che questi siano di qualità superiore rispetto ai sostituti grey. Altri parametri importanti sono emersi dalla nuova visione di green marketing visto come investimento strategico su cui impostare la propria strategia aziendale nel fregiarsi di adottare soluzioni e prodotti green ed ecosostenibili. In conclusione vorrei mettere in risalto l’importanza della comunicazione che ancora oggi dal punto di vista del cliente non riesce a mettere bene a confronto i prodotti green da quelli grey. I nostri clienti in generale ci richiedono sempre maggiori certificazioni e una pubblicità comparativa più spinta. Il problema purtroppo è che ancora oggi, dal punto di vista del cliente, non è facile distinguere una ‘certificazione’ corretta tra la moltitudine di marcature green presenti nel mercato. Quindi al cliente non resta altro che acquisire informazioni attingendo da varie fonti tra cui il web in cui la confusione è massima.

3) Pensando al prodotto o servizio che offrite al mercato, in che modo questi rientrano nella classificazione di ‘Green Energy’?

La crisi economica ci ha fatto prendere coscienza che facendo leva sull’innovazione è possibile adottare politiche di sviluppo sostenibile per il futuro del nostro pianeta. Intellisystem Technologies da diversi anni produce e integra soluzioni ad hoc per il mondo green energy basandosi sulle più moderne tecnologie che rappresentano lo stato dell’arte dell’innovazione. La nostra filosofia si basa sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture e sull’ecosostenibilità. Per molti il fattore ambientale è visto come un ostacolo allo sviluppo, per noi invece è un elemento centrale e un importante fattore di crescita. Per questo continuiamo a investire nello sviluppo di soluzioni e prodotti ecosostenibili. Puntiamo sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture, sull’ecosostenibilità, e sull’attenzione all’ambiente. Di fatto i nostri prodotti si basano sul concetto di ‘green networking’ che, dal punto di vista industriale, si traduce in una maggiore integrazione, riduzione delle distanze, più automazione e di conseguenza diminuzione dei costi di esercizio. Tutto questo ci permette di offrire soluzioni moderne sempre più a favore di una maggiore sostenibilità e redditività per i nostri clienti che adottano le nostre tecnologie. La nostra filosofia di prodotti si basa sulla riduzione dello spreco di energia in ambito industriale, basti pensare, ad esempio, ai lunghi periodi di inattività dei vari dispositivi di networking durante le ore in cui le aziende non lavorano, o allo spreco di energia legato alla lunghezza dei cavi. Qualsiasi switch di rete industriale è progettato per supportare sino a 100 m di cavo, quando in media i segmenti sono di 5-10 m. In questo contesto il nostro team di ricerca e sviluppo sta lavorando su una soluzione che permetterà agli switch industriali di rilevare la lunghezza dei cavi di rete e di conseguenza regolare i consumi energetici. Grazie a questa soluzione contiamo di ridurne sino al 60% il consumo di energia elettrica. Ma non solo, nel caso degli switch industriali PoE contiamo di poter ottimizzarne il consumo di energia con meccanismi di time scheduling che disattivino il sistema PoE quando i dispositivi ad esso interconnessi non sono in uso, per esempio nelle ore notturne o durante i weekend. Per il resto puntiamo molto sugli strumenti moderni prettamente informatici che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale (ossia l’IoT, i Big Data e il Cloud Computing), poiché siamo convinti che la vera rivoluzione green non riguarderà solamente il settore delle nuove tecnologie hardware ma bensì si focalizzerà sempre più su quelle software che permetteranno di ottimizzare l’intera catena progettuale, produttiva e logistica, oltre a ridurre costi e consumi.

4) Come valutate la capacità o sensibilità verso i temi ambientali da parte dei vostri clienti diretti?

Intellisystem Technologies ha sempre messo in prima linea la sostenibilità ambientale, nella profonda convinzione che non sia in contrasto con le altre attività di business, e questo risultato va a riconoscere gli sforzi che sono stati fatti nel corso degli anni. Da diverso tempo per fortuna anche in Italia, la sensibilità ambientale è sempre più marcata, sia a livello di utenti finali sia di imprese. Di fatto i nostri clienti mostrano decisamente di apprezzare i nostri piani di sostenibilità unitamente ai nostri prodotti e soluzioni green. Proprio di recente a partire da un’analisi interna aziendale abbiamo condotto un mini studio in merito alla risposta dei nostri clienti in termini di sensibilità alle nostre iniziative green. I risultati ottenuti hanno evidenziato una maggiore propensione a spendere di più nei prodotti e servizi green a patto che il ritorno d’investimento sia più a medio termine che a lungo. Infatti dato il perdurare dell’instabilità dei mercati limita gli investimenti a quelli che possano essere ammortizzati in meno di 5 anni. Parimenti abbiamo notato una maggiore attenzione dei nostri clienti verso i prodotti green a patto che questi siano di qualità superiore rispetto ai sostituti grey. Altri parametri importanti sono emersi dalla nuova visione di green marketing visto come investimento strategico su cui impostare la propria strategia aziendale nel fregiarsi di adottare soluzioni e prodotti green ed ecosostenibili. In conclusione vorrei mettere in risalto l’importanza della comunicazione che ancora oggi dal punto di vista del cliente non riesce a mettere bene a confronto i prodotti green da quelli grey. I nostri clienti in generale ci richiedono sempre maggiori certificazioni e una pubblicità comparativa più spinta. Il problema purtroppo è che ancora oggi, dal punto di vista del cliente, non è facile distinguere una ‘certificazione’ corretta tra la moltitudine di marcature green presenti nel mercato. Quindi al cliente non resta altro che acquisire informazioni attingendo da varie fonti tra cui il web in cui la confusione è massima.

5) Di questi tempi, in molti casi, usare l’aggettivo ‘green’ è quasi un passaggio obbligato nelle iniziative di marketing se si vuole rimanere sul mercato. Quali sono le vostre esperienze in merito e, se presenti, quali sono i misurabili che aiutano a dimostrare un reale orientamento della vostra offerta?

Sono convinto che per adottare un piano di marketing che faccia leva sul concetto ‘green’ occorrano delle azioni ben specifiche. Nel caso nostro, la strategia vincente consiste nell’impostare il marketing in modo tale che i nostri clienti possano trarre vantaggi reali in termini di raggiungimento di obiettivi che a medio termine si possano tradurre in una riduzione concreta dei costi energetici. Quando mettiamo a punto una nuova strategia di green marketing siamo molto attenti nell’analizzare tutti i fattori che possano portare al successo puntando alla realizzazione di prodotti e soluzioni che possano rispondere alle esigenze reali del mercato sia nel breve sia nel lungo termine. Gli investimenti che proponiamo ai nostri clienti sono sempre economicamente sostenibili poiché scaturiscono da un’attenta analisi della concorrenza già esistente. La nostra esperienza ci insegna che il green marketing vincente si basa sul giusto trade-off tra soluzioni rispettose dell’ambiente ed economicamente convenienti. Puntiamo sempre sulla qualità dei nostri prodotti perché siamo convinti che sia l’unico modo per rimanere in gioco e per vincere la competizione quando il prezzo dei prodotti ‘green’ sarà più ragionevole o la capacità di giudizio delle aziende sarà più matura. Prima di lanciare qualsiasi strategia di green marketing facciamo riferimento a ricerche sia qualitative sia quantitative condotte sia in Italia sia all’estero. Per noi è infine molto importante che tutti in azienda, dal livello più basso ai vertici, abbiano voce in capitolo e che prendano parte al processo strategico-decisionale. Alla domanda “quali sono i principi fondamentali e le linee guida da seguire per creare un piano di green marketing di successo” rispondo che è importante riferirsi sempre al concetto di green che è relativamente ancora nuovo per molte imprese e quindi molti passi devono ancora essere fatti per rendere i nostri clienti sempre più consapevoli che un investimento in soluzioni green è un investimento valido con un ritorno a medio e lungo termine a favore dell’economia aziendale e della sostenibilità. Sono convinto che un’iniziativa finalizzata alla promozione della sostenibilità è uno dei fattori fondamentali per veicolare nuovi prodotti e servizi alle imprese e di conseguenza coinvolgerle in un progetto che sia ecosostenibile. Il marketing in un contesto di crisi economica come quella che stiamo vivendo, e di cambiamenti climatici, non può prescindere dalla customer satisfaction e dai risultati breve e medio periodo eliminando prassi molto diffuse definite con il termine ‘greenwashing’, operazione di mera facciata che di fatto in concreto non porta ad alcun effetto positivo sull’ambiente.

6) Succede a volte che alcune società siano molto attive nel realizzare prodotti, soluzioni o fornire servizi ‘green’ per i propri clienti e si dimentichino di applicare lo stesso approccio in casa propria. Quali sono le vostre esperienze in merito?

Siamo molto sensibili alle tematiche che riguardano: la responsabilità sociale, l’etica di impresa e la green economy. Siamo fortemente convinti che adottare internamente alla nostra azienda comportamenti responsabili dal punto di vista ambientale e sociale ci può consentire di competere realmente sul nostro territorio, ma anche e soprattutto all’estero. Con un dipartimento di ricerca e sviluppo sempre all’avanguardia in merito alle nuove tecnologie che riguardano il settore dell’automazione, della sicurezza e dell’IoT in genere, siamo i primi a investire nella sperimentazione di queste nuove tecnologie e metodologie sperimentandone in prima persona tutti i pro e i contro. Tengo a ribadire che oggi offrire nuove soluzioni e servizi green significa in primo luogo investire in ricerca e sviluppo. Per noi la vocazione green non rappresenta solo un’opportunità da cogliere ma è soprattutto un’occasione per la nostra azienda stessa. Progettare green significa anche operare in modo efficiente gestendo materie prime ed energia con un significativo risparmio di risorse e denaro. Dimostrare che un prodotto è sia amico dell’ambiente sia a consumo energetico minore (meno inquinante) rispetto all’analogo della concorrenza, costituisce per noi un fattore chiave per far leva sul marketing, così come investire nel benessere della comunità in cui si opera conferisce alla nostra azienda maggiore credibilità unitamente a una solida reputazione.

7) Di questi tempi, in molti casi, usare l’aggettivo ‘green’ è quasi un passaggio obbligato nelle iniziative di marketing se si vuole rimanere sul mercato. Quali sono le vostre esperienze in merito e, se presenti, quali sono i misurabili che aiutano a dimostrare un reale orientamento della vostra offerta?

