Posted by randieri

What does i2c mean in Drone terminology?

What does i2c mean in Drone terminology?

Several low speed peripherals are allowed by this serial bus, including sensors that get connected onto a microprocessor.

ThermalTronix TT1640S-UAV Drone Integration Example 3 - Intellisystem

Does ambient light affects ir illuminator performance?

Infrared illuminator produces the same amount of light regardless of the ambient light at the scene. However, ambient light has a great impact on the camera’s ability to see IR light.

Ambient (visible) light dilutes the IR light making it less dense, which impacts its performance. It’s similar to using a conventional flashlight during the day – even though it’s on, there’s not a real difference.

IT-SH121-IR Product Image

What does ZigBee mean in drone terminology?

Zigbee is a wireless standard for communications and has a longer range than the bluetooth signals, but uses less power than WiFi.

What does the Kalman filter mean in drone terminology?

In electronics it is a specific filter and it’s algorithm is relatively complicated. It is primarily used in our applications for combining gryo and accelerometer data in order to provide accurate descriptions in real time of aircraft movement and attitude.

What does in circuit serial programmer: icsp mean in Drone terminology?

Is aspecific way of loading code onto a microprocessor. Normally this comes in the form of six pin connector (two rows of three each) on a PCB. A programmer is needed to use this, like the one using the Serial Peripheral Interface (SPI) standard.

What does inertial navigation system mean in drone terminology?

This is a specific means of calculating position that is based on the initial GPS reading. This is followed by speed and motion sensor readings that use dead reckoning. This is useful when the GPS has lots its signal temporarily or is not available.

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(Italiano) Green Energy: Sustainability and Environmental Impact – Interview to Cristian Randieri, President & CEO of Intellisystem Technologies

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Le aziende presenti sul mercato devono ormai fare i conti con concetti quali la sostenibilità e l’impatto ambientale, dimostrando ai propri clienti che anche loro propongono prodotti o soluzioni ‘green’ oltre a dimostrare di seguire al proprio interno procedure e politiche coerenti.

E’ indubbio che oggigiorno molte aziende presenti sul mercato debbano fare i conti con concetti quali la sostenibilità e l’impatto ambientale, dimostrando ai propri clienti che anche loro propongono prodotti o soluzioni ‘green’ oltre a dimostrare di seguire anche al proprio interno procedure e politiche coerenti. Diversamente correrebbero il rischio di perdere quote di business a favore di concorrenti più virtuosi. Modificare le proprie abitudini generalmente richiede un cambio di mentalità che non sempre è di semplice attuazione e che in aggiunta richiede investimenti economici rilevanti; tutto ciò potrebbe frenare questo tipo di cambiamento oppure limitare l’azione a una semplice attività di marketing con qualche annuncio sulla carta, nonostante i casi di successo non manchino. A conferma dell’importanza di questi argomenti, lo scorso dicembre la Commissione Europea ha pubblicato un pacchetto sull’economia circolare (http:// europa.eu/rapid/press-release_IP-15- 6203_it.htm) che prevede una serie di azioni per la chiusura dei cicli nei processi produttivi e nel ciclo di vita dei prodotti e dei servizi, con ricadute misurabili in termini di aumento delle percentuali di riciclo/riuso e di benefici tangibili per ambiente ed economia. Facciamo il punto con Cristian Randieri, president & CEO di Intellisystem Technologies (www.intellisystem.it), Guido Porro, amministratore delegato di Dassault Systèmes Italia ed EuroMed (www.3ds.com/it), Paolo Ellero, product manager di Ghisalba (www.ghisalba. com), Giancarlo Soro, country manager di Lexmark Italia (www.lexmark.com/ it_IT), Sophie Borgne, marketing director industry BU di Schneider Electric (www. schneider-electric.it/it/), Mauro Cappellari, business developer Critical Power di Socomec (www.socomec.it). 

green-energy-sustainability-and-environmental-impact-intellisystem-technogies-randieri

Di seguito si riporta l’estratto dell’Intervista riguardante le risposte date da parte del Presidente e CEO Cristian Randieri

1) Pensando al prodotto o servizio che offrite al mercato, in che modo questi rientrano nella classificazione di ‘Green Energy’?

