Articoli Intellisystem

Mechatronics “Evolution and Integration in the Automation World”
Mechatronics Evolution and Integration - Intellisystem - Randieri HD

Mechatronics “Evolution and Integration in the Automation World”

Abbiamo chiesto ad alcuni esperti del settore di parlarci dell’evoluzione e dell’integrazione della meccatronica nel mondo automation. Quali saranno i nuovi scenari? Quali i nuovi player?

Con Cristian Randieri, presidente e CEO di Intellisystem Technologies; Sabina Cristini, presidente gruppo Meccatronica di Anie Automazione; Edgardo Porta, direttore marketing di Rittal; Cristiano Cominotto, managing partner at Assistenza Legale Premium, Studio Legale Cominotto.

Di seguito riportiamo l’estratto dell’articolo riguardante le risposte date da parte del nostro Presidente e CEO Cristian Randieri

1) Quali sono i principali e/o i più interessanti mercati di destinazione delle tecnologie meccatroniche?

Randieri: La Meccatronica, intesa come area di convergenza tra le tecnologie dell’elettronica, della meccanica e dell’informatica, rappresenta un comparto trasversale di grande interesse per aziende come Intellisystem Technologies che ha sviluppato un ampio ventaglio di prodotti, hardware e software, con particolare focus sul settore dell’automazione industriale e del motion control. Lo strumento migliore per valutare i più interessanti mercati di destinazione delle tecnologie meccatroniche e quello di recarsi presso le varie fiere di settore, confrontarsi con gli operatori presenti, incontrare clienti, collaboratori e partner commerciali che con la loro esperienza sono sempre in grado di arricchire la propria visione del mercato. In contesti come questi e naturale fare considerazioni sui trend, sui cambiamenti e sulle opportunità offerti dai nuovi mercati destinati alle tecnologie meccatroniche. Considerando il fatto che e difficile individuare un ‘prodotto meccatronico’, in quanto tale, poichè l’attività meccatronica consiste in una progettazione integrata che tiene conto di tre elementi quali meccanica, elettronica e informatica. Volendo considerare i settori economici tradizionali del sistema produttivo, ossia quelli utilizzati nelle classificazioni nazionali e internazionali, non e possibile identificare i settori economici tipicamente meccatronici, non essendo la meccatronica un settore economico ben definito, ma al contempo trasversale a molteplici settori. Da cui ne consegue che il ventaglio dei mercati che possono essere identificati come appartenenti al sistema della meccatronica risulta decisamente ampio. A mio avviso i mercati più interessanti sono quelli che interessano il mercato dell’automazione industriale applicato ai macchinari industriali che spaziano da quelli della costruzione delle moderne stampanti 3D sino ad arrivare alla realizzazione di robot evoluti che per il loro funzionamento utilizzano algoritmi basati sulle moderne tecniche d’intelligenza artificiale.

2) Cosa significa progettare una macchina industriale in un’ottica meccatronica?

Randieri: La progettazione di una macchina moderna non può prescindere dall’applicare i principi su cui si basa la meccatronica che in un certo senso obbligano i progettisti ad abbandonare tutti gli schemi di progettazione validi sino a qualche anno fa. Tali schemi progettuali erano regolati da una rigida successione di fasi in cui gli aspetti meccanici, elettrici e informatici erano considerati separatamente e sequenzialmente caratterizzati da scelte non sufficientemente bilanciate nei diversi ambiti meccanico, elettrico e informatico. Negli ultimi anni la filosofia di progettazione di impianti e macchine e profondamente mutata, e emerso con sempre maggiore rilevanza il problema dell’integrazione tra le parti componenti la macchina (o l’impianto) al fine di costituire un vero e proprio sistema meccatronico. L’approccio meccatronico richiede l’adozione di una metodologia progettuale coerente con l’integrazione proposta, secondo criteri propri da quella che viene definita come ‘concurrent engineering’ che prevede lo sviluppo concorrente delle varie risorse progettuali. Più facile a dirsi che a farsi, poichè di fatto ci si trova a dover affrontare problematiche dovute a un’insufficiente flessibilità organizzativa degli ambiti aziendali spesso associata all’indisponibilità di strumenti di prototipazione virtuale adatti allo scopo. Infatti, pur essendo tali mezzi sufficientemente sviluppati all’interno di aree disciplinari omogenee o affini, essi non risultano ancora idonei a integrare pienamente e in modo efficace settori diversi.

3) A macchina realizzata, quanto vale la ricerca, la formazione e la conoscenza sul campo?

Randieri: La meccatronica e i temi a essa collegati rappresentano un importante fattore di competitività per le aziende. Ciò significa anche sviluppare prodotti sempre più guidati dalle esigenze specifiche dei clienti, che siano al tempo stesso sempre più affidabili e supportati da servizi sofisticati e innovativi. La massima valorizzazione di una macchina meccatronica si ottiene quando questa viene utilizzata sfruttando appieno tutte le sue potenzialità. Per ottenere ciò sono richieste figure professionali con un profilo spiccatamente interdisciplinare e sistemistico, in grado cioè di dialogare con specialisti appartenenti ad aree tecnologiche differenti e quindi di integrare le competenze dei diversi settori applicativi in una visione sistemistica del processo di progettazione, integrazione e funzionamento. Purtroppo queste figure professionali sono difficili da trovare e ciò implica una costante formazione da condurre all’interno dell’azienda per garantire ai clienti il miglior supporto che scaturisce dalla massima conoscenza sul campo. Ovviamente i costi di tale formazione non sono indifferenti e rappresentano un investimento che va ammortizzato negli anni sicuramente ricompensato dal risultato finale che prevede la progettazione, realizzazione e messa in opera di una macchina moderna che sino a qualche anno fa era impensabile poter realizzare.

4) La meccatronica ‘integra’ automazione, meccanica, elettronica, informatica. Come sarà tra 10 anni?

Randieri: La meccatronica di per se rappresenta uno stadio naturale del processo evolutivo della progettazione ingegneristica e della conseguente evoluzione dei sistemi di movimentazione. Essendo una materia di tipo interdisciplinare, in cui si fondono le conoscenze proprie dei settori meccanico, elettrico, elettronico e informatico, la meccatronica nel prossimo futuro permetterà di affrontare in modo sempre più organico le problematiche relative alla progettazione di sistemi complessi e fortemente integrati (quali robot, macchine utensili, dispositivi servocomandi per autoveicoli, aerei, etc.). Sono convinto che la meccatronica tra dieci anni avrà fatto un enorme salto di qualità grazie alla sempre più concreta applicazione delle tecniche di modellazione basate sugli algoritmi di intelligenza artificiale che permetteranno di progettare i cosiddetti ‘Sensori Virtuali’ che rappresenteranno il futuro della meccatronica stessa. L’idea e quella di eliminare i sensori fisici della macchina per sfruttare la matematica e la teoria dei controlli per ottenere sempre più informazioni. Grazie a questa rivoluzionaria idea, in teoria, non sarà più necessario inserire ulteriori encoder esterni, sensori di coppia o sensori di forza, che si possono usurare nel tempo. Basterà partire da grandezze disponibili per estrapolare quelle difficilmente misurabili a partire dal modello matematico del sistema ottenuto mediante la simulazione al computer di algoritmi neurali o basati sulla fuzzy logic. Tutto questo consentirà la realizzazione della relativa movimentazione controllata senza sovradimensionare né la struttura meccanica né i componenti, al fine di rendere il sistema economicamente più conveniente e robusto. Inoltre ciò permetterà di ottenere migliori prestazioni funzionali associati a minori costi di gestione e manutenzione, rendendo nel contempo più semplice per gli utenti il controllo e la diagnostica dei processi che di contro diverranno sempre più complessi.