Sono convinto che per adottare un piano di marketing che faccia leva sul concetto ‘green’ occorrano delle azioni ben specifiche. Nel caso nostro, la strategia vincente consiste nell’impostare il marketing in modo tale che i nostri clienti possano trarre vantaggi reali in termini di raggiungimento di obiettivi che a medio termine si possano tradurre in una riduzione concreta dei costi energetici. Quando mettiamo a punto una nuova strategia di green marketing siamo molto attenti nell’analizzare tutti i fattori che possano portare al successo puntando alla realizzazione di prodotti e soluzioni che possano rispondere alle esigenze reali del mercato sia nel breve sia nel lungo termine. Gli investimenti che proponiamo ai nostri clienti sono sempre economicamente sostenibili poiché scaturiscono da un’attenta analisi della concorrenza già esistente. La nostra esperienza ci insegna che il green marketing vincente si basa sul giusto trade-off tra soluzioni rispettose dell’ambiente ed economicamente convenienti. Puntiamo sempre sulla qualità dei nostri prodotti perché siamo convinti che sia l’unico modo per rimanere in gioco e per vincere la competizione quando il prezzo dei prodotti ‘green’ sarà più ragionevole o la capacità di giudizio delle aziende sarà più matura. Prima di lanciare qualsiasi strategia di green marketing facciamo riferimento a ricerche sia qualitative sia quantitative condotte sia in Italia sia all’estero. Per noi è infine molto importante che tutti in azienda, dal livello più basso ai vertici, abbiano voce in capitolo e che prendano parte al processo strategico-decisionale. Alla domanda “quali sono i principi fondamentali e le linee guida da seguire per creare un piano di green marketing di successo” rispondo che è importante riferirsi sempre al concetto di green che è relativamente ancora nuovo per molte imprese e quindi molti passi devono ancora essere fatti per rendere i nostri clienti sempre più consapevoli che un investimento in soluzioni green è un investimento valido con un ritorno a medio e lungo termine a favore dell’economia aziendale e della sostenibilità. Sono convinto che un’iniziativa finalizzata alla promozione della sostenibilità è uno dei fattori fondamentali per veicolare nuovi prodotti e servizi alle imprese e di conseguenza coinvolgerle in un progetto che sia ecosostenibile. Il marketing in un contesto di crisi economica come quella che stiamo vivendo, e di cambiamenti climatici, non può prescindere dalla customer satisfaction e dai risultati breve e medio periodo eliminando prassi molto diffuse definite con il termine ‘greenwashing’, operazione di mera facciata che di fatto in concreto non porta ad alcun effetto positivo sull’ambiente.

8) Succede a volte che alcune società siano molto attive nel realizzare prodotti, soluzioni o fornire servizi ‘green’ per i propri clienti e si dimentichino di applicare lo stesso approccio in casa propria. Quali sono le vostre esperienze in merito?

Siamo molto sensibili alle tematiche che riguardano: la responsabilità sociale, l’etica di impresa e la green economy. Siamo fortemente convinti che adottare internamente alla nostra azienda comportamenti responsabili dal punto di vista ambientale e sociale ci può consentire di competere realmente sul nostro territorio, ma anche e soprattutto all’estero. Con un dipartimento di ricerca e sviluppo sempre all’avanguardia in merito alle nuove tecnologie che riguardano il settore dell’automazione, della sicurezza e dell’IoT in genere, siamo i primi a investire nella sperimentazione di queste nuove tecnologie e metodologie sperimentandone in prima persona tutti i pro e i contro. Tengo a ribadire che oggi offrire nuove soluzioni e servizi green significa in primo luogo investire in ricerca e sviluppo. Per noi la vocazione green non rappresenta solo un’opportunità da cogliere ma è soprattutto un’occasione per la nostra azienda stessa. Progettare green significa anche operare in modo efficiente gestendo materie prime ed energia con un significativo risparmio di risorse e denaro. Dimostrare che un prodotto è sia amico dell’ambiente sia a consumo energetico minore (meno inquinante) rispetto all’analogo della concorrenza, costituisce per noi un fattore chiave per far leva sul marketing, così come investire nel benessere della comunità in cui si opera conferisce alla nostra azienda maggiore credibilità unitamente a una solida reputazione.

9) Pensando al prodotto o servizio che offrite al mercato, in che modo questi rientrano nella classificazione di ‘Green Energy’?

La crisi economica ci ha fatto prendere coscienza che facendo leva sull’innovazione è possibile adottare politiche di sviluppo sostenibile per il futuro del nostro pianeta. Intellisystem Technologies da diversi anni produce e integra soluzioni ad hoc per il mondo green energy basandosi sulle più moderne tecnologie che rappresentano lo stato dell’arte dell’innovazione. La nostra filosofia si basa sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture e sull’ecosostenibilità. Per molti il fattore ambientale è visto come un ostacolo allo sviluppo, per noi invece è un elemento centrale e un importante fattore di crescita. Per questo continuiamo a investire nello sviluppo di soluzioni e prodotti ecosostenibili. Puntiamo sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture, sull’ecosostenibilità, e sull’attenzione all’ambiente. Di fatto i nostri prodotti si basano sul concetto di ‘green networking’ che, dal punto di vista industriale, si traduce in una maggiore integrazione, riduzione delle distanze, più automazione e di conseguenza diminuzione dei costi di esercizio. Tutto questo ci permette di offrire soluzioni moderne sempre più a favore di una maggiore sostenibilità e redditività per i nostri clienti che adottano le nostre tecnologie. La nostra filosofia di prodotti si basa sulla riduzione dello spreco di energia in ambito industriale, basti pensare, ad esempio, ai lunghi periodi di inattività dei vari dispositivi di networking durante le ore in cui le aziende non lavorano, o allo spreco di energia legato alla lunghezza dei cavi. Qualsiasi switch di rete industriale è progettato per supportare sino a 100 m di cavo, quando in media i segmenti sono di 5-10 m. In questo contesto il nostro team di ricerca e sviluppo sta lavorando su una soluzione che permetterà agli switch industriali di rilevare la lunghezza dei cavi di rete e di conseguenza regolare i consumi energetici. Grazie a questa soluzione contiamo di ridurne sino al 60% il consumo di energia elettrica. Ma non solo, nel caso degli switch industriali PoE contiamo di poter ottimizzarne il consumo di energia con meccanismi di time scheduling che disattivino il sistema PoE quando i dispositivi ad esso interconnessi non sono in uso, per esempio nelle ore notturne o durante i weekend. Per il resto puntiamo molto sugli strumenti moderni prettamente informatici che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale (ossia l’IoT, i Big Data e il Cloud Computing), poiché siamo convinti che la vera rivoluzione green non riguarderà solamente il settore delle nuove tecnologie hardware ma bensì si focalizzerà sempre più su quelle software che permetteranno di ottimizzare l’intera catena progettuale, produttiva e logistica, oltre a ridurre costi e consumi.

10) Come valutate la capacità o sensibilità verso i temi ambientali da parte dei vostri clienti diretti?

Intellisystem Technologies ha sempre messo in prima linea la sostenibilità ambientale, nella profonda convinzione che non sia in contrasto con le altre attività di business, e questo risultato va a riconoscere gli sforzi che sono stati fatti nel corso degli anni. Da diverso tempo per fortuna anche in Italia, la sensibilità ambientale è sempre più marcata, sia a livello di utenti finali sia di imprese. Di fatto i nostri clienti mostrano decisamente di apprezzare i nostri piani di sostenibilità unitamente ai nostri prodotti e soluzioni green. Proprio di recente a partire da un’analisi interna aziendale abbiamo condotto un mini studio in merito alla risposta dei nostri clienti in termini di sensibilità alle nostre iniziative green. I risultati ottenuti hanno evidenziato una maggiore propensione a spendere di più nei prodotti e servizi green a patto che il ritorno d’investimento sia più a medio termine che a lungo. Infatti dato il perdurare dell’instabilità dei mercati limita gli investimenti a quelli che possano essere ammortizzati in meno di 5 anni. Parimenti abbiamo notato una maggiore attenzione dei nostri clienti verso i prodotti green a patto che questi siano di qualità superiore rispetto ai sostituti grey. Altri parametri importanti sono emersi dalla nuova visione di green marketing visto come investimento strategico su cui impostare la propria strategia aziendale nel fregiarsi di adottare soluzioni e prodotti green ed ecosostenibili. In conclusione vorrei mettere in risalto l’importanza della comunicazione che ancora oggi dal punto di vista del cliente non riesce a mettere bene a confronto i prodotti green da quelli grey. I nostri clienti in generale ci richiedono sempre maggiori certificazioni e una pubblicità comparativa più spinta. Il problema purtroppo è che ancora oggi, dal punto di vista del cliente, non è facile distinguere una ‘certificazione’ corretta tra la moltitudine di marcature green presenti nel mercato. Quindi al cliente non resta altro che acquisire informazioni attingendo da varie fonti tra cui il web in cui la confusione è massima.

11) Di questi tempi, in molti casi, usare l’aggettivo ‘green’ è quasi un passaggio obbligato nelle iniziative di marketing se si vuole rimanere sul mercato. Quali sono le vostre esperienze in merito e, se presenti, quali sono i misurabili che aiutano a dimostrare un reale orientamento della vostra offerta?

Sono convinto che per adottare un piano di marketing che faccia leva sul concetto ‘green’ occorrano delle azioni ben specifiche. Nel caso nostro, la strategia vincente consiste nell’impostare il marketing in modo tale che i nostri clienti possano trarre vantaggi reali in termini di raggiungimento di obiettivi che a medio termine si possano tradurre in una riduzione concreta dei costi energetici. Quando mettiamo a punto una nuova strategia di green marketing siamo molto attenti nell’analizzare tutti i fattori che possano portare al successo puntando alla realizzazione di prodotti e soluzioni che possano rispondere alle esigenze reali del mercato sia nel breve sia nel lungo termine. Gli investimenti che proponiamo ai nostri clienti sono sempre economicamente sostenibili poiché scaturiscono da un’attenta analisi della concorrenza già esistente. La nostra esperienza ci insegna che il green marketing vincente si basa sul giusto trade-off tra soluzioni rispettose dell’ambiente ed economicamente convenienti. Puntiamo sempre sulla qualità dei nostri prodotti perché siamo convinti che sia l’unico modo per rimanere in gioco e per vincere la competizione quando il prezzo dei prodotti ‘green’ sarà più ragionevole o la capacità di giudizio delle aziende sarà più matura. Prima di lanciare qualsiasi strategia di green marketing facciamo riferimento a ricerche sia qualitative sia quantitative condotte sia in Italia sia all’estero. Per noi è infine molto importante che tutti in azienda, dal livello più basso ai vertici, abbiano voce in capitolo e che prendano parte al processo strategico-decisionale. Alla domanda “quali sono i principi fondamentali e le linee guida da seguire per creare un piano di green marketing di successo” rispondo che è importante riferirsi sempre al concetto di green che è relativamente ancora nuovo per molte imprese e quindi molti passi devono ancora essere fatti per rendere i nostri clienti sempre più consapevoli che un investimento in soluzioni green è un investimento valido con un ritorno a medio e lungo termine a favore dell’economia aziendale e della sostenibilità. Sono convinto che un’iniziativa finalizzata alla promozione della sostenibilità è uno dei fattori fondamentali per veicolare nuovi prodotti e servizi alle imprese e di conseguenza coinvolgerle in un progetto che sia ecosostenibile. Il marketing in un contesto di crisi economica come quella che stiamo vivendo, e di cambiamenti climatici, non può prescindere dalla customer satisfaction e dai risultati breve e medio periodo eliminando prassi molto diffuse definite con il termine ‘greenwashing’, operazione di mera facciata che di fatto in concreto non porta ad alcun effetto positivo sull’ambiente.

12) Succede a volte che alcune società siano molto attive nel realizzare prodotti, soluzioni o fornire servizi ‘green’ per i propri clienti e si dimentichino di applicare lo stesso approccio in casa propria. Quali sono le vostre esperienze in merito?