Cristian Randieri: La crisi economica ci ha fatto prendere coscienza che facendo leva sull’innovazione è possibile adottare politiche di sviluppo sostenibile per il futuro del nostro pianeta. Intellisystem Technologies da diversi anni produce e integra soluzioni ad hoc per il mondo green energy basandosi sulle più moderne tecnologie che rappresentano lo stato dell’arte dell’innovazione. La nostra filosofia si basa sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture e sull’ecosostenibilità. Per molti il fattore ambientale è visto come un ostacolo allo sviluppo, per noi invece è un elemento centrale e un importante fattore di crescita. Per questo continuiamo a investire nello sviluppo di soluzioni e prodotti ecosostenibili. Puntiamo sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture, sull’ecosostenibilità, e sull’attenzione all’ambiente. Di fatto i nostri prodotti si basano sul concetto di ‘green networking’ che, dal punto di vista industriale, si traduce in una maggiore integrazione, riduzione delle distanze, più automazione e di conseguenza diminuzione dei costi di esercizio. Tutto questo ci permette di offrire soluzioni moderne sempre più a favore di una maggiore sostenibilità e redditività per i nostri clienti che adottano le nostre tecnologie. La nostra filosofia di prodotti si basa sulla riduzione dello spreco di energia in ambito industriale, basti pensare, ad esempio, ai lunghi periodi di inattività dei vari dispositivi di networking durante le ore in cui le aziende non lavorano, o allo spreco di energia legato alla lunghezza dei cavi. Qualsiasi switch di rete industriale è progettato per supportare sino a 100 m di cavo, quando in media i segmenti sono di 5-10 m. In questo contesto il nostro team di ricerca e sviluppo sta lavorando su una soluzione che permetterà agli switch industriali di rilevare la lunghezza dei cavi di rete e di conseguenza regolare i consumi energetici. Grazie a questa soluzione contiamo di ridurne sino al 60% il consumo di energia elettrica. Ma non solo, nel caso degli switch industriali PoE contiamo di poter ottimizzarne il consumo di energia con meccanismi di time scheduling che disattivino il sistema PoE quando i dispositivi ad esso interconnessi non sono in uso, per esempio nelle ore notturne o durante i weekend. Per il resto puntiamo molto sugli strumenti moderni prettamente informatici che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale (ossia l’IoT, i Big Data e il Cloud Computing), poiché siamo convinti che la vera rivoluzione green non riguarderà solamente il settore delle nuove tecnologie hardware ma bensì si focalizzerà sempre più su quelle software che permetteranno di ottimizzare l’intera catena progettuale, produttiva e logistica, oltre a ridurre costi e consumi.

2) Come valutate la capacità o sensibilità verso i temi ambientali da parte dei vostri clienti diretti?

Intellisystem Technologies ha sempre messo in prima linea la sostenibilità ambientale, nella profonda convinzione che non sia in contrasto con le altre attività di business, e questo risultato va a riconoscere gli sforzi che sono stati fatti nel corso degli anni. Da diverso tempo per fortuna anche in Italia, la sensibilità ambientale è sempre più marcata, sia a livello di utenti finali sia di imprese. Di fatto i nostri clienti mostrano decisamente di apprezzare i nostri piani di sostenibilità unitamente ai nostri prodotti e soluzioni green. Proprio di recente a partire da un’analisi interna aziendale abbiamo condotto un mini studio in merito alla risposta dei nostri clienti in termini di sensibilità alle nostre iniziative green. I risultati ottenuti hanno evidenziato una maggiore propensione a spendere di più nei prodotti e servizi green a patto che il ritorno d’investimento sia più a medio termine che a lungo. Infatti dato il perdurare dell’instabilità dei mercati limita gli investimenti a quelli che possano essere ammortizzati in meno di 5 anni. Parimenti abbiamo notato una maggiore attenzione dei nostri clienti verso i prodotti green a patto che questi siano di qualità superiore rispetto ai sostituti grey. Altri parametri importanti sono emersi dalla nuova visione di green marketing visto come investimento strategico su cui impostare la propria strategia aziendale nel fregiarsi di adottare soluzioni e prodotti green ed ecosostenibili. In conclusione vorrei mettere in risalto l’importanza della comunicazione che ancora oggi dal punto di vista del cliente non riesce a mettere bene a confronto i prodotti green da quelli grey. I nostri clienti in generale ci richiedono sempre maggiori certificazioni e una pubblicità comparativa più spinta. Il problema purtroppo è che ancora oggi, dal punto di vista del cliente, non è facile distinguere una ‘certificazione’ corretta tra la moltitudine di marcature green presenti nel mercato. Quindi al cliente non resta altro che acquisire informazioni attingendo da varie fonti tra cui il web in cui la confusione è massima.

3) Pensando al prodotto o servizio che offrite al mercato, in che modo questi rientrano nella classificazione di ‘Green Energy’?

La crisi economica ci ha fatto prendere coscienza che facendo leva sull’innovazione è possibile adottare politiche di sviluppo sostenibile per il futuro del nostro pianeta. Intellisystem Technologies da diversi anni produce e integra soluzioni ad hoc per il mondo green energy basandosi sulle più moderne tecnologie che rappresentano lo stato dell’arte dell’innovazione. La nostra filosofia si basa sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture e sull’ecosostenibilità. Per molti il fattore ambientale è visto come un ostacolo allo sviluppo, per noi invece è un elemento centrale e un importante fattore di crescita. Per questo continuiamo a investire nello sviluppo di soluzioni e prodotti ecosostenibili. Puntiamo sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture, sull’ecosostenibilità, e sull’attenzione all’ambiente. Di fatto i nostri prodotti si basano sul concetto di ‘green networking’ che, dal punto di vista industriale, si traduce in una maggiore integrazione, riduzione delle distanze, più automazione e di conseguenza diminuzione dei costi di esercizio. Tutto questo ci permette di offrire soluzioni moderne sempre più a favore di una maggiore sostenibilità e redditività per i nostri clienti che adottano le nostre tecnologie. La nostra filosofia di prodotti si basa sulla riduzione dello spreco di energia in ambito industriale, basti pensare, ad esempio, ai lunghi periodi di inattività dei vari dispositivi di networking durante le ore in cui le aziende non lavorano, o allo spreco di energia legato alla lunghezza dei cavi. Qualsiasi switch di rete industriale è progettato per supportare sino a 100 m di cavo, quando in media i segmenti sono di 5-10 m. In questo contesto il nostro team di ricerca e sviluppo sta lavorando su una soluzione che permetterà agli switch industriali di rilevare la lunghezza dei cavi di rete e di conseguenza regolare i consumi energetici. Grazie a questa soluzione contiamo di ridurne sino al 60% il consumo di energia elettrica. Ma non solo, nel caso degli switch industriali PoE contiamo di poter ottimizzarne il consumo di energia con meccanismi di time scheduling che disattivino il sistema PoE quando i dispositivi ad esso interconnessi non sono in uso, per esempio nelle ore notturne o durante i weekend. Per il resto puntiamo molto sugli strumenti moderni prettamente informatici che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale (ossia l’IoT, i Big Data e il Cloud Computing), poiché siamo convinti che la vera rivoluzione green non riguarderà solamente il settore delle nuove tecnologie hardware ma bensì si focalizzerà sempre più su quelle software che permetteranno di ottimizzare l’intera catena progettuale, produttiva e logistica, oltre a ridurre costi e consumi.