5) Chi potranno essere i principali player del futuro? Quale ‘quid’ dovranno avere per primeggiare sul mercato?

Randieri: I maggiori player del futuro saranno coloro che riusciranno a massimizzare la fondamentale capacita di collaborare tra diverse aziende e il mondo della ricerca, attraendo talenti dotati di competenze nuove nonché investimenti per favorire la nascita di nuove imprese. Faranno la differenza le aziende che riusciranno a soddisfare due più grandi aspettative del mercato meccatronico ovvero la sensoristica e la progressiva unione del mondo consumer con quello industriale. In realtà la seconda aspettativa e determinata dai continui progressi della prima poichè già oggi la sensoristica si sta estendendo su tutti i prodotti tra cui quelli più piccoli e a basso costo utilizzati per raccogliere informazioni sul campo permettendo di trasmetterle e di riceverle dagli altri livelli della catena con il risultato di una continua ottimizzazione. Sino a qualche tempo fa il mondo industriale era rimasto un po’ indietro rispetto al mondo consumer sempre più caratterizzato da strumenti tecnologicamente avanzati e smart come ad esempio gli smartphone e i tablet e così via. Oggi prendiamo sempre più coscienza del fatto che queste tecnologie avrebbero un impatto significativo se introdotte adeguatamente anche a livello industriale.

6) A quali normative deve sottostare la ‘meccatronica’?

Randieri: La meccatronica copre campi d’applicazione cosi vasti che di fatto non e possibile prevedere un’unica normativa che possa regolamentarli tutti assieme. Ogni applicazione dovrà essere regolamentata con norme ad hoc. Nel caso nostro essendo produttori di droni industriali abbiamo di recente assistito alla regolamentazione dell’utilizzo dei medesimi da parte dell’Enac che ne ha fissato in modo scrupoloso le varie direttive d’impiego. Altre regolamentazioni nasceranno man mano che se ne presenterà l’esigenza. Un esempio sarà quello della regolamentazione della BioMeccatronica che e una branca comune alla bionica e alla meccatronica che tra i vari obiettivi ha quello di riprodurre con tecnologie cibernetiche le funzioni motorie degli esseri viventi tra cui l’essere umano.

7) Tenendo in considerazione come è cambiato il mercato negli ultimi 10 anni, come sono cambiati, di conseguenza, i problemi legali che affliggono le società del settore? E come è cambiato l’approccio da parte dell’azienda agli stessi?

Randieri: Considerando l’evoluzione che il mercato ha subito negli ultimi dieci anni in azienda abbiamo assistito a un progressivo spostamento dei problemi legali tipici delle responsabilità della progettazione a quelli della sicurezza informatica. Tutto ciò e iniziato con il diffondersi delle applicazioni industriali basate sul cloud computing. Con l’avvento di queste nuove tecnologie bisogna partire dal presupposto che la sicurezza aziendale non e più affrontabile seguendo una logica di prodotto da acquistare e installare localmente. Rappresenta, in teoria, un servizio da personalizzare in una logica di processo, in accordo con le strategie e gli specifici obiettivi di business. Di fatto ancora oggi gli aspetti legali che le aziende guardano con maggior sospetto sono per lo più connessi al possesso, alla sicurezza e alla protezione del dato. Altro tema molto importante che scaturisce dalla trasversalità della meccatronica unitamente al concetto di Industry 4.0 e quello che scaturisce dalla nascita di nuovi modelli di business legati a nuovi modelli di cooperazione che rappresentano una sfida reale per le parti coinvolte. Problemi legali e questioni di proprietà intellettuale stanno diventando sempre più preponderanti. Se poi mettiamo di mezzo anche il nuovo concetto di automation open source risulta chiaro che non e facile districarsi all’interno di tutte queste nuove tematiche legali sino ad ora mai affrontate tutte assieme e in un unico contesto, quello meccatronico.

8) Quanto è importante regolamentare contrattualmente le questioni aziendali? Vi è mai capitato che problemi emersi avrebbero potuto essere risolti in anticipo se fossero stati meglio regolati contrattualmente? Ha qualche caso pratico da raccontare?

Randieri: Quando parliamo di questioni aziendali e possibile ricondurli quasi sempre a un aspetto molto importante, spesse volte non considerato appieno dai vari manager, quello della ‘Business Ethics’ o etica d’impresa. Ovvero, lo studio di come le aziende affrontano il problema etico mentre cercano di perseguire i loro equilibri. Spesso l’analisi del rapporto tra l’etica e l’azione dell’impresa e riconducibile alla tematica del rispetto delle leggi vigenti. Si pensi ad esempio alle leggi a tutela dell’ambiente e dei lavoratori. Il problema nasce quando la legge non e ancora giunta a regolamentare determinate questioni che possono porre delle criticità nel piano etico per cui i vari manager si trovano nella situazione di non avere una ‘guida’ giuridica, ma solamente una di tipo ‘morale’. Ciò capita in molti settori innovativi tra cui alcune branche della meccatronica, come la BioMeccatronica, o come e capitato in passato con l’utilizzo di droni senza alcuna regolamentazione che ha tardato a essere stata elaborata.

___________

Tavola Rotonda – Automazione Oggi N. 388 (Marzo 2016), pubblicata da Antonella Cattaneo.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/ao-marzo-2016-2/

ITEX100 A New Industrial TVCC System ATEX Certified for Oil&Gas Applications - Intellisystem - Randieri HD

ITEX100 – A New Industrial TVCC System ATEX Certified for Oil&Gas Applications

La telecamera Itex100 presentata da Intellisystem Technologies è ideale per il monitoraggio video professionale in ambienti industriali critici caratterizzati da un’atmosfera potenzialmente esplosiva per la presenza di gas o polveri infiammabili, tipici del settore oil&gas, marittimo o industriale. Grazie alla struttura in acciaio Inox Aisi 316L, con grado di protezione IP68, questo prodotto vanta una robustezza non indifferente. Il suo utilizzo è infatti destinato a industrie chimiche, petroliere e altri ambienti caratterizzati da alte temperature e atmosfere corrosive. Il sistema auto-heat integrato permette al processo di funzionare stabilmente da -45 °C a 60 °C per lunghi periodi. Il sistema di ripresa può essere comandato anche a distanze notevoli grazie alla tecnica di comunicazione Ethernet integrata. A seconda delle necessità Itex100, certificata Exd CT6/ DIP A21 TA, T6, può essere equipaggiata con sistemi di ripresa a infrarossi o termici.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Automazione Oggi N. 388 – Marzo 2016.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/ao-marzo-2016/

Interview to Cristian Randieri Industrial PC Trend Intellisystem

Interview to Cristian Randieri “Industrial Computer Market Trend”

D: Qual è la sua opinione riguardo l’andamento del mercato (rallentamento, crescita, forte incremento…)?