Siamo molto sensibili alle tematiche che riguardano: la responsabilità sociale, l’etica di impresa e la green economy. Siamo fortemente convinti che adottare internamente alla nostra azienda comportamenti responsabili dal punto di vista ambientale e sociale ci può consentire di competere realmente sul nostro territorio, ma anche e soprattutto all’estero. Con un dipartimento di ricerca e sviluppo sempre all’avanguardia in merito alle nuove tecnologie che riguardano il settore dell’automazione, della sicurezza e dell’IoT in genere, siamo i primi a investire nella sperimentazione di queste nuove tecnologie e metodologie sperimentandone in prima persona tutti i pro e i contro. Tengo a ribadire che oggi offrire nuove soluzioni e servizi green significa in primo luogo investire in ricerca e sviluppo. Per noi la vocazione green non rappresenta solo un’opportunità da cogliere ma è soprattutto un’occasione per la nostra azienda stessa. Progettare green significa anche operare in modo efficiente gestendo materie prime ed energia con un significativo risparmio di risorse e denaro. Dimostrare che un prodotto è sia amico dell’ambiente sia a consumo energetico minore (meno inquinante) rispetto all’analogo della concorrenza, costituisce per noi un fattore chiave per far leva sul marketing, così come investire nel benessere della comunità in cui si opera conferisce alla nostra azienda maggiore credibilità unitamente a una solida reputazione.

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Tavola Rotonda – Automazione Oggi N. 391 (Giugno-Luglio 2016), pubblicata da M. Santovito.

Per scaricare l’Intervista pubblicata sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/it/portfolio/ao-giugno-luglio-2016

How to Defend Against Drones - Intellisystem Technologies - Randieri HD

Come difendersi dai droni

Sono tecnologicamente avanzati, ma hanno anche un lato oscuro che molti sottovalutano: i droni possono essere impiegati per violare la privacy altrui o commettere reati. Ecco come difendersi da queste insidie nascoste.

I droni, anche conosciuti come UAV, sono velivoli senza un pilota umano a bordo. Nati negli ultimi anni come arma tattica militare, i droni trovano oggi innumerevoli applicazioni nel campo industriale e civile: dall’aerofotogrammetria fino all’analisi termica di impianti industriali e alla vigilanza di sicurezza. Il loro volo è controllato da un pilota a terra mediante un controller remoto. Vi è un’ampia varietà di forme, dimensioni, configurazioni e caratteristiche di un drone; ma tutti vengono pilotati mediante segnali in radiofrequenza. Il mercato mondiale degli UAV cresce vertiginosamente ogni giorno, infatti, appaiono nel mercato nuovi modelli a favore della loro riduzione di costo tanto che oggi è possibile comprare un drone al costo di uno smartphone controllandone il volo mediante una semplice app. Di fatto i droni commerciali sono facili da reperire, facili da pilotare, possono essere facilmente adattati per trasportare pesi (e quindi dispositivi elettronici) volando ad un’altitudine estremamente bassa. Sicuramente un incubo per tutti coloro che sino ad oggi avevano inteso la protezione dello spazio aereo come un compito da condurre attraverso operazioni militari che prevedano il lancio di missili intercettori. La diffusione costante e continua dei droni può essere vista come una cosa positiva. C’è però da tener presente che in alcuni casi un loro utilizzo improprio può creare dei problemi. Non tutti infatti sono disposti ad avere oggetti volanti sopra le proprie teste, o sopra le proprietà private, oggetti pilotati da sconosciuti e oggi in grado di effettuare riprese video. A rigore di cronaca, ricordiamo come già nel 2013, durante un comizio, la cancelliera Angela Merkel si sia trovata a tu per tu con un drone non autorizzato atterrato a pochissimi metri dal palco. In quel caso il drone montava a bordo solamente una telecamera, ma la sua presenza ha colto tutti di sorpresa destando molto stupore e un’allerta da parte del personale addetto alla sicurezza. Più recentemente a Washington D.C. addirittura un appassionato di droni è riuscito a farne atterrare uno all’interno dei giardini della Casa Bianca, scatenando ovviamente innumerevoli reazioni dei servizi segreti. Il cattivo utilizzo dei droni commerciali ha sollevato grandi preoccupazioni anche sulla privacy delle persone più comuni in quanto la maggior parte di questi sono dotati di telecamere che possono invadere la privacy dei cittadini, scattando foto e video di persone e proprietà. Ma non solo, i droni sono sempre più usati per scopi criminali quali ad esempio il contrabbando, gli attentati terroristici e per raccogliere informazioni su qualsiasi luogo o persona si desideri. Tutto ciò sta creando anche problemi di carattere legale ed, in alcuni casi, è anche sfociato in eventi violenti.

Drone cattura drone

“LA MINACCIA RAPPRESENTATA DA QUESTI PICCOLI VELIVOLI APPARENTEMENTE INNOCUI STA CRESCENDO, FACENDO SCOPRIRE ALLA POPOLAZIONE IL GRANDE POTENZIALE DI QUESTA TECNOLOGIA“

Addirittura, negli Stati uniti, si sta pensando di promulgare una legge che permetta e autorizzi i cittadini di abbattere i droni che volano su aree private, qualora il proprietario senta violata la propria privacy. Ma non solo. Sempre negli USA è in atto un altro tentativo di regolamentare e dare la possibilità ai privati di difendersi dai droni usati per motivi professionali. Un consorzio di società che gestiscono la privacy ha messo a punto un servizio che, attraverso un sito internet con accesso gratuito consente, una volta registratisi, di creare un’area geografica off-limits per i droni, una sorta di nofly- zone. Una volta stabilita la zona di non sorvolo le aziende consorziate aggiornano i piani operativi di volo dei sofisticati droni che vengono usati da aziende per motivi lavorativi, implementando al loro interno tutte le aree vietate alla loro presenza. In Italia, è ormai noto il recente Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, ad opera dell’enAC, che ha inasprito le sanzioni e introdotto, tra l’altro, l’obbligo dei para-eliche per i droni al di sotto dei 300 grammi. Questa nuova normativa è solamente il primo passo verso una regolamentazione più ferrea dell’utilizzo dei droni. Accanto alle contromisure normative non mancano quelle tecnologiche definite col termine “operazione anti-Drone”. Il primo compito di un’operazione anti-Drone consiste nella sua individuazione: questa fase, usando il gergo militare, tecnicamente si definisce come “Surveillance & Target Acquisition”. Pur essendo molto piccoli, anche i mini-droni non sono invisibili ai radar ed emettono radiazioni termiche dai motori ed onde acustiche dalle eliche.

Aquila cattura drone - Intellisystem

Possono inoltre essere individuati attraverso contromisure elettromagnetiche capaci di captare il link video o di comando e controllo, consentendo in molti casi di determinare anche la posizione esatta del pilota. Una volta intercettato il drone è possibile tracciarne le sue traiettorie di volo e, nel caso fosse necessario, attaccarlo mediante la produzione di onde elettromagnetiche capaci di interferire con il suo funzionamento. Partendo dalla considerazione che tutti droni commerciali sono generalmente costruiti con componenti standard le cui frequenze tipiche per il controllo remoto e il link video sono sempre le stesse (più esattamente 433MHz, 900-915 MHz, 1,3 GHz, 2,4 GHz e 5,8 GHz), è molto semplice mettere in atto contromisure definite col termine di “jamming” che interrompano il collegamento radio fra il drone e il pilota. I jammers (o disturbatori di frequenze) sono degli strumenti utilizzati per inibire le trasmissioni in radiofrequenza storicamente progettati e prodotti per scopi militari e per le Forze dell’ordine in quanto, l’interruzione delle comunicazioni in un largo raggio, costituiva una valida protezione da criminali e terroristi. Alcuni, per esempio, sono stati anche destinati per inibire l’uso di detonatori per esplosivi controllati a distanza. Esistono diversi tipi di jammer, a seconda degli impieghi e degli scopi per cui si deve operare.

Jammer Multifrequenza - Intellisystem

In base al tipo di utilizzo, il jammer funziona a diverse frequenze rilasciando nell’ambiente onde radio che hanno il solo scopo di “sovrastare”, e quindi disturbare e bloccare, i segnali di trasmissione tra il drone ed il suo operatore. Considerando che alcuni droni integrano a bordo un dispositivo GPS e sono dotati di una funzione “return to home” che si attiva automaticamente nel caso si interrompa il collegamento con il pilota, dopo aver provocato un’interferenza, sarebbe anche possibile seguire il drone che fa ritorno al punto da cui è decollato, permettendo quindi di localizzare anche il pilota. Da notare che le recenti versioni di jammer anti drone presenti in commercio hanno la forma di un vero e proprio fucile ad onde elettromagnetiche che, grazie alla direttività delle antenne che integrano, provocano un disturbo selettivo indirizzato solamente verso l’oggetto che punta, nel nostro caso, appunto il drone. Sfortunatamente in Italia non esiste una normativa che, in favore della privacy, permetta l’utilizzo di qualsiasi forma di jammer poiché, in base agli Art. 340, 617 e 617 bis del Codice Penale, viene punito l’uso e l’installazione di questi sistemi. Quindi non ci rimane che aspettare del tempo sino a quando il legislatore non decida di regolamentarne l’utilizzo anche nel nostro paese così come viene fatto nel resto del mondo.

“PUR ESISTENDO SVARIATE CONTROMISURE È D’OBBLIGO UN APPROCCIO PRUDENTE SULLE NORMATIVE ASSOCIATO AD UN METODO PRAGMATICO DI APPLICAZIONE DELLA LEGGE PER TUTTI COLORO CHE IGNORANDO LE REGOLE METTONO IN PERICOLO GLI ALTRI”

Di contro esistono anche delle contromisure definite anti-jammer che danno la possibilità di rilevare l’esistenza di interferenze provocate dai jammer permettendo la loro individuazione. Oppure, i più esperti piloti di drone, possono sfruttare barriere come alberi o monumenti per evitare di essere intercettati. Le contromisure cinetiche, ovvero tutte quelle iniziative che prevedono l’abbattimento fisico del drone, a parte quelle che prevedono l’utilizzo di proiettili e missili, sono per ovvi motivi quasi sempre da escludere. I possibili danni derivanti da queste tecniche su un centro abitato sono facilmente immaginabili. Esistono però alternative cinematiche più mirate e proporzionate che allo stesso tempo sono alquanto stravaganti. Di seguito passeremo in rassegna quelle che oggi vanno più di moda tra cui alcune davvero molto bizzarre. Il drone che abbatte il drone, ad esempio, scaturisce dall’imitazione degli apparecchi volanti anti-drone già impiegati dalla polizia di Tokyo. Infatti, un gruppo di studenti della Michigan Tech university, guidata dal professore Rastgaar, ha messo a punto un prototipo di Octocottero radiocomandato in grado di individuare e disinnescare la minaccia dei droni che si siano introdotti nel proprio spazio aereo. Ribattezzando questa caccia all’intruso come la moderna “falconeria robotica”, è stato dimostrato come l’octocottero possa catturare qualunque drone nel raggio di oltre 15 metri lanciandogli una rete che lo intrappola e che di conseguenza lo fa precipitare a favore del suo recupero.

