Automazione Oggi - Giugno/Luglio 2016

AO Giugno-Luglio 2016

Panorama 

“Green Energy”

di M. Santovito

Introduzione 

Le aziende presenti sul mercato devono ormai fare i conti con concetti quali la sostenibilità e l’impatto ambientale, dimostrando ai propri clienti che anche loro propongono prodotti o soluzioni ‘green’ oltre a dimostrare di seguire al proprio interno procedure e politiche coerenti.

E’ indubbio che oggigiorno molte aziende presenti sul mercato debbano fare i conti con concetti quali la sostenibilità e l’impatto ambientale, dimostrando ai propri clienti che anche loro propongono prodotti o soluzioni ‘green’ oltre a dimostrare di seguire anche al proprio interno procedure e politiche coerenti. Diversamente correrebbero il rischio di perdere quote di business a favore di concorrenti più virtuosi. Modificare le proprie abitudini generalmente richiede un cambio di mentalità che non sempre è di semplice attuazione e che in aggiunta richiede investimenti economici rilevanti; tutto ciò potrebbe frenare questo tipo di cambiamento oppure limitare l’azione a una semplice attività di marketing con qualche annuncio sulla carta, nonostante i casi di successo non manchino. A conferma dell’importanza di questi argomenti, lo scorso dicembre la Commissione Europea ha pubblicato un pacchetto sull’economia circolare (http:// europa.eu/rapid/press-release_IP-15- 6203_it.htm) che prevede una serie di azioni per la chiusura dei cicli nei processi produttivi e nel ciclo di vita dei prodotti e dei servizi, con ricadute misurabili in termini di aumento delle percentuali di riciclo/riuso e di benefici tangibili per ambiente ed economia. Facciamo il punto con Cristian Randieri, president & CEO di Intellisystem Technologies (www.intellisystem.it), Guido Porro, amministratore delegato di Dassault Systèmes Italia ed EuroMed (www.3ds.com/it), Paolo Ellero, product manager di Ghisalba (www.ghisalba. com), Giancarlo Soro, country manager di Lexmark Italia (www.lexmark.com/ it_IT), Sophie Borgne, marketing director industry BU di Schneider Electric (www. schneider-electric.it/it/), Mauro Cappellari, business developer Critical Power di Socomec (www.socomec.it). 

Automazione Oggi: Pensando al prodotto o servizio che offrite al mercato, in che modo questi rientrano nella classificazione di ‘Green Energy’?

Cristian Randieri: La crisi economica ci ha fatto prendere coscienza che facendo leva sull’innovazione è possibile adottare politiche di sviluppo sostenibile per il futuro del nostro pianeta. Intellisystem Technologies da diversi anni produce e integra soluzioni ad hoc per il mondo green energy basandosi sulle più moderne tecnologie che rappresentano lo stato dell’arte dell’innovazione. La nostra filosofia si basa sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture e sull’ecosostenibilità. Per molti il fattore ambientale è visto come un ostacolo allo sviluppo, per noi invece è un elemento centrale e un importante fattore di crescita. Per questo continuiamo a investire nello sviluppo di soluzioni e prodotti ecosostenibili. Puntiamo sui servizi, sull’efficienza energetica nei comparti dell’industria e delle infrastrutture, sull’ecosostenibilità, e sull’attenzione all’ambiente. Di fatto i nostri prodotti si basano sul concetto di ‘green networking’ che, dal punto di vista industriale, si traduce in una maggiore integrazione, riduzione delle distanze, più automazione e di conseguenza diminuzione dei costi di esercizio. Tutto questo ci permette di offrire soluzioni moderne sempre più a favore di una maggiore sostenibilità e redditività per i nostri clienti che adottano le nostre tecnologie. La nostra filosofia di prodotti si basa sulla riduzione dello spreco di energia in ambito industriale, basti pensare, ad esempio, ai lunghi periodi di inattività dei vari dispositivi di networking durante le ore in cui le aziende non lavorano, o allo spreco di energia legato alla lunghezza dei cavi. Qualsiasi switch di rete industriale è progettato per supportare sino a 100 m di cavo, quando in media i segmenti sono di 5-10 m. In questo contesto il nostro team di ricerca e sviluppo sta lavorando su una soluzione che permetterà agli switch industriali di rilevare la lunghezza dei cavi di rete e di conseguenza regolare i consumi energetici. Grazie a questa soluzione contiamo di ridurne sino al 60% il consumo di energia elettrica. Ma non solo, nel caso degli switch industriali PoE contiamo di poter ottimizzarne il consumo di energia con meccanismi di time scheduling che disattivino il sistema PoE quando i dispositivi ad esso interconnessi non sono in uso, per esempio nelle ore notturne o durante i weekend. Per il resto puntiamo molto sugli strumenti moderni prettamente informatici che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale (ossia l’IoT, i Big Data e il Cloud Computing), poiché siamo convinti che la vera rivoluzione green non riguarderà solamente il settore delle nuove tecnologie hardware ma bensì si focalizzerà sempre più su quelle software che permetteranno di ottimizzare l’intera catena progettuale, produttiva e logistica, oltre a ridurre costi e consumi.