R: Il rapporto “Industrial PC (IPC) Market: Trends & Opportunities (2015-2019)” di Research and Markets analizza le opportunità potenziali e le tendenze significative nel settore IPC, fornendo un’analisi del dimensionamento del mercato IPC e della sua futura crescita basandosi sui risultati ottenuti nel periodo 2010-2014. Secondo lo studio tale segmento dovrebbe essere in più rapida crescita per i prossimi cinque anni, grazie ai progressi tecnici ottenuti mediante l’impiego di tecnologie sempre più moderne. Il rapporto mette in risalto che nella produzione di IPC il mercato EMEA dovrebbe avere la maggiore quota di mercato. Purtroppo lo scenario italiano è ben diverso. Nel nostro Paese c’è oramai la consapevolezza che per superare la crisi creando nuova occupazione sia necessario rilocalizzare l’attività produttiva entro i confini nazionali. Sicuramente il deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro che si è stabilizzato per tutto il 2015 contribuirà a stimolare l’esportazione dei prodotti e sistemi Made in Italy. Grazie a questo per tutto il 2015 si è percepito un miglioramento marginale dell’andamento del mercato dando ad aziende come la nostra maggiore fiducia per il 2016.

D: Quali sono le principali strategie adottate dalla vostra società sul breve/medio periodo per soddisfare al meglio le richieste di questo mercato?

R: Intellisystem Technologies da sempre ha investito in maniera rilevante, rispetto alla sua dimensione, in attività di R&S. Nel breve/medio periodo ci si deve focalizzare sempre più sul concetto di ‘Open Source Automation’, ovvero l’automazione basata su software Open Source e infrastrutture tecnologiche ‘Open Standard’ puntando verso l’integrazione di queste nuove tecniche con strumenti di sviluppo software standard al fine di renderli sempre più flessibili e soprattutto facili da usare. Bisogna anche sempre porre maggiore attenzione alle potenzialità offerte dal digitale per innovare servizi, prodotti e processi, attraverso il ricorso al web, al cloud computing, all’IOT, ai big data e a tutte le nuove applicazioni siano esse in rete e in mobilità.

D: In che modo state implementando queste strategie (stipula di accordi/collaborazioni, nuove acquisizioni, investimento in attività di ricerca e sviluppo, in risorse umane…)?

R: Intellisystem Technologies, come tutte le altre aziende italiane, si trova di fronte a una sfida importante: colmare il gap digitale facendo leva sul proprio team di ricerca e sviluppo per portare sul mercato la vera innovazione. Lo sforzo maggiore è quello di adottare diverse strategie senza mai perdere di riferimento la sincronizzazione degli investimenti negli organici delle varie aree aziendali tra cui l’adeguamento quantitativo e qualitativo della struttura commerciale. Anche questa necessita di figure professionali “chiave” e da qui l’impiego di field application engineer con lo scopo di affiancare la struttura commerciale in tutte le attività di pre-vendita e di assistenza.

D: Quali sono i settori applicativi più promettenti?

R: Tra i settori applicativi più promettenti si farà sempre più spazio la naturale estensione delle moderne tecniche basate sul Cloud Computing, l’IoT e i big data, ovvero il Cognitive Computing definito come l’insieme dei sistemi informativi e applicazioni che consentano di percepire, comprendere e agire. Di fatto il Cognitive Computing ci proietterà verso quella che viene definita come Industry 4.0, che rappresenta il passaggio dal paradigma della produzione centralizzata a quella decentralizzata capovolgendo di fatto la classica logica di produzione, con macchinari e/o oggetti intelligenti che comunicano e gestiscono in maniera indipendente i processi interagendo con i mondi reali e virtuali.

D: Quali sono i principali fattori che distinguono la vostra azienda rispetto ai concorrenti?

R: Sicuramente i fattori che distinguono in modo intangibile la nostra realtà aziendale sono: il nostro pensiero strategico, l’adattabilità e la curiosità. È proprio questa idea di difformità che ci contraddistingue come un’azienda protagonista della trasformazione digitale da una classica di tipo “follower”. Tutto ciò ci permette di concentrarci sulla crescita attraverso le più moderne soluzioni e tecniche digitali. Al tempo stesso spingiamo molto sullo sviluppo attraverso una molteplicità di strumenti e obiettivi concentrandoci sempre sulla riduzione dello skill shortage, sul processo di gestione del cambiamento e sulla collaborazione cross-funzionale.

D: Pur non avendo la sfera di cristallo, quali sono le previsioni sul lungo termine?

R: I principali trend per il 2016 per la prima volta saranno rappresentati dell’evoluzione del business e del comportamento delle imprese e dei consumatori. Da cui scaturiscono diversi concetti: l’azienda senza confini che basa la forza lavoro sul concetto di crowd source; il ruolo centrale delle informazioni (data supply chain) e dell’hardware nella sua indispensabile scalabilità, portabilità e modularità; l’importanza del software e delle applicazioni visti nell’ottica di un mondo ormai digitale; la centralità della resilienza architetturale (definita come build to survive failure) come perno per il non-stop business e il disater recovery. I quattro pilastri della trasformazione del business in digitale sono: lo sviluppo del mobile, dei sistemi connessi e dei pagamenti; lo sviluppo del social, fino alla sharing economy; l’evoluzione del comportamento del consumatore, sempre meno fedele e sempre più attivo; l’affermazione dell’IoT in tutti i comparti. Evoluzioni importanti si vedranno nel Cognitive Computing e nella sua interazione con la robotica; nell’intersezione tra IoT e sharing economy; nel rafforzamento della supply chain del dato. Altri trend che guideranno l’evoluzione tecnologica del mercato IPC dei prossimi anni saranno rappresentati da una miniaturizzazione più spinta e dalla risposta alle nuove esigenze di sicurezza.