Fucile Drone Jammer

Un’altra soluzione, già da diverso tempo impiegata nei penitenziari americani, negli stadi e negli uffici governativi, prevede l’utilizzo di particolari percettori acustici ad altissima sensibilità che si attivano all’avvicinarsi di un drone, avvertendo il personale di sorveglianza. Questi speciali sensori sono stati recentemente utilizzati per vigilare sulla Maratona di Boston. Infine, concludiamo la rassegna con il metodo più ecologico che possa esistere, quello che prevede l’utilizzo di falchi ed aquile specificamente addestrati per intercettare i droni e catturarli come se fossero una loro preda. Come si può immaginare la fantasia dell’uomo è stesso sorprendente. Pensando alle possibili contromisure secondo queste ultime tecniche di difesa, non ci resta che immaginare scenari di risposta che prevedano una vera e propria battaglia tra droni in cui il drone offensivo tenderà di abbattere quello intercettore e viceversa. Tutto questo sembra surreale ma è dietro l’angolo! Il pericolo è relativamente recente e resta da vedere come sarà affrontato in situazioni di emergenza. In ogni caso, come per ogni tematica che riguarda la sicurezza esistono sempre misure e contromisure da entrambe le parti. Chi vincerà la partita sarà chi riuscirà a mettere in campo soluzioni sempre più innovative e tecnologicamente avanzate.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Safety & Security N. 80 – Maggio/Giugno 2016.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/it/portfolio/ss-maggiogiugno-2016

A New Internet of Things Solutions for Energy efficency - Intellisystem Technologies - Randieri

Internet of Things (IoT): Soluzioni Integrate per l’Efficienza Energetica

L’unico modo per ottenere un risparmio energetico significativo è implementare soluzioni automatizzate che permettano agli utenti di misurare, comandare, controllare e analizzare i consumi energetici dell’impianto

L’efficienza energetica rappresenta da diversi anni lo strumento chiave per contribuire a limitare i cambiamenti climatici e favorire la riduzione delle emissioni di gas serra. Tuttavia un consumo d’energia più efficiente costituisce sicuramente una grande opportunità di rilancio economico a livello globale. Di fatto l’efficienza energetica rientra tra gli obiettivi prioritari dell’Unione Europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Oggi è in atto un importante cambiamento sul piano delle tecniche e delle tecnologie applicate al settore dell’efficienza energetica poiché stiamo vivendo una fase di transizione tesa a superare il concetto di risparmio energetico e concentrata su un uso più consapevole delle risorse. Intellisystem Technologies da tempo si è impegnata a sviluppare nuove soluzioni hi-tech specifiche in modo da migliorare l’efficienza degli impianti dal punto di vista del risparmio energetico. Focalizzandosi su una soluzione moderna basata sull’Internet of Things l’azienda vuole offrire una visione di efficienza energetica come chiave interpretativa di uno sviluppo sostenibile e come opzione per poter affrontare e superare i problemi legati alla crisi economica. Con il termine Internet of Things si intende l’applicazione della rete (intesa come rete Internet) agli oggetti, per fare in modo che comunichino i dati che li riguardano e possano usufruire di informazioni generate da altri oggetti. La promessa di collegare tutti i componenti di un ambiente industriale e civile al fine di ottenere una visibilità completa delle sue operazioni e consentire di prendere le migliori decisioni in tempo reale, con o senza l’intervento umano, trasformerà il nostro modo di produrre negli anni a venire. L’efficienza energetica, secondo Intellisystem, è il metodo più rapido, economico e pulito per ridurre i costi energetici e raggiungere gli obiettivi di limitazione delle emissioni dei gas responsabili dell’effetto serra e del riscaldamento del pianeta stabiliti dal ben noto protocollo di Kyoto. L’efficienza energetica è anche un’esigenza crescente e una priorità strategica per tutti gli operatori presenti nel mercato. Con il recepimento della Direttiva europea 2012/27 avvenuto nel luglio 2014, tutte le grandi industrie hanno l’obbligo di effettuare un audit energetico di alta qualità, ovvero sono sottoposte a uno stretto controllo sulla quantificazione dell’energia impiegata per le loro attività produttive. La Direttiva prevede inoltre controlli rigorosi per la realizzazione di prodotti che utilizzano energia elettrica, come ad esempio ventilatori e pompe di calore, permettendo l’accesso al mercato solo ai prodotti dotati di maggiore efficienza energetica.

Come risparmiare?

Facendo leva su un quadro normativo avanzato e ben fatto e considerando che nella maggior parte degli impianti esistenti è possibile realizzare fino a un 30% di risparmio utilizzando prodotti e tecnologie già disponibili, Intellisystem è convinta che sia possibile innescare un circolo virtuoso utile alla ricerca, alimentando un bisogno di innovazione che si ripercuote a livello globale sull’ambiente e l’economia. Attualmente il settore elettrico è il principale produttore di gas serra. I consumi di elettricità possono arrivare ad essere la causa di quasi il 50% delle emissioni di CO2 negli edifici residenziali e nel terziario. I nostri prodotti e le nostre soluzioni dell’azienda permettono di ottenere fino al 30% di risparmio attraverso la combinazione di un utilizzo ottimizzato di impianti e apparecchi, il loro monitoraggio costante e la rispettiva manutenzione programmata. Esempi di applicazione di sistemi Intellisystem riguardano vari settori tra i quali il residenziale e il piccolo terziario con il controllo dell’illuminazione, della temperatura, delle serrande. Il terziario medio-grande con il controllo dell’illuminazione, temperatura, serrande, condizionamento e ventilazione, sistemi di gestione dell’energia. L’industria e infrastrutture con condizionamento, ventilazione, aria compressa, sistemi di movimentazione e sistemi di gestione dell’energia. Per ottenere un’efficienza energetica significativa utilizzando le soluzioni dell’azienda è possibile intervenire sui seguenti fronti: migliorare l’efficienza intrinseca dell’impianto impiegando materiali di isolamento, lampade basso consumo, ecc; ottimizzare in modo proattivo l’utilizzo di energia (mantenendo la temperatura di un edificio costante e al giusto livello, spegnendo gli impianti e le apparecchiature quando queste non sono necessarie ecc…); seguire in modo proattivo l’evoluzione dell’impianto (usura, diversificazioni d’uso, ampliamenti) con un approccio mirato a un costante miglioramento; formazione continua delle persone sul tema del risparmio energetico.

Monitoraggio e controllo

È provato che contare sui comportamenti individuali delle persone non funziona: dopo poche settimane di buone intenzioni tali nozioni vengono dimenticate. L’unico modo per ottenere un risparmio energetico significativo è implementare soluzioni automatizzate che permettano agli utenti di misurare, comandare, controllare e analizzare i consumi energetici dell’impianto. Attualmente lo sviluppo di questa tecnologia si sta muovendo in due direzioni in particolare, quella del monitoraggio, per rendere un oggetto in grado di raccogliere dati e informazioni sull’ambiente in cui è inserito, e quella del controllo, per poterlo comandare a distanza. E Intellisystem ha realizzato applicazioni in ambito industriale e civile come il controllo remoto dei macchinari, così da accenderli, spegnerli o regolarne la temperatura di funzionamento tramite consolle di gestione locale o remota.

RECS 203 Intellisystem

Il modulo Recs 203

RECS 204 Intellisystem

Il modulo Recs 204

Questa tipologia di controllo apre le porta anche alla cosiddetta smart diagnosis, per ricevere e monitorare dati sull’eventuale malfunzionamento degli stessi. La possibilità di rendere smart l’illuminazione, gestendola attraverso i propri device mobili. Lo smart energy management, ovvero soluzioni per regolare da remoto la temperatura degli uffici e che possono gestire le informazioni fino a permettere l’ottimizzazione dei consumi in base alle abitudini degli utilizzatori. Per combattere lo spreco di acqua, alcune aziende stanno creando gadget, app e altri oggetti (ad esempio vasi intelligenti) che raccolgono i dati su umidità, irraggiamento del sole, temperatura delle piante e li comunicano con lo smartphone del proprietario per attivare, al bisogno, sistemi di irrigazione automatica. L’Internet delle Cose può potenzialmente permettere di risparmiare sui costi della bolletta, diminuendo e ottimizzando i consumi, anche se è bene valutare l’eventuale costo iniziale di acquisto; inoltre, lo sviluppo di questa tecnologia porta con sé anche implicazioni in termini di privacy e sicurezza, visto che si basa sullo scambio e la rielaborazione di dati e informazioni. Le soluzioni pensate da Intellisystem prevedono l’utilizzo di dispositivi a microcontrollore di tipo embedded dotati di web server caratterizzato da risorse di calcolo limitate capace di gestire flussi di dati e applicazioni. L’integrazione di un web server all’interno di un dispositivo di rete fornisce un’interfaccia utente grafica costruita tramite il linguaggio Html. L’applicazione della tecnologia web a un sistema embedded permette la creazione di interfacce utente di tipo user friendly, a basso costo, cross platform, e network ready. In particolare per le soluzioni più semplici ed economiche vengono installati su macchinari e dispositivi due moduli prodotti da Intellisystem Technologies denominati con l’acronimo Recs (Remote Ethernet Control System).

Soluzioni modulari e scalabili

Il primo Recs 203 gestisce otto linee digitali in ingresso e il secondo Recs 204 otto linee digitali in uscita. La scelta di produrre due moduli distinti Recs è scaturita dall’esigenza di mercato di avere soluzioni modulari che fossero facilmente scalabili. Entrambi i moduli sono di facile utilizzo e a prestazioni elevate, facilmente integrabili in tutte le applicazioni di controllo remoto dell’accensione, monitoraggio e spegnimento da remoto di macchinari e dispositivi elettronici in genere. Per il loro funzionamento non è richiesto alcun PC. Le soluzioni che impiegano moduli Recs sono stand alone e possono essere collocate ovunque vi sia una connessione di rete IP, poiché integrano al loro interno un web server che permette il collegamento diretto a Internet. Entrambi i dispositivi non necessitano di alcun software aggiuntivo, basta possedere un comune browser quale Internet Explorer, Netscape o Mozilla Firefox per gestire da remoto il macchinario o il dispositivo elettronico da monitorare e controllare. Facili da installare e configurare, permettono di sviluppare un’applicazione per la gestione dei carichi di potenza in pochi e semplici passaggi. Qualsiasi applicazione sviluppata con moduli Recs 203 e Recs 204 è personalizzabile grazie all’ambiente di sviluppo fornito con i dispositivi, che permette una facile integrazione con qualsiasi altro dispositivo di automazione eventualmente già presente. Questi moduli rappresentano una soluzione di facile utilizzo per il controllo remoto di apparecchiature di qualsiasi genere attraverso le reti Intranet e Internet e rappresentano di fatto una soluzione moderna per affrontare seriamente il problema del risparmio energetico a favore di un’ottimizzazione dei consumi interni.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Efficiency & Environment  – Maggio 2016.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/ee-maggio-2016

A new RFID System for PPE verification - Intellisystem Technologies - Randieri

DPI Machine Analyzer – Un nuovo sistema RFID per la verifica dei Dispositivi di Protezioni Individuale (DPI)

Intellisystem Technologies ha realizzato DPI Machine Analyzer, un sistema elettronico automatico che permette la verifica delle dotazioni di protezione individuale (DPI) indossate del personale utilizzatore di macchine industriali utilizzando e integrando la tecnologia RFID. Con questa soluzione, chiunque voglia utilizzare una macchina industriale in cui è installato DPI Machine Analyzer viene sottoposto a una scansione automatica senza contatto. In questo modo viene verificato se i dispositivi di protezione individuale indossati sono consoni, in condizioni adeguate e fra loro compatibili. Il sistema è facilmente installabile e integrabile in qualsiasi macchina industriale, e consiste in una serie di antenne RFID che delimitano le aree di lavoro più a rischio in prossimità della macchina da controllare.