Guido Porro: Il mondo industriale può dare un contributo fondamentale alla risoluzione dei problemi ambientali e, in quest’ottica, sta effettuando cambiamenti senza precedenti nella direzione di nuove forme di energia, cure sanitarie personalizzate e città sostenibili. Gli universi virtuali che Dassault Systèmes mette a disposizione di pressoché tutti i reparti industriali consentono di prevedere possibili errori, gestire la complessità e valutare l’efficienza e l’impatto in vista di questi cambiamenti. Gli applicativi digitali della piattaforma 3DExperience consentono alle aziende di ‘pensare fuori dagli schemi’ per quanto riguarda la collaborazione, l’intelligenza delle informazioni e l’invenzione di soluzioni dirompenti che possano avere un impatto positivo sulla società, dai veicoli intelligenti senza conducente agli aerei a energia solare, dalle centrali idroelettriche alle turbine eoliche.

Paolo Ellero: I due terzi dell’energia mondiale viene utilizzata per comandare motori asincroni trifase e il 90% di questi lavorano a velocità fissa. L’eccesso di energia utilizzata da questi motori a velocità fissa crea sprechi, maggior utilizzo di carburanti fossili, inquinamento, maggiori spese, polveri nell’ambiente ecc. Come può la Ghisalba dare il suo contributo a ridurre tutto ciò? Ghisalba ha introdotto nella sua gamma di prodotti un nuovo avviatore statico STS in grado di eliminare le perdite sempre presenti in queste applicazioni tramite il sistema iERS (intelligent Energy Recovery System).

Giancarlo Soro: I team di R&D di Lexmark applicano principi di eco-design nello sviluppo dei nuovi prodotti. Ricercano soluzioni per ridurre l’impatto ambientale di un dispositivo in ogni fase del suo ciclo di vita: allungandone la durata nel tempo, evitandone l’impiego di materiali dannosi per l’ambiente, riducendo il numero di componenti e rendendone più semplice il riciclo, limitando il consumo energetico e rispettando i criteri e gli standard ambientali riconosciuti a livello internazionale. La progettazione del prodotto Lexmark, attenta alla salvaguardia dell’ambiente, è incentrata sulla riduzione dell’impatto ambientale e quindi sugli effetti che i nostri dispositivi hanno sul nostro pianeta nelle seguenti aree: ciclo di vita, consumo energetico, acustica, emissioni, materiali di consumo, imballaggio, utilizzo dei materiali, soluzioni ambientali. Relativamente alle soluzioni, Lexmark a partire dal 2010 ha ampliato sempre più la propria gamma di servizi, fino a includere soluzioni software strategiche e innovative. Le applicazioni verticali di Lexmark sono state sviluppate in un’ottica di dematerializzazione ed efficientamento dei processi di business e al contempo di salvaguardia ambientale.

Sophie Borgne: La sostenibilità globale della nostra offerta di prodotti e servizi è parte integrante della strategia Schneider Electric ed è un elemento chiave nella nostra proposizione commerciale perché la sostenibilità è anche opportunità di profitto. Tutte le nostre soluzioni, per l’industria e per tutti gli altri settori, hanno caratteristiche di efficienza energetica intrinseca e offrono prestazioni che consentono di realizzare efficienza energetica attiva nell’impresa, contribuendo quindi alla riduzione di consumi ed emissioni. Come siamo impegnati ad arrivare a essere ‘carbon neutral’ nelle nostre sedi di tutto il mondo entro il 2030, siamo anche impegnati a creare prodotti con caratteristiche green per eccellenza e questi sono i prodotti con un ecolabel specifico, Green Premium. Green Premium è una eco-label attribui-to a prodotti su cui le informazioni di sostenibilità sono complete, che riducono al minimo l’uso di materiali pericolosi, rispettando (e andando anche oltre) le norme RoHS, Reach; hanno un profilo ambientale specifico che permette di calcolarne l’impronta al carbonio e caratteristiche di end of life che ottimizzano il riciclo; hanno performance che contribuiscono a rendere le applicazioni più efficienti e sostenibili. Attualmente, da questi prodotti viene il 66,7% dei nostri ricavi; per i nostri obiettivi di sostenibilità, che misuriamo e comunichiamo ogni trimestre esattamente come facciamo per il bilancio economico, vogliamo arrivare al 75% entro il 2017.