__________

Intervista a Cristian Randieri pubblicata sulla rivista EO News N. 594 – Febbraio 2016

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/eonews-febbraio-2016/

Networks Convergence Potentials & Problems Intellisystem

Networks Convergence “Potential & Problems” – La Convergenza delle Reti “Potenzialità e Criticità”

Per comprendere le potenzialità e le criticità della convergenza delle reti, passando dalle telecomunicazioni (TLC) alle tecnologie dell’informazione e delle comunicazione (ICT) all’Internet delle cose (IOT): abbiamo intervistato i referenti di alcune tra le più importanti imprese nel settore dell’automazione industriale. Vediamo cosa hanno detto

Con Cristian Randieri, presidente e CEO di Intellisystem Technologies; Sophie Borgne, marketing director Industry BU di Schneider Electric; Alberto Griffini, manager Advanced PLC&Scada di Mitsubishi Electric; Roberto Motta, solution architect team leader Connected Enterprise di Rockwell Automation; Cristian Sartori, industrial communication product manager di Siemens Italia; Marika Silla, marketing specialist di Advantech; Francesco Tieghi, responsabile digital marketing di ServiTecno; Alexander Bufalino, chief marketing officer di Telit; Michele Frassini, responsabile sales and marketing M2M e IoT di Vodafone Italia.

______

Oggi la convergenza delle reti si sta facendo via via sempre più spinta: reti dati che trasportano anche l’alimentazione e consentono di ridurre i cablaggi, reti industriali accessibili via web e che dal web traggono informazioni per il funzionamento dei dispositivi, reti nate per il mondo ‘office’ o aziendale che si ‘trasformano’ per ‘scendere’ in campo e, doverosamente ‘modificate’ e irrobustite, vengono utilizzare anche dall’industria. Con l’avvento di concetti quali Industry 4.0 e lo svilupparsi dell’idea della ‘fabbrica interconnessa’, poi, era inevitabile che il fenomeno della convergenza si acuisse ancora di più. Con tutte le problematiche e criticità che esso comporta, da quelle legate alla sicurezza dei dati e alla privacy, alla necessità di dotarsi di soluzioni in grado di resistere alle difficili condizioni ambientali del mondo manifatturiero. Centrali poi si stanno rivelando i problemi legati alla standardizzazione dei protocolli e all’interoperabilità delle soluzioni impiegate, perché, per poter scambiare informazioni e costruire applicazioni ‘intelligenti’ sulla base dei dati raccolti, occorre che i diversi dispositivi in gioco ‘parlino’ la stessa lingua e possano quindi ‘comprendersi’. Cosa a oggi non scontata e alla quale gli organismi regolatori dovranno dare al più presto una risposta… Abbiamo cercato di capire con i maggiori vendor del settore dove ci porterà questo trend. Già ora vediamo affacciarsi sul mercato industriale nuovi player e soggetti il cui business era prima focalizzato su ambiti affini ma separati. Gli operatori Telecom, per esempio, cominciano a vedere nel mondo industriale un interessante ambito di sviluppo per le applicazioni che si basano sulle reti. Dall’m2m all’Internet of Things le reti di telecomunicazione potranno giocare un ruolo importante e le Telco intendono sfruttare a pieno questo business proponendo anche soluzioni proprie. È un mercato ancora tutto da costruire, dove mandano applicazioni e dove c’è spazio un po’ per tutti i soggetti per crescere. Vediamo dunque quali sono le impressioni raccolte da Fieldbus&Networks e quali le esperienze maturate in questo ambito.

Di seguito riportiamo l’estratto dell’articolo riguardante le risposte date da parte del nostro Presidente e CEO Cristian Randieri

1) Quali sono i requisiti e le priorità su cui si basa la vostra strategia di convergenza delle reti dal livello aziendale al livello di singolo impianto di produzione?

Storicamente il fenomeno della convergenza delle reti è nato come processo di integrazione all’interno di ciascuno dei seguenti settori: le tecnologie (informatica e telecomunicazioni), con i relativi standard tecnici e i mercati, con tendenza alla confluenza di aree in antecedenza rigorosamente distinte. Progressivamente, il processo di convergenza si è esteso a un’integrazione tra diversi settori, con una spiccata tendenza a creare un interlacciamento sempre più profondo tra di essi. Il driver della convergenza delle reti, sino a qualche tempo fa, è stato legato alla confluenza tra informatica e TLC (ICT), processo che per molti anni è stato caratterizzato da aspetti di forte confluenza tecnologica, rimanendo praticamente sterile dal punto di vista di un’unificazione e potenziamento dei mercati. Dall’inizio degli anni ‘90 la tecnologia ICT ha iniziato a trasformarsi in un nuovo unico segmento di mercato e, da allora, l’unione delle due tecnologie si è rivelata indispensabile per fornire reti e applicazioni di tipo innovativo. Il ruolo di Internet è stato certamente fondamentale nel portare a compimento questo processo, dando un forte impulso alle tecniche di trasporto dell’informazione mediante un servizio con una qualità definita e controllata. Oggi si sta assistendo a una naturale evoluzione dell’ITC verso l’integrazione con sistemi elettronici, da cui scaturisce la filiera dell’Internet delle Cose. Mai come in passato si è assistiti a una totale convergenza delle tecnologie basate sull’informatica, l’elettronica e le telecomunicazioni. Nuove dinamiche della domanda e della tecnologia pongono le imprese dell’intera filiera dinanzi a scelte strategiche complesse e per nulla scontate, da cui dipenderanno in larga misura la diffusione delle medesime. Nel caso nostro, poiché la nostra realtà aziendale si basa sulla ricerca e sviluppo di nuove soluzioni nel campo ingegneristico industriale, tale evoluzione rappresenta un vantaggio, poiché oggi non si può parlare di ricerca e sviluppo se non si ha la completa padronanza delle tre tecnologie basate sull’informatica, elettronica e telecomunicazione”.

2) In che modo si può garantire un livello di standardizzazione per componenti, protocolli di comunicazione e mezzi trasmissivi tale da garantire l’interoperabilità dei sistemi forniti da diverse aziende?

Il mondo ICT si trova oggi nel mezzo di una fase di discontinuità tecnologica e di mercato. La discontinuità tecnologica può essere sinteticamente spiegata ricordando che la diffusione dei sistemi elettronici gestibili tramite Internet ha schiuso negli ultimissimi tempi nuovi scenari di convergenza che da circa un decennio hanno animato dibattiti in tutto il mondo in termini di standardizzazione. La discontinuità di mercato, diretta conseguenza della prima, è data dalla circostanza che il nuovo scenario di concorrenza e/o cooperazione fra differenti piattaforme e standard fa emergere nuovi possibili bisogni dei consumatori, dunque nuove opportunità e rischi per le imprese della filiera. Più in dettaglio, occorrerà aumentare il livello di standardizzazione dei componenti, dei protocolli di comunicazione e dei mezzi trasmissivi con l’obiettivo di ottenere l’interoperabilità di sistemi forniti da diverse aziende. Affinché il mercato dell’IoT possa decollare è fondamentale condividere le informazioni, accordarsi sugli standard tecnologici, fare ‘mash-up’ applicativo. Soprattutto, è necessario che cambi il modello di business: le aziende dovranno accettare che prima di competere, e per poterlo fare al meglio, è fondamentale cooperare. Più facile a dirsi che a farsi. La soluzione migliore sarebbe quella di definire uno o più standard internazionali, che, poggiandosi su protocolli standard, possano scongiurare una frammentazione del mercato.