DPI Machine Analyzer - Intellisystem Technologies

DPI Machine Analyzer di Intellisystem permette la verifica automatica delle dotazioni di protezione individuale

DPI Machine Analyzer è corredato da una piattaforma software personalizzabile che permette al responsabile della sicurezza di applicare tutte le policy nel rispetto delle vigenti normative. In particolare è possibile specificare ed identificare le seguenti variabili: riconoscimento visuale del lavoratore, DPI richiesti, verifica scadenza DPI, eventuali sensori per la presenza di gas nocivi. Una volta impostate le regole è sufficiente che l’utilizzatore di turno, dotato di tutto l’equipaggiamento, abbia accesso alla macchina in cui è installato il DPI Machine Analyzer per far sì che questi verifichi in automatico e in pochi istanti la congruenza tra quanto rilevato e quanto specificato dalle policy dettate dal responsabile per la sicurezza. Una mancanza nei DPI indossati, produce un allarme che può essere segnalato in diverse modalità, tra cui SMS, email, semafori, buzzer e messaggi su appositi pannelli sinottici. I dati ottenuti sono gestiti da una centrale operativa che provvede alla memorizzazione in un database a fini statistici e assicurativi.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Automazione e Strumentazione N. 4 – Maggio 2016.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito https://www.intellisystem.it/portfolio/as-maggio-2016

A New RFID Technology Applied For Industrial COnstruction Site - Intellisystem Technologies - Randieri

Tecnologie RFID applicate per la sicurezza dei Cantieri Industriali e Civili

Il continuo aumento degli incidenti sul lavoro sta comportando un intensificarsi degli sforzi ed investimenti specie in ricerca tecnologica, volta ad identificare soluzioni valide per prevenire situazioni di pericolo. In questo articolo viene presentata una soluzione tecnologicamente avanzata basata sui sistemi RFId di ultima generazione che, se applicata in cantieri di medie e grandi dimensioni oppure su piattaforme petrolifere, permetterà l’abbassamento del numero degli infortuni sul luogo di lavoro favorendo al tempo stesso una maggiore responsabilizzazione dei lavoratori nell’utilizzo dei dispositivi individuali di protezione.

DPI Visual Analizer - Intellisystem Technologies

RFId è l’acronimo di “Radio-Frequency Identification”, una tecnologia che permette il riconoscimento a distanza di un oggetto tramite la trasmissione di onde elettromagnetiche effettuata mediante opportune antenne progettate capaci di identificare la particolare architettura circuitale dell’oggetto che deve essere riconosciuto, chiamato “transponder”. Ogni transponder viene identificato in modo univoco grazie ad un codice memorizzato nel proprio microchip e può assumere qualunque forma desiderata, essere esposto a condizioni esterne particolari o essere rivestito con il materiale più idoneo al tipo di utilizzo che si vuole fare dell’oggetto su cui il transponder è applicato.

Industria RFID Intellisystem Randieri

L’RFId non è una tecnologia relativamente “moderna” poiché nasce durante la Seconda Guerra mondiale in ambito militare, utilizzata per distinguere gli aerei amici da quelli nemici. I transponder di allora erano molto costosi e di notevoli dimensioni, per questo l’utilizzo dell’RFId era destinato solamente a scopi militari. I progressi tecnologici degli ultimi vent’anni e le produzioni di massa hanno reso possibile la creazione a basso costo di transponder di dimensioni ridottissime (anche pochi millimetri). La tecnologia RFId è stata quindi adottata in numerosi campi riscontrando sempre un grande successo. Si possono ricordare per esempio il Telepass, lo skipass, l’identificazione degli animali e i sistemi di antitaccheggio dei supermercati: applicazioni già molto diffuse in tutto il mondo.

RFID Operaio - Intellisystem

La continua nascita di nuovi standard internazionali che regolamentano l’utilizzo dei transponder e il continuo abbassamento dei prezzi sono oggi determinanti per l’effettiva realizzazione del progetto “The Internet of the Things”, secondo il quale ogni oggetto al mondo sarà dotato di un transponder. Sulla base di questo concetto e grazie alla costante ricerca di innovazione e alla domanda crescente di prodotti destinati alla sicurezza antinfortunistica è stato messo a punto il primo sistema elettronico automatico per la verifica delle Dotazioni di Protezione Individuale (DPI), che utilizza ed integra la tecnologia RFId nei cantieri industriali e civili unitamente alle più moderne tecniche di riconoscimento visuale. La soluzione descritta è allettante per tutti i responsabili della sicurezza poiché, grazie a questa tecnologia, chiunque si rechi sul posto di lavoro indossando dispositivi di protezione individuale nell’area di accesso viene sottoposto a una scansione automatica senza contatto semplicemente attraversando un varco elettronico. In questo modo viene verificato se i dispositivi di protezione individuale indossati sono consoni, in condizioni adeguate e fra loro compatibili. Il numero di infortuni, le giornate di malattia e i casi di malattie professionali dovrebbero così retrocedere spontaneamente ad un livello finora mai raggiunto. Il sistema comunemente denominato “DPI Visual Analyzer” ha come caratteristica fondamentale quella di essere facilmente installabile ed utilizzabile in qualsiasi cantiere industriale e civile.

Operaio RFID - Intellisystem Technologies

Di fatto la soluzione descritta consiste in un varco elettronico tecnologicamente avanzato da installare in prossimità dei punti di accesso alle zone di lavoro (tipicamente ponteggi e costruzioni comunemente presenti nei cantieri industriali e civili) unitamente a delle particolari telecamere industriali dotate di sistemi di ripresa ad alta risoluzione. Il sistema è corredato da una piattaforma software personalizzabile che permette al responsabile del cantiere di applicare tutte le policy di sicurezza nel rispetto delle vigenti normative. In particolare è possibile specificare ed identificare le seguenti variabili: riconoscimento visuale del lavoratore, DPI richiesti, verifica scadenza DPI, eventuali sensori per Gas nocivi. Una volta impostate le regole, è sufficiente che l’operaio di turno dotato di tutto l’equipaggiamento ed in regola col permesso di lavoro attraversi uno specifico varco in cui è installato il DPI Visual Analyzer per far sì che questi verifichi in automatico ed in pochi istanti la congruenza tra quanto rilevato e quanto specificato dalle policy dettate dal responsabile per la sicurezza. Per far ciò è necessario integrare dei tag RFId in ogni DPI o dispositivo che dovrà essere controllato. La soluzione descritta permette di ottimizzare i tempi di accesso ai cantieri nel rispetto delle regole massimizzando le condizioni di sicurezza con cui gli operai e i tecnici andranno ad operare. In più, grazie al riconoscimento visuale del lavoratore, è possibile individuare tutti quei casi in cui operai non autorizzati adoperino i permessi di lavoro e DPI di altre persone. Più in dettaglio il sistema è in parte basato sulla tecnologia RFId mediante la quale è in grado di identificare il personale in ingresso negli impianti, stabilimenti e cantieri tramite un badge personale con tag RFId uHF.

RFID - Intellisystem Technologies

Chiaramente una mancanza nei DPI indossati, produce un allarme che può essere segnalato in diverse modalità tra cui: SmS, email, Semafori, Buzzer, messaggi su Computer di Varco. Inoltre il sistema è capace di leggere degli appositi Tag associati ai DPI, permettendo in tempo reale di confrontarne gli identificativi con i DPI attesi in funzione dei permessi di lavoro (work permit). La piattaforma integra al suo interno la possibilità di gestire i permessi di lavoro in formato elettronico offrendo di fatto una funzionalità innovativa che permette di gestire i permessi di lavoro in modo del tutto automatico eliminando tutto il materiale cartaceo e quindi riducendone i tempi di gestione a favore di una maggiore efficienza. I dati ottenuti acquisiti al passaggio di ogni operaio sono gestiti da una centrale operativa che mediante un apposito software provvede alla loro memorizzazione in un database a fini statistici ed assicurativi rappresentando di fatto una sorta di black box da utilizzare nel malaugurato caso di incidente antinfortunistico. La soluzione descritta di fatto è una infrastruttura professionale studiata per raggiungere la massima efficienza per quanto riguarda la capacità di identificazione dei DPI garantendo:

  • Ripetibilità e stabilità;
  • Velocità di lettura;
  • Lettura di più tag contemporanei;
  • Generazione di alert multicanale in tempo reale;
  • Scalabilità e modularità dei sistemi;
  • Produzione di reports personalizzati automatici;
  • Integrazione con i sistemi informatici aziendali pre-esistenti;
  • Integrazione con le varie piattaforme HW di controllo accessi pre-esistenti.

L’architettura descritta grazie alla sua modularità è stata studiata per una semplice installazione. Può essere implementata sia in versione “manuale” mediante lettori portatili poco costosi o in versione “automatica” tramite veri e propri varchi di ingresso e uscita. Il sistema prevede che ad ogni DPI sia associato un tag RFId. L’associazione DPI – tag, avviene mediante appositi lettori/codificatori. Ogni DPI al fine di poter essere identificato dal sistema deve essere già dotato di un tag RFId uHF ISO 190006-c opportunamente pre-codificato), oppure possono essere forniti degli appositi tag RFId da codificare manualmente da applicare ai DPI preesistenti. I tag applicabili ai DPI non forniti, sono di natura diversa in funzione del DPI a cui vanno applicati, per esempio:

  • Tag in etichetta di stoffa, applicabili in giacche, guanti, scarpe;
  • Tag in formato ISO Card, integrato o applicabile su badge pre-esistenti;
  • Tag in PVC da applicare negli occhiali e piccoli dispositivi;
  • Tag rivestiti al silicone da applicare su tutti i DPI che dopo il loro utilizzo sono soggetti a lavaggio industriale ad alta temperatura.

DPI Visual Analyzer attualmente è installato presso diversi stabilimenti e raffinerie del territorio Italiano ed estero.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Safety & Security N. 79 – Marzo/Aprile 2016.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/ss-marzoaprile-2016

Tablet-Smartphone Consumer Technology - Intellisystem - Cristian Randieri HD

Tablet/Smartphone Consumer Technology – Pro & Cons

Quali vantaggi, quali limiti, quale diffusione si prevede per la tecnologia consumer tablet/smartphone (Android ecc.) nel mondo industriale? Ne parliamo con esperti del settore

La rivoluzione industriale promessa dall’IoT, dove tutta l’azienda è connessa in rete e le informazioni di produzione devono essere disponibili sempre e ovunque, promuove l’introduzione di tablet e smartphone consumer nell’industria. Tuttavia, l’ambiente industriale presenta ovvie differenze rispetto a quello consumer per condizioni ambientali di temperatura, umidità, presenza di polveri, vibrazioni e lavaggi aggressivi o ambienti con rischio di esplosione. Gli operatori devono inoltre poter utilizzare questi dispositivi in piena ergonomia e autonomia. Per comprendere i vantaggi e i limiti dell’introduzione della tecnologia consumer tablet/smartphone (Android ecc.) nel mondo industriale abbiamo intervistato i referenti di due importanti aziende nel settore dell’automazione industriale: Cristian Randieri, president & CEO di Intellisystem Technologies e Francesco Tieghi responsabile digital marketing di ServiTecno. Con Cristiano Cominotto e Francesco Curtarelli di ALP Assistenza Legale Premium abbiamo approfondito l’aspetto legale della sicurezza e della privacy.