4) Come valutate la capacità o sensibilità verso i temi ambientali da parte dei vostri clienti diretti?

Intellisystem Technologies ha sempre messo in prima linea la sostenibilità ambientale, nella profonda convinzione che non sia in contrasto con le altre attività di business, e questo risultato va a riconoscere gli sforzi che sono stati fatti nel corso degli anni. Da diverso tempo per fortuna anche in Italia, la sensibilità ambientale è sempre più marcata, sia a livello di utenti finali sia di imprese. Di fatto i nostri clienti mostrano decisamente di apprezzare i nostri piani di sostenibilità unitamente ai nostri prodotti e soluzioni green. Proprio di recente a partire da un’analisi interna aziendale abbiamo condotto un mini studio in merito alla risposta dei nostri clienti in termini di sensibilità alle nostre iniziative green. I risultati ottenuti hanno evidenziato una maggiore propensione a spendere di più nei prodotti e servizi green a patto che il ritorno d’investimento sia più a medio termine che a lungo. Infatti dato il perdurare dell’instabilità dei mercati limita gli investimenti a quelli che possano essere ammortizzati in meno di 5 anni. Parimenti abbiamo notato una maggiore attenzione dei nostri clienti verso i prodotti green a patto che questi siano di qualità superiore rispetto ai sostituti grey. Altri parametri importanti sono emersi dalla nuova visione di green marketing visto come investimento strategico su cui impostare la propria strategia aziendale nel fregiarsi di adottare soluzioni e prodotti green ed ecosostenibili. In conclusione vorrei mettere in risalto l’importanza della comunicazione che ancora oggi dal punto di vista del cliente non riesce a mettere bene a confronto i prodotti green da quelli grey. I nostri clienti in generale ci richiedono sempre maggiori certificazioni e una pubblicità comparativa più spinta. Il problema purtroppo è che ancora oggi, dal punto di vista del cliente, non è facile distinguere una ‘certificazione’ corretta tra la moltitudine di marcature green presenti nel mercato. Quindi al cliente non resta altro che acquisire informazioni attingendo da varie fonti tra cui il web in cui la confusione è massima.

5) Di questi tempi, in molti casi, usare l’aggettivo ‘green’ è quasi un passaggio obbligato nelle iniziative di marketing se si vuole rimanere sul mercato. Quali sono le vostre esperienze in merito e, se presenti, quali sono i misurabili che aiutano a dimostrare un reale orientamento della vostra offerta?

Sono convinto che per adottare un piano di marketing che faccia leva sul concetto ‘green’ occorrano delle azioni ben specifiche. Nel caso nostro, la strategia vincente consiste nell’impostare il marketing in modo tale che i nostri clienti possano trarre vantaggi reali in termini di raggiungimento di obiettivi che a medio termine si possano tradurre in una riduzione concreta dei costi energetici. Quando mettiamo a punto una nuova strategia di green marketing siamo molto attenti nell’analizzare tutti i fattori che possano portare al successo puntando alla realizzazione di prodotti e soluzioni che possano rispondere alle esigenze reali del mercato sia nel breve sia nel lungo termine. Gli investimenti che proponiamo ai nostri clienti sono sempre economicamente sostenibili poiché scaturiscono da un’attenta analisi della concorrenza già esistente. La nostra esperienza ci insegna che il green marketing vincente si basa sul giusto trade-off tra soluzioni rispettose dell’ambiente ed economicamente convenienti. Puntiamo sempre sulla qualità dei nostri prodotti perché siamo convinti che sia l’unico modo per rimanere in gioco e per vincere la competizione quando il prezzo dei prodotti ‘green’ sarà più ragionevole o la capacità di giudizio delle aziende sarà più matura. Prima di lanciare qualsiasi strategia di green marketing facciamo riferimento a ricerche sia qualitative sia quantitative condotte sia in Italia sia all’estero. Per noi è infine molto importante che tutti in azienda, dal livello più basso ai vertici, abbiano voce in capitolo e che prendano parte al processo strategico-decisionale. Alla domanda “quali sono i principi fondamentali e le linee guida da seguire per creare un piano di green marketing di successo” rispondo che è importante riferirsi sempre al concetto di green che è relativamente ancora nuovo per molte imprese e quindi molti passi devono ancora essere fatti per rendere i nostri clienti sempre più consapevoli che un investimento in soluzioni green è un investimento valido con un ritorno a medio e lungo termine a favore dell’economia aziendale e della sostenibilità. Sono convinto che un’iniziativa finalizzata alla promozione della sostenibilità è uno dei fattori fondamentali per veicolare nuovi prodotti e servizi alle imprese e di conseguenza coinvolgerle in un progetto che sia ecosostenibile. Il marketing in un contesto di crisi economica come quella che stiamo vivendo, e di cambiamenti climatici, non può prescindere dalla customer satisfaction e dai risultati breve e medio periodo eliminando prassi molto diffuse definite con il termine ‘greenwashing’, operazione di mera facciata che di fatto in concreto non porta ad alcun effetto positivo sull’ambiente.