3) Come interagisce la convergenza delle reti con le altre soluzioni tecnologiche come i big data, il cloud e le app digitali?

La convergenza delle reti con le altre soluzioni tecnologiche come i big data, il cloud e le app digitali aprono nuovi. È ciò che promette l’IoT non senza preoccupazioni da parte dei CIO e degli IT manager i quali, consapevoli delle opportunità e del valore di business generabili dai dati prodotti e scambiati dalle miriadi di oggetti interconnessi, riconoscono anche l’inadeguatezza degli strumenti tecnologici tradizionali e la necessità di un intervento massivo sul piano infrastrutturale e architetturale. Una trasformazione che implica poi nuove focalizzazioni di carattere organizzativo e sulle competenze. Personalmente, sono concorde con l’idea di molti osservatori che definiscono tale convergenza come la quarta rivoluzione industriale, caratterizzata dall’integrazione dei processi fisici con i nuovi processi digitali, dall’utilizzo delle informazioni e dei dati e dall’ottimizzazione dei processi operativi, sia in termini di tempo e di qualità che di costi, sicurezza e variabilità. Questa ‘convergenza’ coinvolgerà trasversalmente i diversi processi manifatturieri, dalla produzione al supporto. In questo contesto, nel prossimo futuro, solo le imprese capaci di creare valore aggiunto nei diversi stadi della produzione, assicurando una comunicazione in tempo reale tra i diversi attori della catena, saranno in grado di guadagnare competitività e quote di mercato.

4) Con l’aumento dei dati disponibili si pongono due problemi: come gestirne la sicurezza e l’accesso e come ottenere informazioni decisionali utilizzabili in pratica: quali soluzioni proponete?

L’aumento dei dati prodotti e disponibili rende la gestione della sicurezza molto più complessa, con un numero più elevato di interdipendenze e maggiori responsabilità. Poiché i processi industriali seguono sempre di più la strada della convergenza delle reti, per i team della sicurezza la raccolta e la gestione di un maggior numero di dati si rivelano un’opportunità, ma anche una sfida. Saranno pertanto richiesti sempre più investimenti in strumenti di gestione dei registri, delle vulnerabilità, delle identità delle configurazioni. A mio avviso, la soluzione è quella di adottare una strategia con approccio big data per l’analisi predittiva dei dati e la gestione della sicurezza. La gestione della sicurezza ottimale per i big data dovrebbe richiede un sistema in grado di: estrarre e presentare i dati chiave per l’analisi nel modo più rapido ed efficiente, eliminando le noiose attività manuali nelle operazioni di risposta o di valutazione di routine; eliminare il ‘rumore’, per fornire agli analisti le indicazioni per concentrarsi sui problemi con impatto elevato; fornire informazioni di supporto in modo da evidenziare i probabili problemi principali e la loro causa. Il termine ‘big data’ non dovrebbe indicare solamente grandi quantità di dati. Essi richiederanno un’analisi di gran lunga più intelligente, per individuare le minacce alla sicurezza fin dall’inizio, con l’infrastruttura per raccogliere ed elaborare i dati su scala.

5) Come cambia la gestione di manutenzione, diagnostica e ricerca guasti?

L’utilizzo crescente di dati (loro raccolta e analisi) permetteranno di sviluppare sistemi predittivi che migliorano le azioni e le decisioni sia delle macchine sia degli operatori. L’analisi dei dati inerenti la gestione della manutenzione, diagnostica e ricerca guasti richiede modelli e tecnologie potenti, in grado di fornire indicazioni utili al fine di minimizzare l’incertezza delle decisioni. In questo contesto, l’utilizzo di big data con i relativi strumenti di analisi (analytics) rappresentano una delle aree di sviluppo più promettenti. La capacità di gestire rapidamente ingenti volumi di dati, spesso di varia natura, permette infatti di identificare ‘pattern’ che possono rivelarsi di fondamentale importanza per la risoluzione dei problemi in tempi brevi. Parallelamente al crescente utilizzo dei dati, sempre più industrie adotteranno soluzioni tecnologiche per ridisegnare i processi manifatturieri e le funzioni di supporto alle attività operative. Faranno parte di questa categorie tutti gli ‘smart device’, i sistemi di ‘artificial intelligence’ e più in generale tutti i processi di automazione.

6) Il personale in azienda possiede già il giusto livello di competenze per interagire con i nuovi sistemi?

La convergenza di cloud, mobile, big data e social da una parte, e di sensori dall’altra, sta generando enormi nuove opportunità per le aziende di offrire ai propri clienti e dipendenti servizi e modalità di interazione fino a ieri impensabili. Persone, cose, macchine e processi stanno diventando sempre più interconnessi in rete, creando un canale permanente tra mondo reale e dimensione virtuale, e rivoluzionando il modo di interagire di tutti non contesto lavorativo e aziendale, ma anche nella sfera privata. Questa rivoluzione implica una profonda trasformazione dei processi produttivi, che non possono prescindere da una formazione continua del personale aziendale, che nella maggior parte dei casi non possiede ancora il giusto livello di competenze per interagire con la progressiva convergenza fra il sistema industriale, le tecnologie ICT e le infrastrutture di comunicazione. In effetti, si dovrebbe parlare di ‘ecosistema IoE’ (Internet of Everything), in grado di incorporare, oltre a cose, dati e processi, anche le persone. Secondo un recente sondaggio condotto da Cisco Consulting Services, le aziende che saranno in grado di ricavare nuovo valore aggiunto saranno quelle che sapranno focalizzarsi sul miglioramento delle competenze relative alla gestione dei dati (integrazione, automazione e analisi) e sull’agilità complessiva dei processi, e non da quelle organizzazioni che, semplicemente, connetteranno la maggioranza dei dispositivi alla rete. Inoltre, per arrivare a risultati di successo sarà imperativo non solo formare nuove competenze all’interno del personale, ma creare anche un’efficace lavoro di squadra fra reparti IT e OT, abbinando il tutto a un esteso ecosistema di partner.

7) Quali sono le applicazioni che potrebbero ottenere più vantaggi dalla convergenza delle reti?