Tablet-Smartphone Consumer Technology - Intellisystem - Cristian Randieri HD

Di seguito riportiamo l’estratto dell’articolo riguardante le risposte date da parte del nostro Presidente e CEO Cristian Randieri

1) Quali sono i requisiti hardware minimi per poter utilizzare questi dispositivi in ambito industriale in termini di resistenza alle condizioni ambientali dalla resistenza in temperatura fino all’utilizzo in aree pericolose, ergonomia per l’operatore, potenza di elaborazione, autonomia e connettività?

Oggi viviamo in un mondo in continua evoluzione in cui stiamo assistendo alla convergenza di più tecnologie che in termini di meccatronica, Internet of Things, Big Data e virtualizzazione delle risorse stanno rivoluzionando l’intero mondo industriale che sino a qualche decennio fa era molto statico e ora si trova immerso in una miriade di nuove tecnologie che si fondono e amalgamano in modo quasi incontrollato e che inoltre tendono ad adottare soluzioni di tipo consumer. Anche il mondo dell’hardware e del software è in continua evoluzione e sta cercando di adattarsi alle nuove esigenze: oggi, infatti, sempre più frequentemente si sente parlare di tablet PC e smartphone applicati a livello industriale. Prima di procedere alla descrizione dei requisiti hardware minimi per poter utilizzare questi dispositivi in ambito industriale è opportuno non perdere di vista come vengono definiti questi oggetti. Uno smartphone è un dispositivo portatile, alimentato a batteria, che coniuga le funzionalità di telefono cellulare con quelle di elaborazione e trasmissione dati tipiche del mondo dei personal computer; esso, inoltre, impiega diversi sensori per l’acquisizione di altri elementi dell’ambiente circostante l’utente. I tablet sono dispositivi assimilabili per componenti hardware e software agli smartphone poiché condividono la stessa infrastruttura tecnologica ovvero le stesse componenti hardware e lo stesso sistema operativo. I tablet sono però caratterizzati da uno schermo di dimensioni maggiori, il che li rende più idonei alla multimedialità e meno pratici per essere utilizzati come telefoni. La maggior parte dei modelli si avvale, tuttavia, di schede SIM per la connessione dati con le tecnologie cellulari (Gprs, Edge, Umts ecc). In ambito industriale questi dispositivi si distinguono da quelli consumer per le loro caratteristiche definite col temine rugged ovvero per le caratteristiche di robustezza strutturale. Di fatto sono dei dispositivi appositamente progettati per funzionare in modo affidabile in ambienti di utilizzo caratterizzati da condizioni difficili quali forti vibrazioni, temperature estreme, elevata polverosità e umidità. La loro progettazione è fortemente condizionata dall’ambiente di utilizzo non solo per il corpo esterno ma anche per i loro componenti interni e le rispettive capacità di raffreddamento. Le loro applicazioni spaziano da quelle tipiche della logistica a quelle industriali caratteristiche dell’automazione di processo. Nel caso della logistica dei trasporti sono richiesti sempre di più dispositivi in grado di resistere agli urti, alle sollecitazioni, con una buona potenza di calcolo e con una batteria che assicura una lunga autonomia. Nel caso industriale invece il loro utilizzo particolare è come interfacce HMI per vari sistemi di processo, controllo e manutenzione. Infine, nell’ambito manifatturiero o di produzione in genere sono utilizzati come terminali mobili per i vari software di produzione di tipo MES ed ERP. Tablet e smartphone per applicazioni industriali sono tipicamente costruiti con materiali quali plastiche e gomme in grado di assorbire al meglio gli urti grazie a una scocca molto più ‘spessa’ rispetto a quelli di tipo consumer. Quando devono essere utilizzati in contesti particolari in cui sussistono anche condizioni ambientali restrittive (elevata umidità, polvere, range di temperature non ordinarie e presenza di liquidi) si ricorre alla richiesta della certificazione Military Standard Rugged Phone (MILSTD- 810G) che viene conferita in seguito a ripetuti test di caduta a varie altezze, un esempio su tutte è il superamento della prova di caduta (26 volte) su compensato da un’altezza di 1,2 metri. Per certe applicazioni del campo oil&gas in aree controllate occorre che questi siano anche antideflagranti e quindi aderenti alle più ristrette normative Atex.

2) Quali sono le caratteristiche essenziali del software di interfaccia operatore per questi dispositivi?

Il software di interfaccia per questi dispositivi prevede l’utilizzo di codice nativo scritto specificatamente per il sistema operativo installato nel dispositivo, tipicamente Android e Windows nella versione mobile. Di conseguenza l’interfaccia utente è consistente con il dispositivo mobile e il relativo sistema operativo. In termini di sicurezza occorre implementare all’interno delle varie app tutte le possibili regole tipicamente adottate in ambito industriale. Un altro aspetto da non trascurare è quello riferito alle licenze d’utilizzo del software che, al fine di garantire la massima continuità di servizio dei dispositivi e quindi una facile sostituzione dell’hardware, è opportuno siano slegate dallo stesso.

3) I software di produzione (MES, ERP ecc.) più diffusi sono utilizzabili senza limitazioni?

Di recente differenti software house e costruttori di sistemi per l’automazione hanno messo a punto nuove app che s’interfacciano con software tipici della produzione, quali MES ed ERP, al fine di favorire sempre più la mobilità dei vari operatori anche al difuori del loro posto di lavoro, permettendo loro di accedere a informazioni di tipo realtime sulla produzione al fine di poter prendere delle decisioni ‘al volo’ e ottenere riscontri con risultati immediati. In generale possiamo affermare che i moderni software di produzione sono facilmente interfacciabili con i dispositivi mobile senza particolari limitazioni poiché in questo caso tali dispositivi sono considerati come dei veri e propri terminali non vincolati ad operazioni realtime che ancora oggi non sono compatibili con la struttura software dei sistemi operativi mobile più diffusi.

4) Qual è lo stato dell’arte delle app per il mondo industriale?

In generale le app dedicate al mondo industriale e di produzione devono essere in grado di offrire le seguenti custom experience: favorire il ‘Fast Decision Making’. Da remoto deve essere possibile gestire un processo o un ramo di produzione come se si fosse in azienda; aumentare l’efficienza operativa in termini di manutenzione. Con l’utilizzo di dispositivi portatili e compatti quali i dispositivi mobile industriali è possibile diagnosticare in modo semplice e sicuro eventuali anomalie su macchine e sistemi di produzione; migliorare la comunicazione e collaborazione all’interno dei team di lavoro. Essendo ogni dispositivo dotato di più sistemi di comunicazione tra cui il wi-fi, i sistemi di messaggistica SMS e MMS, il Bluetooth ecc. lo scambio di dati e informazioni avviene in modo quasi naturale; garantire l’accesso remoto ai dati di produzione, business e manufacturing intelligence e garantire l’accesso istantaneo ai centri di lavoro produttivi includendo la possibilità di monitorare l’efficienza di produzione, il downtime e altro ancora.

5) Esiste un sistema operativo (Android, …) preferenziale?

Un recente sondaggio sull’utilizzo di Android in ambito industriale, condotto a livello globale da VIA Embedded su un campione di 250 realtà aziendali che operano nel mondo embedded, ha evidenziato che il 93% degli intervistati utilizza (o ha intenzione di utilizzare) Android per progetti in ambito industriale. Il sistema operativo Android ha guadagnato molti fan nell’ambito industriale grazie all’immissione nel mercato di nuovi modelli di dispositivi mobile rugged da parte di importanti produttori tra cui Panasonic, Honeywell e Motorola. Di recente, Google ha rilasciato Android for Work, una piattaforma enterprise contenente un’applicazione autonoma (simile alla tecnologia Samsung Knox) che consente agli amministratori IT di creare aree di lavoro aziendali e personali separate su smartphone e tablet. Ci sono una serie di vantaggi che il sistema operativo Android fornisce per la distribuzione aziendale su dispositivi di tipo industriale. In primo luogo, Android è diventato onnipresente nel mercato degli smartphone e tablet consumer, il che significa che la maggior parte dei dipendenti di qualsiasi azienda hanno già familiarità con l’interfaccia utente. Questo implica che una loro eventuale adozione renderà la formazione in merito al loro utilizzo nel contesto industriale più facile e meno costosa. Android rispetto agli altri sistemi operativi mobile è anche visto come una piattaforma più ‘aperta’ che possiede già un gruppo solido di applicazioni disponibili in vari settori industriali quali: la logistica, la manutenzione e altri segmenti di business. Tutto ciò rappresenta un vantaggio rispetto al sistema operativo iOS di Apple nello spazio enterprise, perché Apple presenta più ostacoli e vincoli sia per lo sviluppo di applicazioni e la distribuzione tramite i restrittivi processi di approvazione della società. Android ha acquisito un certo vantaggio nel mercato industriale anche rispetto a Microsoft poiché mentre quest’ultima tentava di imitare le peculiarità di Android attuando il revamping alla sua strategia embedded perdeva importanti quote di mercato a vantaggio del primo. Considerando che le versioni precedenti di Android non sono state valutate come abbastanza sicure per le implementazioni enterprise, gli ultimi aggiornamenti del sistema operativo (che includono la possibilità di modificare da remoto le funzionalità del dispositivo, di applicare la crittografia e la definizione di white e black list per le applicazioni) offrono di sicuro maggiori margini in termini di sicurezza. Di contro, il tasso di adozione di Android per certe applicazioni industriali rimane basso, in parte a causa della sua frammentazione e instabilità percepita. Altra limitazione sta nel fatto che malgrado il sistema operativo Android sia aggiornato di frequente, per ogni applicazione sviluppata con una vecchia release non è garantita la piena compatibilità con la nuova. Tutto ciò si traduce in un continuo aggiornamento delle app da parte delle software house che hanno prodotto il software. In conclusione, posso affermare che Android allo stato attuale ha fatto notevoli passi in avanti in termini di sicurezza e gestibilità della piattaforma. A seconda delle esigenze applicative e del livello di comfort richiesto il sistema operativo presenta alcuni riconovantaggi interessanti in termini di costo e di formazione rispetto alle piattaforme concorrenti.

6) Quali sono i vantaggi offerti dall’utilizzo di questi dispositivi?