Mauro Cappellari: Il significato di green è molto ampio e riguarda aspetti di prodotto, servizio e di condotta aziendali. L’azienda green si distingue innanzitutto per certificazioni ambientali e di prodotto. Socomec ha sviluppato una gamma di soluzioni green (gamma Green Power) che presentano un elevato rendimento in tutte le condizioni di funzionamento, per UPS singolo, parallelo e a vari livelli di carico. Il rendimento è stato inoltre certificato da ente terzo che garantisce la conformità alle specifiche. La gamma Socomec prevede inoltre soluzioni per le energie rinnovabili (sistemi di conversione per le energie rinnovabili e per l’accumulo energetico). Per quanto riguarda il servizio, Socomec propone audit specifici per rilevare assorbimenti e sprechi energetici proponendo soluzioni per l’ottimizzazione dei consumi energetici.

A.O.: Come valutate la capacità o sensibilità verso i temi ambientali da parte dei vostri clienti diretti?

Randieri: Intellisystem Technologies ha sempre messo in prima linea la sostenibilità ambientale, nella profonda convinzione che non sia in contrasto con le altre attività di business, e questo risultato va a riconoscere gli sforzi che sono stati fatti nel corso degli anni. Da diverso tempo per fortuna anche in Italia, la sensibilità ambientale è sempre più marcata, sia a livello di utenti finali sia di imprese. Di fatto i nostri clienti mostrano decisamente di apprezzare i nostri piani di sostenibilità unitamente ai nostri prodotti e soluzioni green. Proprio di recente a partire da un’analisi interna aziendale abbiamo condotto un mini studio in merito alla risposta dei nostri clienti in termini di sensibilità alle nostre iniziative green. I risultati ottenuti hanno evidenziato una maggiore propensione a spendere di più nei prodotti e servizi green a patto che il ritorno d’investimento sia più a medio termine che a lungo. Infatti dato il perdurare dell’instabilità dei mercati limita gli investimenti a quelli che possano essere ammortizzati in meno di 5 anni. Parimenti abbiamo notato una maggiore attenzione dei nostri clienti verso i prodotti green a patto che questi siano di qualità superiore rispetto ai sostituti grey. Altri parametri importanti sono emersi dalla nuova visione di green marketing visto come investimento strategico su cui impostare la propria strategia aziendale nel fregiarsi di adottare soluzioni e prodotti green ed ecosostenibili. In conclusione vorrei mettere in risalto l’importanza della comunicazione che ancora oggi dal punto di vista del cliente non riesce a mettere bene a confronto i prodotti green da quelli grey. I nostri clienti in generale ci richiedono sempre maggiori certificazioni e una pubblicità comparativa più spinta. Il problema purtroppo è che ancora oggi, dal punto di vista del cliente, non è facile distinguere una ‘certificazione’ corretta tra la moltitudine di marcature green presenti nel mercato. Quindi al cliente non resta altro che acquisire informazioni attingendo da varie fonti tra cui il web in cui la confusione è massima.

Porro: C’è un aumento significativo della sensibilità alle problematiche ambientali ma una forte differenziazione in termini di esecuzione di politiche green. Gran parte della sensibilità e degli investimenti delle imprese si rivolge alla riduzione dell’impatto che il processo produttivo nel suo complesso esercita sull’ambiente, assumendo in tal modo un atteggiamento, per così dire ‘riparativo’, mentre in misura minore si ritrovano casi in cui è lo sviluppo prodotto in sé o, addirittura, lo stesso modello di business a essere ispirato alla risoluzione della problematica ambientale, in senso ‘preventivo’. Le nostre soluzioni si propongono di abilitare i nostri clienti in questa seconda area di sviluppo, più complessa ma decisamente di maggior impatto.