6) Succede a volte che alcune società siano molto attive nel realizzare prodotti, soluzioni o fornire servizi ‘green’ per i propri clienti e si dimentichino di applicare lo stesso approccio in casa propria. Quali sono le vostre esperienze in merito?

Siamo molto sensibili alle tematiche che riguardano: la responsabilità sociale, l’etica di impresa e la green economy. Siamo fortemente convinti che adottare internamente alla nostra azienda comportamenti responsabili dal punto di vista ambientale e sociale ci può consentire di competere realmente sul nostro territorio, ma anche e soprattutto all’estero. Con un dipartimento di ricerca e sviluppo sempre all’avanguardia in merito alle nuove tecnologie che riguardano il settore dell’automazione, della sicurezza e dell’IoT in genere, siamo i primi a investire nella sperimentazione di queste nuove tecnologie e metodologie sperimentandone in prima persona tutti i pro e i contro. Tengo a ribadire che oggi offrire nuove soluzioni e servizi green significa in primo luogo investire in ricerca e sviluppo. Per noi la vocazione green non rappresenta solo un’opportunità da cogliere ma è soprattutto un’occasione per la nostra azienda stessa. Progettare green significa anche operare in modo efficiente gestendo materie prime ed energia con un significativo risparmio di risorse e denaro. Dimostrare che un prodotto è sia amico dell’ambiente sia a consumo energetico minore (meno inquinante) rispetto all’analogo della concorrenza, costituisce per noi un fattore chiave per far leva sul marketing, così come investire nel benessere della comunità in cui si opera conferisce alla nostra azienda maggiore credibilità unitamente a una solida reputazione.

7) Di questi tempi, in molti casi, usare l’aggettivo ‘green’ è quasi un passaggio obbligato nelle iniziative di marketing se si vuole rimanere sul mercato. Quali sono le vostre esperienze in merito e, se presenti, quali sono i misurabili che aiutano a dimostrare un reale orientamento della vostra offerta?

Sono convinto che per adottare un piano di marketing che faccia leva sul concetto ‘green’ occorrano delle azioni ben specifiche. Nel caso nostro, la strategia vincente consiste nell’impostare il marketing in modo tale che i nostri clienti possano trarre vantaggi reali in termini di raggiungimento di obiettivi che a medio termine si possano tradurre in una riduzione concreta dei costi energetici. Quando mettiamo a punto una nuova strategia di green marketing siamo molto attenti nell’analizzare tutti i fattori che possano portare al successo puntando alla realizzazione di prodotti e soluzioni che possano rispondere alle esigenze reali del mercato sia nel breve sia nel lungo termine. Gli investimenti che proponiamo ai nostri clienti sono sempre economicamente sostenibili poiché scaturiscono da un’attenta analisi della concorrenza già esistente. La nostra esperienza ci insegna che il green marketing vincente si basa sul giusto trade-off tra soluzioni rispettose dell’ambiente ed economicamente convenienti. Puntiamo sempre sulla qualità dei nostri prodotti perché siamo convinti che sia l’unico modo per rimanere in gioco e per vincere la competizione quando il prezzo dei prodotti ‘green’ sarà più ragionevole o la capacità di giudizio delle aziende sarà più matura. Prima di lanciare qualsiasi strategia di green marketing facciamo riferimento a ricerche sia qualitative sia quantitative condotte sia in Italia sia all’estero. Per noi è infine molto importante che tutti in azienda, dal livello più basso ai vertici, abbiano voce in capitolo e che prendano parte al processo strategico-decisionale. Alla domanda “quali sono i principi fondamentali e le linee guida da seguire per creare un piano di green marketing di successo” rispondo che è importante riferirsi sempre al concetto di green che è relativamente ancora nuovo per molte imprese e quindi molti passi devono ancora essere fatti per rendere i nostri clienti sempre più consapevoli che un investimento in soluzioni green è un investimento valido con un ritorno a medio e lungo termine a favore dell’economia aziendale e della sostenibilità. Sono convinto che un’iniziativa finalizzata alla promozione della sostenibilità è uno dei fattori fondamentali per veicolare nuovi prodotti e servizi alle imprese e di conseguenza coinvolgerle in un progetto che sia ecosostenibile. Il marketing in un contesto di crisi economica come quella che stiamo vivendo, e di cambiamenti climatici, non può prescindere dalla customer satisfaction e dai risultati breve e medio periodo eliminando prassi molto diffuse definite con il termine ‘greenwashing’, operazione di mera facciata che di fatto in concreto non porta ad alcun effetto positivo sull’ambiente.

8) Succede a volte che alcune società siano molto attive nel realizzare prodotti, soluzioni o fornire servizi ‘green’ per i propri clienti e si dimentichino di applicare lo stesso approccio in casa propria. Quali sono le vostre esperienze in merito?