I dispositivi mobile industrial grade sono progettati per offrire alle aziende maggiori funzionalità al fine di soddisfare tutte le esigenze IT e risolvere un singolo problema di business. Si pensi ad esempio ad uno smartphone con integrato un lettore di codice a barre tipicamente adoperato nell’ambito della logistica e manutenzione. Smartphone e tablet industriali, a differenza degli altri hardware dedicati, offrono una maggiore funzionalità poiché permettono ai loro utenti di rendere mobile la propria postazione di lavoro unitamente a particolari software applicativi aziendali, estendono tutte le funzionalità dei loro fratelli consumer a favore di una riduzione dei costi. Un altro vantaggio nell’utilizzazione di questi dispositivi all’interno delle industrie è rappresentato dalla riduzione del TCO (Total Cost of Ownership) definito come ‘il costo totale di possesso’, indice utilizzato per calcolare tutti i costi del ciclo di vita di un’apparecchiatura informatica IT in termini di acquisto, installazione, gestione e manutenzione della stessa. Diverse ricerche di mercato hanno confermato che un dispositivo mobile industriale presenta un TCO drasticamente basso se comparato ad altre soluzioni più verticali. Di fatto uno smartphone o tablet industriale è molto meno costoso di un computer portatile industriale, oltre ad essere meno ingombrante e più ergonomico. Grazie alla facilità d’utilizzo tipica dei dispositivi consumer a cui si inspirano, forniscono un’esperienza utente più agevole che non richiede una formazione particolare, poiché la maggior parte dei dipendenti ha già dimestichezza e sa utilizzare il proprio dispositivo mobile personale. Di conseguenza è molto più facile per l’utente lavorare con un dispositivo mobile industriale che abbia installato un sistema operativo diffuso tipo Android, IoS o Microsoft.

7) E in particolare quali sono le applicazioni ideali?

Le applicazioni sono innumerevoli e continuano a crescere di giorno in giorno. Le funzionalità mobile sono già disponibili per diversi settori industriali. Attualmente quelle più diffuse sono quelle che forniscono un’interfaccia HMI per i sistemi di automazione di processo. Ma anche quelle riferite alla logistica e manutenzione.

8) Esempi di casi di successo

Nel corso del 2015 il reparto Ricerca & Sviluppo di Intellisystem Technologies ha messo a punto il primo sistema elettronico automatico per la verifica delle Dotazioni di Protezione Individuale (DPI) che utilizza e integra la tecnologia RFID nei cantieri industriali. La soluzione proposta consiste in un varco elettronico tecnologicamente avanzato da installare in prossimità dei punti di accesso alle zone di lavoro (ad esempio ponteggi e costruzioni comunemente presenti nei cantieri industriali). Il sistema è corredato da una piattaforma software personalizzabile che permette al responsabile del cantiere o del reparto di produzione di applicare tutte le policy di sicurezza nel rispetto delle vigenti normative. In particolare è possibile specificare e identificare le seguenti variabili: riconoscimento visuale del lavoratore, DPI richieste, verifica scadenza DPI ed eventuali sensori per gas nocivi. Una volta impostato il sistema, è sufficiente che l’operaio di turno, dotato di tutto l’equipaggiamento e in regola con il permesso di lavoro, attraversi un varco, in cui è installato il DPI Visual Analyzer, per far sì che questo verifichi in automatico e in pochi istanti la congruenza tra quanto rilevato e quanto specificato dalle policy dettate dal responsabile per la sicurezza. Per far ciò è necessario integrare dei tag RFID in ogni DPI o dispositivo che dovrà essere controllato. Il sistema è basato in parte sulla tecnologia Rfid, attraverso la quale è possibile identificare il personale in ingresso negli impianti, stabilimenti e cantieri grazie a un badge personale in cui è installato un tag Rfid. Una mancanza nei DPI indossati produce un allarme che può essere segnalato in diverse modalità, come sms, email, semafori, buzzer e messaggi su appositi monitor installati nel varco. Di recente abbiamo messo a punto un sistema che si basa su una piattaforma mobile di tipo industriale che permette di racchiudere in un unico smartphone industriale rugged basato sul sistema operativo Android tutte le funzionalità identificative tipiche del varco elettronico con la proprietà di renderlo compatto e portatile. In aggiunta abbiamo realizzato un’apposita app capace d’interfacciarsi con il sistema di rilevamento Rfid del dispositivo mobile unitamente alla sua telecamera per acquisire tutte le informazioni in termini di TAG e immagini da inviare al server di gestione della piattaforma software atto a verificare la congruità dei dati ricevuti con quelli prescritti all’interno del permesso di lavoro. Tale soluzione è nata dalla specifica richiesta di un nostro cliente che aveva la necessità di fare dei controlli a campione all’interno di particolari aree del proprio sito produttivo in cui si sospettava che una volta superato il varco elettronico d’accesso per comodità alcuni operai smettessero di indossare parte dei DPI prescritti nel permesso di lavoro esponendosi a tutti i rischi del caso.

9) Quali sono le misure di sicurezza adottate per impedire accessi indesiderati o attacchi informatici?

 Sempre più utenti e aziende utilizzano gli smartphone come strumenti di comunicazione, ma anche come strumento di pianificazione e per organizzare la loro vita professionale e privata. All’interno delle aziende queste tecnologie stanno causando profondi cambiamenti nell’organizzazione dei sistemi informativi e di conseguenza sono diventate la fonte di nuovi rischi. In effetti, i dispositivi mobile raccolgono sempre una quantità crescente di informazioni sensibili il cui accesso deve essere controllato per proteggere la privacy degli utenti e la proprietà intellettuale della società. La sicurezza dei dispositivi mobile assume sempre un’importanza crescente quando si parla di mobile computing riferendosi alla sicurezza delle informazioni personali e aziendali memorizzate sui tablet e smartphone. Tutti i dispostivi mobile, come i computer, sono bersagli di possibili attacchi informatici. Tipicamente questi attacchi sfruttano i punti di vulnerabilità legata ai mezzi di comunicazione come ad esempio gli SMS e MMS, le reti wi-fi, Bluetooth e GSM, che rappresentano lo standard globale de facto per le comunicazioni mobili. Ci sono anche attacchi che sfruttano le vulnerabilità delle app, del sistema operativo e del web browser. Infine, ci sono forme di software dannoso che fanno leva sulla non perfetta conoscenza del sistema operativo da parte degli utenti medi. In generale esistono diverse contromisure applicabili che spaziano dalla sicurezza dei diversi layer software alla diffusione delle informazioni dell’utente finale. Ma tutto ciò non è sufficiente se non si osservano dei pratici accorgimenti applicabili a tutti i livelli che spaziano dalla progettazione del software al suo utilizzo. I meccanismi di sicurezza in atto per contrastare le minacce sono suddivisi in diverse categorie, non agiscono tutti allo stesso livello e vanno dalla gestione della sicurezza del sistema operativo al comportamento dell’utente finale. Le contromisure adottabili non sono uguali tra loro, ma si differenziano a seconda dei casi e modalità di utilizzo dei dispositivi.

10) Quali sono i limiti di questa tecnologia?

Il limite più evidente per l’impiego di questa tecnologia è fortemente legato ai limiti dei sistemi operativi che sono installati nei vari dispositivi mobile ed è principalmente dovuto all’impossibilità di eseguire dei processi in modo realtime. Se per certi aspetti uno smartphone o tablet industriale è un’ottima interfaccia HMI, per altri non è sicuramente stato progettato per eseguire un insieme di operazioni in modo perfettamente rapido e affidabile, poiché è nato in ambito consumer ed è stato progettato per eseguire molteplici processi (tipicamente le app) che non richiedono particolari garanzie d’esecuzione con vincoli temporali ben definiti. In realtà, l’hardware sarebbe in grado di avere tutte le funzionalità di un PC embedded industriale a patto che venga installato su di esso un sistema operativo realtime che sicuramente non è né Android né Windows. Tra tutti i sistemi operativi mobile solo Android attualmente è l’unico che in teoria potrebbe essere riscritto per applicazioni verticali di tipo realtime semplicemente per il fatto che il suo kernel è Linux e di conseguenza open source. In generale, l’utilizzo degli attuali sistemi operativi mobile per applicazioni di automazione industriale da intendersi con esclusione delle interfacce HMI non è fattibile per diverse problematiche legate all’affidabilità (di per sé non sono molto stabili), la scalabilità (non sono in grado di gestire sistemi complessi di considerevoli dimensioni), la sicurezza (non è possibile garantire la sicurezza del processo se non è possibile in primo luogo garantire la sicurezza del sistema di controllo) e la modularità (tali sistemi operativi non sono modulari e quindi facilmente espandibili). Più in generale la sicurezza in termini di connettività ad oggi non è ancora in grado di rispecchiare gli standard industriali. Bisogna però osservare che Android è una piattaforma polifunzionale che potrebbe essere utilizzata per la prototipazione. Una volta che il prodotto base è pronto, è possibile creare l’hardware specializzato per esso.

11) Quale diffusione si prevede per questi dispositivi?

La diffusione di questi dispositivi a livello industriale è ormai un dato di fatto: basti vedere la miriade di prodotti mobile classificati come industrial che offre il mercato. Sicuramente nel tempo i sistemi operativi nati come consumer avranno al loro interno la capacità di poter gestire alcune applicazioni anche in realtime facendo superare a questi dispositivi la limitazione di doverli adoperare come dispostivi d’interfaccia HMI o più in generale di terminale mobile. Microsoft Windows Mobile o Windows Embedded è stato per lungo tempo il sistema operativo di scelta per i dispositivi mobili industriali e rugged. A partire dal 2015 abbiamo assistito a un’inversione di tendenza in cui l’industria ha iniziato ad adottare in maniera intensa Android. La rapida crescita dei telefoni Android di consumo ha standardizzato il comportamento degli utenti Android generando di fatto un effetto di ricaduta sul settore industriale. In futuro sempre più software house svilupperanno app per il comparto industriale basandosi sul sistema operativo Android. In conclusione sono convinto che i dispostivi tablet, PDA e smartphone industriali saranno il segmento di mercato di mobile computer in più rapida crescita del prossimo futuro.

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Tavola Rotonda – Automazione Oggi N. 389 (Aprile 2016), pubblicata da C. Paveri.

Per scaricare l’Intervista pubblicata sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/ao-aprile-2016-4/

RECS 505 A new IoT Industrial Device - Intellisystem Technologies - Randieri HD

RECS 505 – A new IoT Industrial Device

La gestione di apparati elettronici industriali tramite interfacce web fornisce all’utente la possibilità di configurare e monitorare variegati dispositivi tramite Internet mediante l’uso di un comune browser. La soluzione migliore a questo tipo di esigenze è data dall’utilizzo di server web embedded connesso a una infrastruttura di rete capace di fornire un’interfaccia utente basata sul web. Nelle applicazioni di controllo remoto si fa sempre più presente l’esigenza di interconnettere apparecchiature e strumentazioni tramite web server embedded, al fine di avere una gestione quanto più decentralizzata possibile delle loro funzionalità.