Ellero: Questo argomento fino a qualche anno fa veniva spesso sottovalutato a causa di un’inadeguata sensibilizzazione del problema mentre recentemente sono sempre maggiori le richieste specifiche nei capitolati di dispositivi che aumentino l’efficienza dell’impianto.

Soro: Sostenibilità ed eco-responsabilità fanno parte dell’etica di quasi tutte le principali aziende di grandi dimensioni. Molte delle iniziative green supportate dalle corporation puntano a obiettivi davvero significativi, come ridurre il consumo energetico o le emissioni derivanti dalla produzione. Tuttavia, vi sono ulteriori possibilità per contribuire in maniera rilevante al contenimento degli sprechi e all’aumento delle eco-credenziali di un’azienda, mettendo in atto, nello specifico, una serie di piccole azioni e best practice che ogni singolo dipendente può portare a termine nel suo piccolo e che contribuiscono a ridurre il consumo energetico. Lexmark supporta i propri clienti nella riduzione dello spreco di energia e nel contenimento dell’impatto ambientale nelle pratiche di stampa. Grazie all’Analisi del Ciclo di Vita dei propri dispositivi (LCA – Life Cycle Assessment), l’azienda ha dimostrato come il maggiore impatto ambientale sia generato durante la fase di utilizzo dei dispositivi e in particolare esso sia attribuibile al consumo e allo spreco di carta. Nello specifico, la carta può incidere fino all’80% dell’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita di un dispositivo.

Borgne: I nostri clienti recepiscono il tema della sostenibilità in prima battuta come tema di efficienza energetica: è un’esigenza che si ricollega più alle proprie dinamiche e necessità di business che alla questione ambientale in sé, ma può anche rappresentare un ottimo punto di partenza per affrontare un percorso di sostenibilità ambientale. Un altro elemento su cui stiamo lavorando, e che in determinati settori è già più recepito di altri, è lo smaltimento e riciclo dei prodotti alla loro fine vita. Diciamo che il fatto di offrire ai clienti soluzioni concepite per favorire anche un facile riscontro in termini di impatto ambientale (impronta al carbonio e non solo) è comunque già uno strumento che aiuta.

Cappellari: Non sempre l’offerta green è un elemento portante nella scelta dei prodotti. L’argomento green è di interesse per alcuni settori specifici (ad esempio quello dei data center o dei clienti energivori) oppure scelte soggettive dei clienti. La sensibilità si valuta nei criteri di scelta delle apparecchiature e di caratteristiche quali i consumi energetici, le certificazioni ambientali e dei consumi da parte di enti terzi, il ricorso a soluzioni di accumulo alternative alle tradizionali al piombo, sistemi di monitoraggio dell’installazione che permettono di ottimizzarne e aumentarne la vita, contratti di service che consentono di avere un sistema che garantisca sempre il meglio delle prestazioni.

A.O.: Di questi tempi, in molti casi, usare l’aggettivo ‘green’ è quasi un passaggio obbligato nelle iniziative di marketing se si vuole rimanere sul mercato. Quali sono le vostre esperienze in merito e, se presenti, quali sono i misurabili che aiutano a dimostrare un reale orientamento della vostra offerta?