Siamo molto sensibili alle tematiche che riguardano: la responsabilità sociale, l’etica di impresa e la green economy. Siamo fortemente convinti che adottare internamente alla nostra azienda comportamenti responsabili dal punto di vista ambientale e sociale ci può consentire di competere realmente sul nostro territorio, ma anche e soprattutto all’estero. Con un dipartimento di ricerca e sviluppo sempre all’avanguardia in merito alle nuove tecnologie che riguardano il settore dell’automazione, della sicurezza e dell’IoT in genere, siamo i primi a investire nella sperimentazione di queste nuove tecnologie e metodologie sperimentandone in prima persona tutti i pro e i contro. Tengo a ribadire che oggi offrire nuove soluzioni e servizi green significa in primo luogo investire in ricerca e sviluppo. Per noi la vocazione green non rappresenta solo un’opportunità da cogliere ma è soprattutto un’occasione per la nostra azienda stessa. Progettare green significa anche operare in modo efficiente gestendo materie prime ed energia con un significativo risparmio di risorse e denaro. Dimostrare che un prodotto è sia amico dell’ambiente sia a consumo energetico minore (meno inquinante) rispetto all’analogo della concorrenza, costituisce per noi un fattore chiave per far leva sul marketing, così come investire nel benessere della comunità in cui si opera conferisce alla nostra azienda maggiore credibilità unitamente a una solida reputazione.

9) Pensando al prodotto o servizio che offrite al mercato, in che modo questi rientrano nella classificazione di ‘Green Energy’?

La crisi economica ci ha fatto prendere coscienza che facendo leva sull’innovazione è possibile adottare politiche di sviluppo sostenibile per il futuro del nostro pianeta. Intellisystem Technologies da diversi anni produce e integra soluzioni ad hoc per il mondo green energy basandosi sulle più moderne tecnologie che rappresentano lo stato dell’arte dell’innovazione. La nostra filosofia si basa sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture e sull’ecosostenibilità. Per molti il fattore ambientale è visto come un ostacolo allo sviluppo, per noi invece è un elemento centrale e un importante fattore di crescita. Per questo continuiamo a investire nello sviluppo di soluzioni e prodotti ecosostenibili. Puntiamo sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture, sull’ecosostenibilità, e sull’attenzione all’ambiente. Di fatto i nostri prodotti si basano sul concetto di ‘green networking’ che, dal punto di vista industriale, si traduce in una maggiore integrazione, riduzione delle distanze, più automazione e di conseguenza diminuzione dei costi di esercizio. Tutto questo ci permette di offrire soluzioni moderne sempre più a favore di una maggiore sostenibilità e redditività per i nostri clienti che adottano le nostre tecnologie. La nostra filosofia di prodotti si basa sulla riduzione dello spreco di energia in ambito industriale, basti pensare, ad esempio, ai lunghi periodi di inattività dei vari dispositivi di networking durante le ore in cui le aziende non lavorano, o allo spreco di energia legato alla lunghezza dei cavi. Qualsiasi switch di rete industriale è progettato per supportare sino a 100 m di cavo, quando in media i segmenti sono di 5-10 m. In questo contesto il nostro team di ricerca e sviluppo sta lavorando su una soluzione che permetterà agli switch industriali di rilevare la lunghezza dei cavi di rete e di conseguenza regolare i consumi energetici. Grazie a questa soluzione contiamo di ridurne sino al 60% il consumo di energia elettrica. Ma non solo, nel caso degli switch industriali PoE contiamo di poter ottimizzarne il consumo di energia con meccanismi di time scheduling che disattivino il sistema PoE quando i dispositivi ad esso interconnessi non sono in uso, per esempio nelle ore notturne o durante i weekend. Per il resto puntiamo molto sugli strumenti moderni prettamente informatici che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale (ossia l’IoT, i Big Data e il Cloud Computing), poiché siamo convinti che la vera rivoluzione green non riguarderà solamente il settore delle nuove tecnologie hardware ma bensì si focalizzerà sempre più su quelle software che permetteranno di ottimizzare l’intera catena progettuale, produttiva e logistica, oltre a ridurre costi e consumi.

10) Come valutate la capacità o sensibilità verso i temi ambientali da parte dei vostri clienti diretti?

Intellisystem Technologies ha sempre messo in prima linea la sostenibilità ambientale, nella profonda convinzione che non sia in contrasto con le altre attività di business, e questo risultato va a riconoscere gli sforzi che sono stati fatti nel corso degli anni. Da diverso tempo per fortuna anche in Italia, la sensibilità ambientale è sempre più marcata, sia a livello di utenti finali sia di imprese. Di fatto i nostri clienti mostrano decisamente di apprezzare i nostri piani di sostenibilità unitamente ai nostri prodotti e soluzioni green. Proprio di recente a partire da un’analisi interna aziendale abbiamo condotto un mini studio in merito alla risposta dei nostri clienti in termini di sensibilità alle nostre iniziative green. I risultati ottenuti hanno evidenziato una maggiore propensione a spendere di più nei prodotti e servizi green a patto che il ritorno d’investimento sia più a medio termine che a lungo. Infatti dato il perdurare dell’instabilità dei mercati limita gli investimenti a quelli che possano essere ammortizzati in meno di 5 anni. Parimenti abbiamo notato una maggiore attenzione dei nostri clienti verso i prodotti green a patto che questi siano di qualità superiore rispetto ai sostituti grey. Altri parametri importanti sono emersi dalla nuova visione di green marketing visto come investimento strategico su cui impostare la propria strategia aziendale nel fregiarsi di adottare soluzioni e prodotti green ed ecosostenibili. In conclusione vorrei mettere in risalto l’importanza della comunicazione che ancora oggi dal punto di vista del cliente non riesce a mettere bene a confronto i prodotti green da quelli grey. I nostri clienti in generale ci richiedono sempre maggiori certificazioni e una pubblicità comparativa più spinta. Il problema purtroppo è che ancora oggi, dal punto di vista del cliente, non è facile distinguere una ‘certificazione’ corretta tra la moltitudine di marcature green presenti nel mercato. Quindi al cliente non resta altro che acquisire informazioni attingendo da varie fonti tra cui il web in cui la confusione è massima.