RECS 505 - Intellisystem Technologies

Intellisystem Technologies risponde a tali esigenze proponendo Recs 505 (Remote Ethernet Control System), un web server embedded nato per essere facilmente integrato nei device industriali che nativamente non hanno alcuna funzionalità web server integrata. Grazie a questo dispositivo è possibile gestire applicazioni industriali di controllo remoto in ambiente TCP/IP in maniera veloce, facile e sicura. Una volta collegato a una rete Ethernet, Recs 505 mette a disposizione dell’utente tre canali di acquisizione analogici, due ingressi per sonde di temperatura, tre canali per la gestione intelligente di ventole di raffreddamento e otto canali digitali di I/O. Supportato da tutti i più comuni browser Internet, permette di gestire totalmente da remoto qualsiasi dispositivo o apparecchiatura elettronica in pochi e semplici passaggi, offrendo la capacità di essere programmato utilizzando le SDK fornite con il dispositivo. Ciò permetterà di sviluppare l’applicazione di controllo remoto della macchina in cui verrà installato in modo rapido e sicuro.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Automazione Oggi N. 389 – Aprile 2016.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/ao-aprile-2016-3/

A New Satellite Solution for the Remote Control of Industrial Sites - Intellisystem Teechnologies - Crisrian Randieri HD

A New Satellite Solution for the Remote Control of Industrial Sites

Intellisystem Technologies ha messo a punto una soluzione che sfrutta la connettività satellitare per monitorare impianti e macchine in aree remote

Installazione 3 - Intellisystem Technologies

Il panorama delle piccole e medie imprese italiane è piuttosto complesso e variegato. Un elemento tuttavia accomuna le diverse realtà, ovvero l’interesse crescente per l’innovazione legato alla digitalizzazione in fabbrica che verte su nuovi modelli aziendali, in particolare per quanto riguarda i servizi a valore aggiunto offerti. Le aziende produttrici di macchinari in Italia e nel mondo da tempo si stanno avvicinando al modello di redditività basato sui servizi, poiché ritenuto un fattore che favorisce la crescita e l’incremento dei ricavi, in grado di offrire vantaggi notevoli sia alle aziende produttrici di beni di consumo sia ai loro clienti. Stiamo di fatto assistendo a un progressivo cambio generazionale nei vertici aziendali, che, contemporaneamente, è causa e conseguenza della nuova sottile percezione della ‘digital transformation’. L’esperienza digitale dei giovani imprenditori e manager è un mix tra vita privata e professionale, che inevitabilmente porta con sé la necessità di rinnovare i processi aziendali applicando lo stato dell’arte delle più moderne tecnologie dettate dalla Industry 4.0, dall’IoT e dallo smart manufacturing. Oggi non è più sufficiente realizzare prodotti validi, occorre focalizzarsi sempre più sull’assistenza post-vendita. Le aziende produttrici di macchinari capaci di mettere a punto nuovi servizi post-vendita utilizzano questo tipo di offerta per promuovere nuovi modelli aziendali rivoluzionari, che prevedono pagamenti basati sui risultati del business. Nel prossimo futuro le aziende che non saranno capaci di erogare servizi a valore aggiunto, tramite la convergenza delle moderne tecnologie offerte dal digitale, rischieranno di restare indietro in un mercato in rapida evoluzione, influenzato da innovazione, agilità e adattabilità.

Schema Impianto - Intellisystem

Ampliare gli orizzonti

È ormai provato che i progressi tecnologici favoriscono i modelli aziendali basati sull’innovazione, l’efficienza, la sostenibilità e il contenimento dei costi. Tali progressi nel campo dell’automazione spingono molte aziende a ripensare la propria strategia globale. In particolare, l’importanza dei prodotti e dei macchinari connessi nelle strategie orientate ai servizi, di pari passo con la crescente complessità che comportano, creano nuove opportunità e sfide. La maggior parte delle PMI italiane oggi si chiede “com’è possibile sfruttare al meglio i nuovi strumenti digitali e l’IT per migliorare l’efficienza e cogliere nuove opportunità di mercato?”. La risposta è articolata e riguarda la digitalizzazione intesa come globalizzazione e movimento che spinge le imprese italiane ad ampliare i propri confini, non solo geografici. La digitalizzazione unitamente alle telecomunicazioni permette di ‘essere altrove’, ovvero internazionalizzare, portare il business in aree geografiche inesplorate, ma anche in mercati diversi da quelli in cui si opera. È proprio nel settore delle telecomunicazioni abbinate alla produzione dei sistemi embedded che Intellisystem Technologies entra in scena, offrendo dispositivi e soluzioni per il controllo remoto di impianti e macchinari industriali, che grazie alla connettività satellitare non hanno più vincoli di spazio. In quest’ottica l’azienda offre molti tipi di servizi abilitati dal passaggio inesorabile verso la rete interconnessa di dispositivi basati sull’IoT. La tecnologia satellitare oggi è in grado di fornire collegamenti di comunicazione vitali per aree remote, dove le reti terrestri non sono disponibili o fuori portata. Nonostante il roll-out di reti terrestri in molte parti del mondo, rimangono molte regioni e siti industriali non collegati, basti pensare per esempio a tutti i siti di estrazione mineraria e petrolifera tipicamente dislocati in regioni disabitate o desertiche. Nondimeno rimane fisicamente impossibile connettere realtà industriali e utenti in mare o in aria se non via satellite o non vi è business case per giustificare i costi di roll-out della fibra in aree remote, scarsamente popolate. Come tale, la tecnologia satellitare ha un ruolo essenziale nel rendere possibili nuove applicazioni e processi di business, che stanno facendo dell’IoT una realtà. Secondo quest’ottica l’offerta di Intellisystem Technologies mira al collegamento degli asset aziendali remoti che prevedono operazioni commerciali e di service, fornendo servizi chiavi in mano per fornire connettività in presenza di criticità abbinata alla progettazione, produzione e installazione di dispositivi basati sull’IoT, per condurre il monitoraggio di impianti favorendo la gestione delle risorse in tempo reale in siti non presidiati e piattaforme offshore. Sulla base di queste attività si prevede che una nuova generazione di applicazioni dell’IoT emergerà dalla connettività di dispositivi intelligenti. Dato che le previsioni stimano la connessione di miliardi di dispositivi in tutto il mondo, è facile immaginare che la scala potenziale dell’IoT richieda una copertura di rete onnipresente tra gli operatori satellitari e servizi di trasporto integrati, anche in località remote. Ma vediamo in un caso reale come si possono applicare queste tecnologie.

Installazione 1 - Intellisystem Technologies

La tecnologia satellitare rende possibili nuove applicazioni e processi di business

Un caso applicativo in zone remote

Una nota azienda italiana costruttrice di gruppi elettrogeni industriali, operante sui mercati esteri, aveva la necessità di ridurre gli esosi costi dovuti agli interventi di manutenzione da effettuare on-site, compatibilmente con un aumento della quality of service e continuità di esercizio delle macchine, garantendo il minore down time possibile. Il cliente richiedeva una soluzione che permettesse il telecontrollo di più sistemi remoti per la generazione di energia elettrica, installati in zone non presidiate geograficamente distanti tra loro, non asservite da alcuna infrastruttura di rete terrestre. Tipicamente i luoghi di installazione di tali apparati sono in regioni del Terzo Mondo nel continente africano o in regioni arabe e sono di norma riferiti a oleodotti e ponti radio GSM. Visto che l’esigenza del cliente si focalizzava sull’affidabilità del servizio offerto, compatibilmente con i costi e la facilità delle macchine, si è optato per una soluzione che prevedesse una connettività satellitare. Considerando che l’epoca attuale è di aumento del traffico delle comunicazioni, il mantenimento di un elevato livello di affidabilità del servizio è da sempre per Intellisystem un requisito fondamentale, per cui l’azienda è partner dei migliori provider di connettività via satellite al mondo. Grazie a essi è stata in grado di offrire una connessione affidabile con quality of service specifico per applicazioni di monitoraggio remoto di macchinari e sistemi, garantendo una connettività always-on. La connettività satellitare unitamente alle opportune interfacce embedded con funzionalità IoT ha permesso la completa telegestione e il controllo del corretto funzionamento dei macchinari del cliente, permettendo ai tecnici addetti alla gestione dei vari impianti di monitorare e operare da remoto sui medesimi, effettuando tutte le diagnosi programmate, per garantire la massima funzionalità e continuità di servizio. Fra i punti forza della soluzione figurano la totale indipendenza dalle varie infrastrutture di rete locali, sia in termini contrattuali sia di affidabilità; la riduzione dei costi e tempi per la messa in opera dei sistemi, per cui occorre solamente effettuare il puntamento dell’antenna paraboloide e interfacciare la macchina con opportuni moduli IoT; la totale portabilità, poiché all’interno della stessa area geografica di competenza del transponder satellitare selezionato, non occorre altro che riposizionare l’antenna paraboloide senza modificare i contratti. Il tutto si è tradotto in una notevole riduzione dei costi a favore di una maggiore efficienza e scalabilità della soluzione adottata. È stato inoltre creato un data center in Italia mirato alla gestione di più impianti nei punti più disparati del Pianeta, non presidiati, in cui nella maggior parte dei casi il luogo abitato più vicino distava diverse centinaia di chilometri. Sfruttando appieno l’elevata banda passante della comunicazione satellitare è stato possibile prendere in considerazione anche operazioni di tipo realtime, con la possibilità di effettuare interventi di diagnosi predittiva sulle parti meccaniche rotanti soggette a normale usura, secondo le più moderne tecniche di ‘predictive analisys’. Non solo, è stato anche possibile veicolare all’interno della connessione un canale telefonico VoIP e remotizzare i sistemi di videosorveglianza del luogo di installazione, offrendo maggiore supporto al cliente in termini di sicurezza e assistenza per tutte le inevitabili attività di manutenzione ordinate da effettuare on-site. Il cliente è rimasto pienamente soddisfatto dei risultati ottenuti, poiché la protezione dell’investimento, l’affidabilità, l’espandibilità e la flessibilità sono state le parole chiave della soluzione offerta. Grazie a essa il cliente ha potuto ridurre drasticamente gli interventi on site, offrendo a sua volta un servizio più efficiente e meno costoso. Grazie alla connessione via satellite, poi, è stato possibile offrire un margine di sicurezza superiore rispetto a qualsiasi altra infrastruttura terrestre. Sicurezza in termini di immunità alle interferenze elettromagnetiche e totale indipendenza dalle infrastrutture che, in caso di calamità naturale, sono le prime a presentare problemi, rendendo nullo ogni tentativo di connessione con qualsiasi sistema di monitoraggio remoto.

Installazione 2 - Intellisystem Technologies

La tecnologia satellitare oggi è in grado di fornire collegamenti vitali per consentire la comunicazione con aree remote


Sviluppi futuri

In futuro si prevede di estendere tale sistema in altri contesti, al fine di integrare una fitta rete di monitoraggio, che tenga sotto controllo continuo tutte le macchine prodotte dal cliente. Sono inoltre previste alcune integrazioni, tra le quali l’utilizzo di termocamere IP in grado di ‘mappare’, da remoto, il calore in immagini, permettendo una più accurata individuazione delle anomalie termiche, meccaniche, idrauliche ed elettroniche dei vari componenti delle macchine. Questa tipologia di telecamere è particolarmente adatta anche alla sorveglianza di impianti non presidiati totalmente privi di illuminazione, caratterizzati da condizioni climatiche estreme, dove sono presenti nebbia, neve e forte vento, per cui le telecamere tradizionali non possono essere utilizzate. Sarà anche possibile assicurare il controllo visivo in condizioni particolarmente critiche, quali forte controluce, chiarore poco visibile, condizioni di scarsa visibilità in generale ecc.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Automazione Oggi N. 389 – Aprile 2016.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/ao-aprile-2016-2/

Intellisystem Technologies