Randieri: Sono convinto che per adottare un piano di marketing che faccia leva sul concetto ‘green’ occorrano delle azioni ben specifiche. Nel caso nostro, la strategia vincente consiste nell’impostare il marketing in modo tale che i nostri clienti possano trarre vantaggi reali in termini di raggiungimento di obiettivi che a medio termine si possano tradurre in una riduzione concreta dei costi energetici. Quando mettiamo a punto una nuova strategia di green marketing siamo molto attenti nell’analizzare tutti i fattori che possano portare al successo puntando alla realizzazione di prodotti e soluzioni che possano rispondere alle esigenze reali del mercato sia nel breve sia nel lungo termine. Gli investimenti che proponiamo ai nostri clienti sono sempre economicamente sostenibili poiché scaturiscono da un’attenta analisi della concorrenza già esistente. La nostra esperienza ci insegna che il green marketing vincente si basa sul giusto trade-off tra soluzioni rispettose dell’ambiente ed economicamente convenienti. Puntiamo sempre sulla qualità dei nostri prodotti perché siamo convinti che sia l’unico modo per rimanere in gioco e per vincere la competizione quando il prezzo dei prodotti ‘green’ sarà più ragionevole o la capacità di giudizio delle aziende sarà più matura. Prima di lanciare qualsiasi strategia di green marketing facciamo riferimento a ricerche sia qualitative sia quantitative condotte sia in Italia sia all’estero. Per noi è infine molto importante che tutti in azienda, dal livello più basso ai vertici, abbiano voce in capitolo e che prendano parte al processo strategico-decisionale. Alla domanda “quali sono i principi fondamentali e le linee guida da seguire per creare un piano di green marketing di successo” rispondo che è importante riferirsi sempre al concetto di green che è relativamente ancora nuovo per molte imprese e quindi molti passi devono ancora essere fatti per rendere i nostri clienti sempre più consapevoli che un investimento in soluzioni green è un investimento valido con un ritorno a medio e lungo termine a favore dell’economia aziendale e della sostenibilità. Sono convinto che un’iniziativa finalizzata alla promozione della sostenibilità è uno dei fattori fondamentali per veicolare nuovi prodotti e servizi alle imprese e di conseguenza coinvolgerle in un progetto che sia ecosostenibile. Il marketing in un contesto di crisi economica come quella che stiamo vivendo, e di cambiamenti climatici, non può prescindere dalla customer satisfaction e dai risultati breve e medio periodo eliminando prassi molto diffuse definite con il termine ‘greenwashing’, operazione di mera facciata che di fatto in concreto non porta ad alcun effetto positivo sull’ambiente.

Porro: Per Dassault Systèmes non si tratta di iniziative marketing, ma del pilastro fondamentale del nostro business; noi sviluppiamo tecnologie e soluzioni che promuovono e favoriscono la trasformazione digitale in settori che spaziano dall’aerospaziale alle bioscienze, evidenziando la capacità dei mondi virtuali di simulare le esperienze del mondo reale per migliorarlo e perseguire una reale armonizzazione tra produzione, natura e vita. In occasione della COP21, la conferenza sul clima organizzata dalle Nazioni Unite tenutasi a Parigi lo scorso autunno, Dassault Systèmes ha illustrato il ruolo delle tecnologie industriali e della realtà virtuale nello sviluppo di soluzioni per una società sostenibile. In quell’occasione abbiamo presentato i progetti 3DexperienCity in corso con le città di Singapore e Rennes, in Francia, e le metodologie all’avanguardia per la gestione delle emissioni di anidride carbonica del quartier generale dei nostri uffici a Parigi.

Ellero: L’aggettivo green è nato da una richiesta specifica che puntava a differenziare i prodotti in quanto ‘novità’; attualmente si è trasformato in una reale esigenza produttiva che Ghisalba soddisfa con l’avviatore statico STS portando un reale risparmio di energia senza utilizzo dell’inverter dal 5 al 30%.

Soro: La lunga storia d’innovazione e impegno in ambito di Corporate Social Responsibility e Sostenibilità Ambientale di Lexmark inizia 25 anni fa con il primo programma gratuito di raccolta delle cartucce esauste: Lexmark Cartridge Collection Program (LCCP). Da allora, si sono fatti sempre più ambiziosi gli obiettivi e i traguardi raggiunti dall’azienda per la Responsabilità Sociale d’Impresa, sia a livello globale che attraverso specifici progetti locali. Lexmark pone tra i suoi principali obiettivi la riduzione delle emissioni di gas serra (42% in meno a partire dal 2005), e del consumo di acqua (utilizzo ridotto del 54% nell’ultimo decennio), attraverso programmi mirati di gestione e riciclo dell’acqua, nonché di sensibilizzazione dei dipendenti. Ma sono anche altri i traguardi raggiunti da Lexmark: come il mantenimento di una percentuale di riciclo pari ad almeno il 75% dei rifiuti generati e la riduzione del 37% delle emissioni derivanti dal trasporto dei prodotti a partire dal 2005. Altro obiettivo fondamentale per l’azienda, in termini di efficienza delle risorse, è quello di incrementare l’utilizzo di contenuti plastici riciclati dopo il consumo (postconsumer recycled, PCR) nelle cartucce toner, dall’attuale 12% al 25% entro il 2018. Lexmark sostiene i principi chiave dell’Economia Circolare che vanno dalla progettazione, produzione, distribuzione e utilizzo dei prodotti, fino alla fine del ciclo di vita e al riutilizzo dei materiali. Basti pensare che dal 1996, sono stati riutilizzati oltre 42 milioni di kg di materiale proveniente da cartucce recuperate, convertendo milioni di cartucce esauste in ricondizionate certificate Lexmark. Le cartucce toner dell’azienda vengono prodotte in diverse località nel mondo: negli USA, in Messico, in Cina e Polonia. Lexmark ha l’obiettivo esplicito di generare localmente l’80% dei propri prodotti di consumo entro il 2017, aumentando così le probabilità che una cartuccia venga commercializzata nella medesima regione in cui è stata prodotta. Questa regionalizzazione favorisce la creazione di nuovi posti di lavoro per l’economia locale, creando inoltre una supply chain più breve con un impatto di CO2 ridotto e migliorando la disponibilità dei prodotti per i clienti.