11) Di questi tempi, in molti casi, usare l’aggettivo ‘green’ è quasi un passaggio obbligato nelle iniziative di marketing se si vuole rimanere sul mercato. Quali sono le vostre esperienze in merito e, se presenti, quali sono i misurabili che aiutano a dimostrare un reale orientamento della vostra offerta?

Sono convinto che per adottare un piano di marketing che faccia leva sul concetto ‘green’ occorrano delle azioni ben specifiche. Nel caso nostro, la strategia vincente consiste nell’impostare il marketing in modo tale che i nostri clienti possano trarre vantaggi reali in termini di raggiungimento di obiettivi che a medio termine si possano tradurre in una riduzione concreta dei costi energetici. Quando mettiamo a punto una nuova strategia di green marketing siamo molto attenti nell’analizzare tutti i fattori che possano portare al successo puntando alla realizzazione di prodotti e soluzioni che possano rispondere alle esigenze reali del mercato sia nel breve sia nel lungo termine. Gli investimenti che proponiamo ai nostri clienti sono sempre economicamente sostenibili poiché scaturiscono da un’attenta analisi della concorrenza già esistente. La nostra esperienza ci insegna che il green marketing vincente si basa sul giusto trade-off tra soluzioni rispettose dell’ambiente ed economicamente convenienti. Puntiamo sempre sulla qualità dei nostri prodotti perché siamo convinti che sia l’unico modo per rimanere in gioco e per vincere la competizione quando il prezzo dei prodotti ‘green’ sarà più ragionevole o la capacità di giudizio delle aziende sarà più matura. Prima di lanciare qualsiasi strategia di green marketing facciamo riferimento a ricerche sia qualitative sia quantitative condotte sia in Italia sia all’estero. Per noi è infine molto importante che tutti in azienda, dal livello più basso ai vertici, abbiano voce in capitolo e che prendano parte al processo strategico-decisionale. Alla domanda “quali sono i principi fondamentali e le linee guida da seguire per creare un piano di green marketing di successo” rispondo che è importante riferirsi sempre al concetto di green che è relativamente ancora nuovo per molte imprese e quindi molti passi devono ancora essere fatti per rendere i nostri clienti sempre più consapevoli che un investimento in soluzioni green è un investimento valido con un ritorno a medio e lungo termine a favore dell’economia aziendale e della sostenibilità. Sono convinto che un’iniziativa finalizzata alla promozione della sostenibilità è uno dei fattori fondamentali per veicolare nuovi prodotti e servizi alle imprese e di conseguenza coinvolgerle in un progetto che sia ecosostenibile. Il marketing in un contesto di crisi economica come quella che stiamo vivendo, e di cambiamenti climatici, non può prescindere dalla customer satisfaction e dai risultati breve e medio periodo eliminando prassi molto diffuse definite con il termine ‘greenwashing’, operazione di mera facciata che di fatto in concreto non porta ad alcun effetto positivo sull’ambiente.

12) Succede a volte che alcune società siano molto attive nel realizzare prodotti, soluzioni o fornire servizi ‘green’ per i propri clienti e si dimentichino di applicare lo stesso approccio in casa propria. Quali sono le vostre esperienze in merito?

Siamo molto sensibili alle tematiche che riguardano: la responsabilità sociale, l’etica di impresa e la green economy. Siamo fortemente convinti che adottare internamente alla nostra azienda comportamenti responsabili dal punto di vista ambientale e sociale ci può consentire di competere realmente sul nostro territorio, ma anche e soprattutto all’estero. Con un dipartimento di ricerca e sviluppo sempre all’avanguardia in merito alle nuove tecnologie che riguardano il settore dell’automazione, della sicurezza e dell’IoT in genere, siamo i primi a investire nella sperimentazione di queste nuove tecnologie e metodologie sperimentandone in prima persona tutti i pro e i contro. Tengo a ribadire che oggi offrire nuove soluzioni e servizi green significa in primo luogo investire in ricerca e sviluppo. Per noi la vocazione green non rappresenta solo un’opportunità da cogliere ma è soprattutto un’occasione per la nostra azienda stessa. Progettare green significa anche operare in modo efficiente gestendo materie prime ed energia con un significativo risparmio di risorse e denaro. Dimostrare che un prodotto è sia amico dell’ambiente sia a consumo energetico minore (meno inquinante) rispetto all’analogo della concorrenza, costituisce per noi un fattore chiave per far leva sul marketing, così come investire nel benessere della comunità in cui si opera conferisce alla nostra azienda maggiore credibilità unitamente a una solida reputazione.

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Tavola Rotonda – Automazione Oggi N. 391 (Giugno-Luglio 2016), pubblicata da M. Santovito.

Per scaricare l’Intervista pubblicata sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/it/portfolio/ao-giugno-luglio-2016

How to Defend Against Drones - Intellisystem Technologies - Randieri HD

(Italian) How to defend against drones

Sono tecnologicamente avanzati, ma hanno anche un lato oscuro che molti sottovalutano: i droni possono essere impiegati per violare la privacy altrui o commettere reati. Ecco come difendersi da queste insidie nascoste.