I recenti sviluppi tecnologici in ambito digitale, supportati dalla diffusione di dispositivi e dalle infrastrutture di connettività, hanno di fatto favorito l’atomizzazione della catene del valore e lo sviluppo di interfacce di accesso digitale. Queste ultime, a mio avviso, consentono di collegare direttamente il cliente finale alle strutture di pianificazione produttiva, proiettando l’ordine di prodotti e servizi verso le varie funzioni dell’impresa. Le tecnologie che si stanno affermando, anche grazie alla diffusione di mobile app, garantiranno maggiore personalizzazione e risparmi in termini di tempi e costi. Ritengo comunque che sia ancora presto per poter dire con certezza quali applicazioni si affermeranno sul mercato e quali soluzioni tecniche e funzionali diverranno uno standard. La sfida per le aziende del settore consisterà nel cogliere le potenzialità dei modelli e delle tecnologie digitali con una visione strategica complessiva. Sarà importante riuscire a disegnare processi produttivi in modo integrato, che sfruttino appieno le soluzioni tecnologiche oggi disponibili.

8) Potete descriverci qualche caso applicativo di successo?

Attualmente abbiamo focalizzato la nostra attenzione nel campo medico, poiché l’elevata concorrenza che caratterizza il mercato dei dispositivi medici richiede un livello superiore di assistenza a costi decisamente inferiori. Intellisystem Technologies ha messo a punto una soluzione per la realizzazione di economie di scala di pari passo con la crescita aziendale, nonché la possibilità di fornire i servizi a valore aggiunto necessari per battere la concorrenza. La soluzione ha consentito a un nostro cliente di espandere significativamente l’offerta di servizi, riducendo al tempo stesso i costi interni di gestione. I vantaggi aggiuntivi hanno incluso: connessioni in tempo reale dirette per la distribuzione di applicazioni di supporto di prossima generazione; assistenza e rapida risoluzione dei problemi grazie alla migliore collaborazione, nonché ai dati ottenuti direttamente dai sistemi remoti; possibilità di iterare rapidamente le applicazioni a valore aggiunto per sfruttare le mutevoli richieste del mercato e dei clienti. L’approccio unificato e semplificato alle applicazioni IoT di Intellisystem Technologies ha permesso al cliente di innovare in modo iterativo i processi aziendali con maggiore rapidità rispetto ai metodi convenzionali e agli strumenti ‘legacy’. Di conseguenza, egli ha ottenuto di: ottimizzare e migliorare di 5-10 volte l’utilizzo del team interno di sviluppo delle applicazioni; migliorare i tempi di attività delle apparecchiature grazie a tempi di risposta decisionale più rapidi; migliorare l’utilizzo della manodopera grazie a un ambiente di sviluppo e scambio delle informazioni più collaborativo e affidabile.

___________

Tavola Rotonda – Fieldbus & Networks N. 86 (Febbraio 2016), pubblicata da Cristina Paveri.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/fn-febbraio-2016-2/

Satellite Remote Control Systems Intellisystem

Satellite Remote Control Systems for Unattended Remote Sites: “Hydroelectric Dam” Case Hystory

Controllo remoto via satellite di dighe situate nei luoghi di montagna non presidiati e non serviti da alcuna infrastruttura di rete

Da diversi anni Intellisystem Technologies si occupa di progettare e sviluppare sistemi di monitoraggio da remoto per la sorveglianza a distanza di aree non presidiate, atti a garantire uno streaming delle sequenze video acquisite da particolari telecamere, disposte su un’area specifica da sorvegliare, verso una centrale operativa. Qui il personale addetto al monitoraggio è deputato ad analizzare gli eventi e, in caso di allarme, gestire l’eventuale inconveniente. Le dighe si collocano tra le opere di ingegneria che hanno un alto potenziale di pericolosità, pertanto la necessità di un continuo controllo del loro comportamento, durante l’esercizio, è universalmente riconosciuta e accettata in tutti i Paesi.

Satellite Remote control systems - Intellisystem

L’esigenza del cliente

Sull’Appennino emiliano, nell’area del Comune di Portico e San Benedetto, in prossimità del fiume Montone, è in costruzione una centrale idroelettrica che intende utilizzare le acque della cascata della Brusia di Bocconi, dove esiste una diga. L’esigenza della committente Amga Energia era poter monitorare da remoto 24 ore su 24 tale diga nei suoi punti più critici. Essendo l’area di particolare rilevanza naturalistica, era richiesto che l’impianto da installare avesse il minore impatto ambientale possibile in termini di estetica e quantità di cablaggi. Non essendo presente in loco alcuna infrastruttura di rete, né cablata né wireless, era necessario implementare un sistema di trasmissione dati via satellite, che permettesse la comunicazione dati dai dispositivi installati. Per una realizzazione efficace del progetto occorreva una soluzione modulare e scalabile, che potesse essere facilmente espandibile e integrabile all’interno delle procedure di sicurezza esistenti nell’azienda committente. Come requisito prioritario, per questioni di sicurezza, veniva anche richiesta la possibilità, in futuro, di archiviare mediante video di alta qualità le immagini riprese riguardanti l’area sulla quale insiste la diga.

La soluzione proposta

Per soddisfare le esigenze del cliente è stato messo a punto un sofisticato sistema di sicurezza integrato basato sulla trasmissione dati via satellite. La soluzione offerta ha previsto l’installazione di una particolare telecamera IP ad alta risoluzione di Intellisystem Technologies (modello IT3G252IR-POE) di tipo ‘day&night’, con illuminatore infrarossi integrato e sistema di alimentazione PoE. Tale network camera è stata accuratamente selezionata sulla base delle condizioni ambientali e dei requisiti a livello di qualità dell’immagine specifici della committente. Si è optato per una soluzione di ripresa basata sulla tecnologia Ethernet, al fine di avere un sistema il più compatto possibile, in cui l’informazione video viene trattata alla stregua di una qualsiasi altra informazione digitale e, di conseguenza, può essere resa disponibile all’utente su qualunque PC o smartphone collegato a Internet o alla rete locale del sito di installazione. L’architettura del sistema è risultata molto semplificata, in quanto è stato ridotto, se non eliminato del tutto, il numero di componenti quali multiplexer, video-registratori, matrici video ecc., tipici delle soluzioni tradizionali non-IP. A questa semplificazione sono corrisposti miglioramenti nell’intero sistema in termini di affidabilità, flessibilità, espandibilità. Le funzionalità rese disponibili all’utente finale, anche non specializzato, risultano decisamente maggiori, sia per le caratteristiche intrinseche della telecamera, che permette controlli sofisticati (per esempio, integra la funzione di riconoscimento automatico di oggetti in movimento ‘motion detection’), sia per la potenza e la semplicità del software di monitoraggio, adattabile facilmente alle più svariate esigenze dell’utente. Se a questo si aggiungono l’integrazione trasparente e automatica del sistema con la rete Internet, l’accessibilità via smartphone, il controllo remotizzato delle informazioni, si ha un quadro completo delle potenzialità della soluzione proposta. Ogni PC collegato alla rete Internet è un potenziale punto di monitoraggio delle telecamere e delle registrazioni. Basta infatti avere una connessione al web e un dispositivo capace di navigare mediante un browser, per potersi collegare alla telecamera remota e vedere le immagini riprese. Il tutto senza installare alcun software. Aggiungere più postazioni di controllo remote, anche simultanee, sarà quindi, in futuro, semplice e immediato. Non di meno, l’intero sistema proposto è completamente configurabile da remoto e non richiede alcun intervento sul luogo di installazione.