Borgne: Se c’è una cosa che non manca a Schneider Electric sono ‘i misurabili’ per dimostrare l’orientamento green della nostra offerta. Oltre i già citati prodotti con eco-label Green Premium, che offrono specifiche caratteristiche di sostenibilità, vi sono anche altri elementi che misuriamo nel nostro bilancio ‘non finanziario’, il Planet & Society Barometer, che ormai abbiamo attivato da diversi anni. In questo bilancio sono misurati i nostri impegni futuri e il livello a cui siamo arrivati nel percorso per raggiungerli, rispetto agli obiettivi che ci eravamo posti. Questi impegni sono stati rafforzati di recente in occasione del COP21 e tra di essi posso citare ad esempio l’impegno a creare il 100% dei nostri nuovi prodotti applicando un modello di progettazione specifico, l’eco Design Way, che ha al centro la sostenibilità. In quella occasione ci siamo anche presi l’impegno di arrivare a evitare 120.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica lavorando per creare servizi ‘end of life’ che più ancora di oggi consentano la sostenibilità, in particolare applicando un modello di economia circolare; e ci siamo impegnati a investire 10 miliardi di euro nei prossimi dieci anni in ricerca e sviluppo per fare innovazione legata alla sostenibilità.

Cappellari: Sono molte le caratteristiche che qualificano come green la nostra offerta; sistemi a basso impatto nei consumi (rendimento elevato, fattore di potenza di ingresso elevato, assorbimento armonico nullo); sistemi modulari per l’ottimizzazione dei consumi e per ridurre Capex e Opex; soluzioni eco-compatibili alternative agli accumulatori al piombo (flywheel, supercondensatori); prodotti con modalità di funzionamento selezionabili (Eco Mode/Energy Saver) che consentono ulteriori riduzioni dei consumi; utilizzo di componenti riciclabili oltre o in anticipo rispetto le prescrizioni normative e le direttive; adesione a consorzi e organizzazioni per lo smaltimento dei materiali.

A.O.: Succede a volte che alcune società siano molto attive nel realizzare prodotti, soluzioni o fornire servizi ‘green’ per i propri clienti e si dimentichino di applicare lo stesso approccio in casa propria. Quali sono le vostre esperienze in merito?

Randieri: Siamo molto sensibili alle tematiche che riguardano: la responsabilità sociale, l’etica di impresa e la green economy. Siamo fortemente convinti che adottare internamente alla nostra azienda comportamenti responsabili dal punto di vista ambientale e sociale ci può consentire di competere realmente sul nostro territorio, ma anche e soprattutto all’estero. Con un dipartimento di ricerca e sviluppo sempre all’avanguardia in merito alle nuove tecnologie che riguardano il settore dell’automazione, della sicurezza e dell’IoT in genere, siamo i primi a investire nella sperimentazione di queste nuove tecnologie e metodologie sperimentandone in prima persona tutti i pro e i contro. Tengo a ribadire che oggi offrire nuove soluzioni e servizi green significa in primo luogo investire in ricerca e sviluppo. Per noi la vocazione green non rappresenta solo un’opportunità da cogliere ma è soprattutto un’occasione per la nostra azienda stessa. Progettare green significa anche operare in modo efficiente gestendo materie prime ed energia con un significativo risparmio di risorse e denaro. Dimostrare che un prodotto è sia amico dell’ambiente sia a consumo energetico minore (meno inquinante) rispetto all’analogo della concorrenza, costituisce per noi un fattore chiave per far leva sul marketing, così come investire nel benessere della comunità in cui si opera conferisce alla nostra azienda maggiore credibilità unitamente a una solida reputazione.