I droni, anche conosciuti come UAV, sono velivoli senza un pilota umano a bordo. Nati negli ultimi anni come arma tattica militare, i droni trovano oggi innumerevoli applicazioni nel campo industriale e civile: dall’aerofotogrammetria fino all’analisi termica di impianti industriali e alla vigilanza di sicurezza. Il loro volo è controllato da un pilota a terra mediante un controller remoto. Vi è un’ampia varietà di forme, dimensioni, configurazioni e caratteristiche di un drone; ma tutti vengono pilotati mediante segnali in radiofrequenza. Il mercato mondiale degli UAV cresce vertiginosamente ogni giorno, infatti, appaiono nel mercato nuovi modelli a favore della loro riduzione di costo tanto che oggi è possibile comprare un drone al costo di uno smartphone controllandone il volo mediante una semplice app. Di fatto i droni commerciali sono facili da reperire, facili da pilotare, possono essere facilmente adattati per trasportare pesi (e quindi dispositivi elettronici) volando ad un’altitudine estremamente bassa. Sicuramente un incubo per tutti coloro che sino ad oggi avevano inteso la protezione dello spazio aereo come un compito da condurre attraverso operazioni militari che prevedano il lancio di missili intercettori. La diffusione costante e continua dei droni può essere vista come una cosa positiva. C’è però da tener presente che in alcuni casi un loro utilizzo improprio può creare dei problemi. Non tutti infatti sono disposti ad avere oggetti volanti sopra le proprie teste, o sopra le proprietà private, oggetti pilotati da sconosciuti e oggi in grado di effettuare riprese video. A rigore di cronaca, ricordiamo come già nel 2013, durante un comizio, la cancelliera Angela Merkel si sia trovata a tu per tu con un drone non autorizzato atterrato a pochissimi metri dal palco. In quel caso il drone montava a bordo solamente una telecamera, ma la sua presenza ha colto tutti di sorpresa destando molto stupore e un’allerta da parte del personale addetto alla sicurezza. Più recentemente a Washington D.C. addirittura un appassionato di droni è riuscito a farne atterrare uno all’interno dei giardini della Casa Bianca, scatenando ovviamente innumerevoli reazioni dei servizi segreti. Il cattivo utilizzo dei droni commerciali ha sollevato grandi preoccupazioni anche sulla privacy delle persone più comuni in quanto la maggior parte di questi sono dotati di telecamere che possono invadere la privacy dei cittadini, scattando foto e video di persone e proprietà. Ma non solo, i droni sono sempre più usati per scopi criminali quali ad esempio il contrabbando, gli attentati terroristici e per raccogliere informazioni su qualsiasi luogo o persona si desideri. Tutto ciò sta creando anche problemi di carattere legale ed, in alcuni casi, è anche sfociato in eventi violenti.

Drone cattura drone

“LA MINACCIA RAPPRESENTATA DA QUESTI PICCOLI VELIVOLI APPARENTEMENTE INNOCUI STA CRESCENDO, FACENDO SCOPRIRE ALLA POPOLAZIONE IL GRANDE POTENZIALE DI QUESTA TECNOLOGIA“

Addirittura, negli Stati uniti, si sta pensando di promulgare una legge che permetta e autorizzi i cittadini di abbattere i droni che volano su aree private, qualora il proprietario senta violata la propria privacy. Ma non solo. Sempre negli USA è in atto un altro tentativo di regolamentare e dare la possibilità ai privati di difendersi dai droni usati per motivi professionali. Un consorzio di società che gestiscono la privacy ha messo a punto un servizio che, attraverso un sito internet con accesso gratuito consente, una volta registratisi, di creare un’area geografica off-limits per i droni, una sorta di nofly- zone. Una volta stabilita la zona di non sorvolo le aziende consorziate aggiornano i piani operativi di volo dei sofisticati droni che vengono usati da aziende per motivi lavorativi, implementando al loro interno tutte le aree vietate alla loro presenza. In Italia, è ormai noto il recente Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, ad opera dell’enAC, che ha inasprito le sanzioni e introdotto, tra l’altro, l’obbligo dei para-eliche per i droni al di sotto dei 300 grammi. Questa nuova normativa è solamente il primo passo verso una regolamentazione più ferrea dell’utilizzo dei droni. Accanto alle contromisure normative non mancano quelle tecnologiche definite col termine “operazione anti-Drone”. Il primo compito di un’operazione anti-Drone consiste nella sua individuazione: questa fase, usando il gergo militare, tecnicamente si definisce come “Surveillance & Target Acquisition”. Pur essendo molto piccoli, anche i mini-droni non sono invisibili ai radar ed emettono radiazioni termiche dai motori ed onde acustiche dalle eliche.

Aquila cattura drone - Intellisystem

Possono inoltre essere individuati attraverso contromisure elettromagnetiche capaci di captare il link video o di comando e controllo, consentendo in molti casi di determinare anche la posizione esatta del pilota. Una volta intercettato il drone è possibile tracciarne le sue traiettorie di volo e, nel caso fosse necessario, attaccarlo mediante la produzione di onde elettromagnetiche capaci di interferire con il suo funzionamento. Partendo dalla considerazione che tutti droni commerciali sono generalmente costruiti con componenti standard le cui frequenze tipiche per il controllo remoto e il link video sono sempre le stesse (più esattamente 433MHz, 900-915 MHz, 1,3 GHz, 2,4 GHz e 5,8 GHz), è molto semplice mettere in atto contromisure definite col termine di “jamming” che interrompano il collegamento radio fra il drone e il pilota. I jammers (o disturbatori di frequenze) sono degli strumenti utilizzati per inibire le trasmissioni in radiofrequenza storicamente progettati e prodotti per scopi militari e per le Forze dell’ordine in quanto, l’interruzione delle comunicazioni in un largo raggio, costituiva una valida protezione da criminali e terroristi. Alcuni, per esempio, sono stati anche destinati per inibire l’uso di detonatori per esplosivi controllati a distanza. Esistono diversi tipi di jammer, a seconda degli impieghi e degli scopi per cui si deve operare.