Satellite Remote control systems - Intellisystem

Il sistema di trasmissione dati via satellite implementato permette la comunicazione dati dai dispositivi 
installati alla centrale operativa

La soddisfazione del cliente

Protezione dell’investimento, espandibilità e flessibilità sono le parole chiave della soluzione messa a punto, poiché aggiungere o sostituire una telecamera è un’operazione veramente semplice e poco onerosa, che non impatta direttamente sui sistemi di archiviazione. Inoltre, non sono necessari costosi sistemi di registrazione DVR (Digital Video Recorder), in quanto le telecamere sono già predisposte per inviare le immagini a un server MS Windows, Linux o FTP. La capacità del sistema di registrazione potrà essere aumentata aggiungendo dei comuni hard disk, o sostituendoli con altri più capienti. I costi di manutenzione sono dunque ridotti ai minimi termini. Dopo una facile installazione effettuata dalla ditta G.R. Sicurezza, il nuovo sistema di monitoraggio si è rivelato di grande utilità ed efficacia per evitare che una persona si dovesse recare in loco ogniqualvolta si verificasse un falso allarme. Non solo, grazie alla connessione via satellite è stato possibile offrire un margine di sicurezza superiore rispetto a qualsiasi altra infrastruttura terrestre. Sicurezza in termini di immunità alle interferenze elettromagnetiche e totale indipendenza dalle infrastrutture che, in caso di calamità naturale, sono le prime a presentare problemi, rendendo nullo ogni tentativo di connessione con qualsiasi sistema di monitoraggio remoto. L’utilizzo della tecnologia PoE integrata nella telecamera, infine, ha permesso di ridurre i cablaggi, con la conseguenza di avere un minore impatto estetico e di facilitare l’installazione. Sempre nel rispetto dell’ambiente, l’antenna satellitare con il relativo hardware è stata installata in un punto più lontano del punto di ripresa. Il cliente è rimasto particolarmente colpito dalla qualità dell’immagine offerta dalla telecamera di sorveglianza e dalla praticità di utilizzo. Si è inoltre dichiarato soddisfatto del livello di visibilità generale, anche in condizioni di scarsa illuminazione.

Vista Camera - Intellisystem

L’informazione video viene resa disponibile all’utente su qualunque PC o smartphone collegato a Internet

Sviluppi futuri

In futuro si pensa di estendere tale sistema anche ad altre dighe presenti sul territorio nazionale, al fine di integrare una fitta rete di monitoraggio, che tenga sotto controllo tutte le dighe che afferiscono alle varie centrali elettriche del cliente. Sono inoltre previste alcune integrazioni, per esempio l’estensione dei punti di ripresa e l’utilizzo di termocamere IP in grado di ‘mappare’, da remoto, il calore in immagini, permettendo una più accurata individuazione delle anomalie termiche, meccaniche, idrauliche ed elettroniche dei componenti installati nelle varie dighe. Questa tipologia di telecamere è particolarmente adatta al monitoraggio di impianti non presidiati totalmente privi di illuminazione, caratterizzati da condizioni climatiche in cui sono spesso presenti nebbia, neve e forte vento, dove le telecamere tradizionali non possono essere utilizzate. Sarà anche possibile assicurare il controllo visivo in condizioni particolarmente critiche, quali forte controluce, chiarore poco visibile, condizioni di scarsa visibilità in generale ecc. In una seconda fase si intende integrare il sistema con l’apparato di automazione di processo DCS mediante algoritmi di ‘image processing’ atti a riconoscere eventi particolari, quali la presenza di perdite nelle condotte o nell’infrastruttura.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Fieldbus & Networks N. 86 – Febbraio 2016.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/fn-febbraio-2016/

Continous Thermography Scanning - Intellisystem Technologies HD

CTS (Continous Thermography Scanning) “Visione Termografica per il Controllo Continuo”

Durante gli ultimi anni, Intellisystem Technologies ha sviluppato, grazie alle moderne tecnologie dei sistemi di visione termografici, uno strumento importante per il controllo non distruttivo di strutture composite a sezione costante durante la loro produzione, denominato CTS (Continous Thermography Scanning). Nella maggior parte di questi processi produttivi si utilizzano delle fibre di rinforzo annegate in una resina posta in uno stampo riscaldato, dove la resina subisce la polimerizzazione.

CTS Vision Camera - Intellisystem Technologies

La termocamera di Intellisystem Technologies incorpora la tecnologia Continous Thermography Scanning per l’ottimizzazione di processo.

Grazie al sistema CTS è possibile effettuare il monitoraggio continuo dell’intero processo produttivo per verificare la presenza di difetti. CTS, di fatto, utilizza una termocamera robotizzata che si muove in tandem con una sorgente di calore sulla superficie del campione del materiale da analizzare. Sia la termocamera che la sorgente di calore si spostano sulla superficie del campione a una velocità costante, permettendo alla termocamera di registrare i cambiamenti di temperatura superficiali del materiale durante il processo di riscaldamento. Le immagini termiche così ottenute mettono in risalto eventuali regioni nel materiale affetto da delaminazione, vuoti o cavità nella matrice, o modifiche strutturali del materiale composito ottenuto. Il sistema proposto si interfaccia facilmente con i sistemi di automazione dell’impianto in cui viene installato. Grazie a questa soluzione è possibile di fatto ottimizzare l’intero processo produttivo riducendone i costi.ssi o termici.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Automazione e Strumentazione N. 1 – Gennaio/Febbraio 2016.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/as-gennaiofebbraio-2016/

SCADA Mind User Interface - Intellisystem

SCADA Mind User Interface (SMUI) la soluzione del futuro per la gestione delle interfacce SCADA – “L’evoluzione delle interfacce HMI”

Intellisystem Tecnologies nel corso del 2015 ha effettuato un notevole investimento nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni nel campo della tecnologia Super Natural User Interface (Snui). In particolare nel corso del 2016 verrà rilasciata la prima soluzione sperimentale hardware e software che permetterà di trasformare qualsiasi superficie video, che proietti immagini di applicativi Scada per l’automazione industriale, in un sistema moderno e interattivo denominato Scada Mind User Interface (Smui). Verrà introdotta nel mercato industriale, per la prima volta, un’interfaccia cervello-computer (brain-computer interface) che mediante l’utilizzo di un particolare caschetto contenente una serie di elettrodi permetterà di rilevare l’attività bioelettrica della corteccia celebrale del soggetto che lo indossa. La nuova tecnologia consentirà agli operatori delle varie control room di comandare software Scada attraverso i segnali bioelettrici del cervello senza dover ricorrere a tastiere, mouse o dispositivi touchscreen. La soluzione proposta si presenta come valida alternativa alle soluzioni touchscreen attualmente adoperate con l’inevitabile vantaggio di una maggiore comodità unita a una riduzione dei costi. Le possibilità applicative di questa nuova tecnologia sono praticamente illimitate: si passerà dalle applicazioni di industrial automation alla domotica per arrivare a coprire applicazioni che spaziano dal campo medico a quello militare.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Automazione Oggi N. 387 – Gennaio/Febbraio 2016.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/ao-gennaiofebbraio-2016/

RFID Technology for Industrial Sites intellisystem

A new RFID Technology for Industrial Sites Security: “Cantieri Sicuri con Soluzioni Hi-Tech”

Una proposta rivolta a tutti i responsabili della sicurezza e in grado di ridurre significativamente il numero di infortuni, le giornate di malattia e i casi di malattie professionali.