Porro: Dassault Systèmes a fine 2015 è stata classificata da Corporate Knights, la seconda società più sostenibile al mondo. Questo è il quinto anno consecutivo in cui siamo presenti ai primi posti di questa classifica, universalmente riconosciuta, la cui analisi prende in considerazione indicatori chiave quali impatto ambientale, sociale, finanziario e capacità d’innovazione. Siamo una società che implementa una strategia globale che mira a trasformare e ottimizzare le proprie attività per ridurre il nostro impatto sull’ambiente. Dassault Systèmes vuole essere una ‘net-positive company’, ovvero un’azienda che restituisce all’ambiente più di quanto prenda dallo stesso per lo svolgimento delle proprie attività. Abbiamo recentemente collaborato con l’Università di Harvard che ha condotto uno studio in proposito, proprio per consolidare questa strategia d’impatto ambientale e sociale.

Ellero: Gli avviatori statici Ghisalba STS, prima di essere introdotti sul mercato, vengono testati sulle macchine di produzione per un reale test sul risparmio energetico oltre che a un utile banco di prova.

Soro: Noi proponiamo ai nostri clienti proprio quello che abbiamo fatto in casa nostra, ovvero proponiamo il nostro approccio ‘Print Less, Save More’ e il nostro modello di business attraverso i Servizi di Stampa Gestiti (MPS – Managed Print Services). Abbiamo ottimizzato in tutte le sedi Lexmark del mondo l’infrastruttura di stampa ed efficientato i processi di business attraverso le nostre soluzioni di gestione documentale che hanno consentito una significativa riduzione dei costi, una maggiore efficienza e produttività aziendale, nonché un contenimento dell’impatto ambientale attraverso l’eliminazione degli sprechi di carta e dei processi manuali e ripetitivi in favore di quelli automatici ed elettronici.

Borgne: La nostra esperienza è che applichiamo in casa così come verso i clienti gli stessi principi. Il già citato Planet & Society Barometer è la nostra guida molto stringente per quanto riguarda la sostenibilità delle attività del nostro gruppo, che peraltro ci è riconosciuta a livello mondiale: siamo da molti anni nella parte alta della classifica delle Most Sustainable Companies di Corporate Knights e ad esempio l’azienda è parte della Climate ‘A’ List che include le aziende con le migliori performance rispetto alla riduzione dell’impatto ambientale. Internamente il nostro impegno è incessante: sia per rendere le nostre sedi più sostenibili, applicandovi tecnologie e soluzioni che permettono di avere certificazioni come la 50001 ad esempio, sia verso i nostri fornitori a chi chiediamo di rispettare guideline precise. Abbiamo anche l’obiettivo di arrivare a fare di 100 dei nostri siti industriali entro il 2017 siti che si pongono di arrivare a una situazione di ‘zero waste to landfill’, ci impegniamo a ridurre le emissioni di CO2 da trasporti, a usare più risorse rinnovabili e molto altro ancora. La nostra esperienza è che la sostenibilità è fattore di competitività: quanto investito per ottenerla si trasforma in vantaggi importanti per il nostro business.

Cappellari: Per Socomec il Green è una scelta responsabile e coerente che si manifesta nel quotidiano. Socomec ha scelto la politica dell’Eco Design che si manifesta in vari aspetti: nello sviluppo di soluzioni innovative a bassi consumi; nello sviluppo di soluzioni per energie rinnovabili e per l’efficienza energetica; nella riduzione dell’impatto ambientale tramite la certificazione ISO 14001; nella riduzione dell’impatto ambientale dei propri prodotti dalla progettazione all’intero ciclo di vita; nella fornitura ai client di informazioni (Product Environment Profile) o eco dichiarazioni in conformità agli standard ambientali quali l’ISO 14025; nell’utilizzo di sostanze non nocive; nell’utilizzo di materiali riciclabili; nell’acquisto eco-responsabile della componentistica; nell’impegno nei comitati normativi e associazioni a difesa dell’eco-design. A supporto della politica ambientale, Socomec ha siglato inoltre documenti ufficiali emessi da istituzioni europee e internazionali a sostegno dell’ambiente: Capiel CoC, Green Grid, Global Compact, European CoC.

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Tavola Rotonda pubblicata su Automazione Oggi N. 391 – Giugno/Luglio 2016 – Anno 32

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