Jammer Multifrequenza - Intellisystem

In base al tipo di utilizzo, il jammer funziona a diverse frequenze rilasciando nell’ambiente onde radio che hanno il solo scopo di “sovrastare”, e quindi disturbare e bloccare, i segnali di trasmissione tra il drone ed il suo operatore. Considerando che alcuni droni integrano a bordo un dispositivo GPS e sono dotati di una funzione “return to home” che si attiva automaticamente nel caso si interrompa il collegamento con il pilota, dopo aver provocato un’interferenza, sarebbe anche possibile seguire il drone che fa ritorno al punto da cui è decollato, permettendo quindi di localizzare anche il pilota. Da notare che le recenti versioni di jammer anti drone presenti in commercio hanno la forma di un vero e proprio fucile ad onde elettromagnetiche che, grazie alla direttività delle antenne che integrano, provocano un disturbo selettivo indirizzato solamente verso l’oggetto che punta, nel nostro caso, appunto il drone. Sfortunatamente in Italia non esiste una normativa che, in favore della privacy, permetta l’utilizzo di qualsiasi forma di jammer poiché, in base agli Art. 340, 617 e 617 bis del Codice Penale, viene punito l’uso e l’installazione di questi sistemi. Quindi non ci rimane che aspettare del tempo sino a quando il legislatore non decida di regolamentarne l’utilizzo anche nel nostro paese così come viene fatto nel resto del mondo.

“PUR ESISTENDO SVARIATE CONTROMISURE È D’OBBLIGO UN APPROCCIO PRUDENTE SULLE NORMATIVE ASSOCIATO AD UN METODO PRAGMATICO DI APPLICAZIONE DELLA LEGGE PER TUTTI COLORO CHE IGNORANDO LE REGOLE METTONO IN PERICOLO GLI ALTRI”

Di contro esistono anche delle contromisure definite anti-jammer che danno la possibilità di rilevare l’esistenza di interferenze provocate dai jammer permettendo la loro individuazione. Oppure, i più esperti piloti di drone, possono sfruttare barriere come alberi o monumenti per evitare di essere intercettati. Le contromisure cinetiche, ovvero tutte quelle iniziative che prevedono l’abbattimento fisico del drone, a parte quelle che prevedono l’utilizzo di proiettili e missili, sono per ovvi motivi quasi sempre da escludere. I possibili danni derivanti da queste tecniche su un centro abitato sono facilmente immaginabili. Esistono però alternative cinematiche più mirate e proporzionate che allo stesso tempo sono alquanto stravaganti. Di seguito passeremo in rassegna quelle che oggi vanno più di moda tra cui alcune davvero molto bizzarre. Il drone che abbatte il drone, ad esempio, scaturisce dall’imitazione degli apparecchi volanti anti-drone già impiegati dalla polizia di Tokyo. Infatti, un gruppo di studenti della Michigan Tech university, guidata dal professore Rastgaar, ha messo a punto un prototipo di Octocottero radiocomandato in grado di individuare e disinnescare la minaccia dei droni che si siano introdotti nel proprio spazio aereo. Ribattezzando questa caccia all’intruso come la moderna “falconeria robotica”, è stato dimostrato come l’octocottero possa catturare qualunque drone nel raggio di oltre 15 metri lanciandogli una rete che lo intrappola e che di conseguenza lo fa precipitare a favore del suo recupero.

Fucile Drone Jammer

Un’altra soluzione, già da diverso tempo impiegata nei penitenziari americani, negli stadi e negli uffici governativi, prevede l’utilizzo di particolari percettori acustici ad altissima sensibilità che si attivano all’avvicinarsi di un drone, avvertendo il personale di sorveglianza. Questi speciali sensori sono stati recentemente utilizzati per vigilare sulla Maratona di Boston. Infine, concludiamo la rassegna con il metodo più ecologico che possa esistere, quello che prevede l’utilizzo di falchi ed aquile specificamente addestrati per intercettare i droni e catturarli come se fossero una loro preda. Come si può immaginare la fantasia dell’uomo è stesso sorprendente. Pensando alle possibili contromisure secondo queste ultime tecniche di difesa, non ci resta che immaginare scenari di risposta che prevedano una vera e propria battaglia tra droni in cui il drone offensivo tenderà di abbattere quello intercettore e viceversa. Tutto questo sembra surreale ma è dietro l’angolo! Il pericolo è relativamente recente e resta da vedere come sarà affrontato in situazioni di emergenza. In ogni caso, come per ogni tematica che riguarda la sicurezza esistono sempre misure e contromisure da entrambe le parti. Chi vincerà la partita sarà chi riuscirà a mettere in campo soluzioni sempre più innovative e tecnologicamente avanzate.

By Cristian Randieri. Published on Safety & Security N. 80 – May/June 2016.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/it/portfolio/ss-maggiogiugno-2016

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