Grazie alla costante ricerca di innovazione e alla domanda di prodotti destinati alla sicurezza antinfortunistica, il reparto Ricerca & Sviluppo di Intellisystem Technologies ha messo a punto il primo sistema elettronico automatico per la verifica delle Dotazioni di Protezione Individuale (DPI) che utilizza e integra la tecnologia Rfid nei cantieri industriali e civili unitamente alle più moderne tecniche di riconoscimento visuale.

RFID Operaio

Una proposta di grande interesse per tutti i responsabili della sicurezza, poiché chiunque si rechi sul posto di lavoro indossando dispositivi di protezione individuale nell’area di accesso viene sottoposto a una scansione automatica senza contatto. In questo modo viene verificato se i dispositivi di protezione individuale indossati sono corretti, in condizioni adeguate e fra loro compatibili. Il numero di infortuni, le giornate di malattia e/o casi di malattie professionali dovrebbero così calare spontaneamente a un livello finora mai raggiunto. Il sistema ‘DPI Visual Analyzer’ ha come caratteristiche fondamentali quelle di essere di facile installazione e utilizzabile in qualsiasi cantiere.

DPI Visual Analizer Intellisystem RandieriDi fatto la soluzione proposta consiste in un varco elettronico tecnologicamente avanzato, da installare in prossimità dei punti di accesso alle zone di lavoro (ad esempio ponteggi e costruzioni comunemente presenti nei cantieri industriali e civili) insieme a particolari telecamere industriali. Il sistema è corredato da una piattaforma software personalizzabile che permette al responsabile del cantiere di applicare tutte le policy di sicurezza nel rispetto delle vigenti normative. In particolare è possibile specificare e identificare le seguenti variabili: riconoscimento visuale del lavoratore, DPI richieste, verifica scadenza DPI, eventuali sensori per gas nocivi. Una volta impostato il sistema, è sufficiente che l’operaio di turno, dotato di tutto l’equipaggiamento e in regola con il permesso di lavoro, attraversi un varco, in cui è installato il DPI Visual Analyzer, per far sì che questo verifichi in automatico e in pochi istanti la congruenza tra quanto rilevato quanto specificato dalle policy dettate dal responsabile per la sicurezza. Per far ciò è necessario integrare dei tag Rfid in ogni DPI o dispositivo che dovrà essere controllato.  TAG RFID IntellisystemLa soluzione presentata permette di ottimizzare i tempi di accesso ai cantieri nel rispetto delle regole massimizzandole condizioni di sicurezza con le quali operai e tecnici dovranno operare. Inoltre, grazie al riconoscimento visivo del lavoratore, è possibile individuare tutti quei casi nei quali operai non autorizzati adoperino i permessi di lavoro e DPI di altre persone. Come funziona il nuovo sistema. Il sistema è basato in parte sulla tecnologia Rfid, attraverso la quale è possibile identificare il personale in ingresso negli impianti, stabilimenti e cantieri grazie a un badge personale con tag Rfid UHF. Una mancanza nei DPI indossati produce un allarme che può essere segnalato in diverse modalità, come sms, email, semafori, buzzer, messaggi su computer di varco. Il sistema è anche capace di leggere appositi tag associati ai DPI, permettendo in tempo reale di confrontarne gli identificativi con i DPI attesi in funzione dei permessi di lavoro. Al suo interno la piattaforma integra la possibilità di gestire i permessi di lavoro in formato elettronico offrendo di fatto una funzionalità innovativa che permette di gestire i permessi di lavoro in modo del tutto automatico eliminando tutto il materiale cartaceo e quindi riducendone i tempi di gestione a favore di una maggiore efficienza.

Industria RFID Intellisystem Randieri

I dati acquisiti al passaggio di ogni operaio sono gestiti da una centrale operativa, che, mediante un apposito software, provvede alla loro memorizzazione in un database a fini statistici e assicurativi rappresentando di fatto una sorta di ‘black box’ da utilizzare in caso di incidente antinfortunistico. La soluzione presentata è di fatto un’infrastruttura professionale creata per raggiungere la massima efficienza per ciò che riguarda la capacità di identificazione dei DPI garantendo ripetibilità e stabilità; velocità di lettura; lettura dipiù tag contemporanei; generazione di alert multicanale in tempo reale; scalabilità e modularità dei sistemi; produzione di report personalizzati automatici; integrazione con i sistemi informatici aziendali pre-esistenti; integrazione con le differenti piattaforme hardware di controllo accessi pre-esistenti. Grazie alla sua modularità l’architettura proposta è stata studiata per una semplice installazione. Può essere implementata sia in versione ‘manuale’ mediante lettori portatili poco costosi o in versione ‘automatica’ tramite veri e propri varchi di ingresso e uscita. Il sistema prevede che a ogni DPI sia associato un tag Rfid. Elmetto RFID Intellisystem RandieriL’associazione DPI – tag, avviene mediante appositi lettori/codificatori. Per poter essere identificato dal sistema ogniDPI deve essere già dotato di un tag Rfid UHF ISO 190006-c opportunamente pre-codificato, oppure possono essere forniti appositi tag Rfid da codificare manualmente e da applicare ai DPI preesistenti. I tag applicabili ai DPI non forniti sono di natura diversa in funzione del dispositivo a cui vanno applicati. Ad esempio: tag in etichetta di stoffa, applicabili in giacche, guanti, scarpe; in formato ISO Card, integrato o applicabile su badge pre-esistenti; in PVC da applicare su occhiali e piccoli dispositivi; rivestiti al silicone da applicare su tutti i DPI che dopo il loro utilizzo sono soggetti a lavaggio industriale ad alta temperatura. Attualmente il sistema è in fase di testing finale e validazione presso diversi stabilimenti e raffinerie sia in Italia che all’estero.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Automazione Oggi N. 386 – Novembre/Dicembre 2015.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/ao-novembredicembre-2015-2/

Intellisystem Technologies