Automazione Oggi N. 395 - January/February 2017

AO January/February 2017

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Curarsi con la tecnologia

“Il punto di vista di Intellisystem Technologies”

Il mercato dell’health&care è uno dei pochi che attualmente mostra un ottimo andamento in tutto il mondo e che si sta sviluppando con una forza impressionante sia nelle economie sviluppate, sia in quelle emergenti. Negli Stati Uniti, per esempio, si stima che il settore sanitario ricopra circa un sesto dei 18.000 miliardi di dollari del PIL, con costi di gran lunga superiori a quelli di qualsiasi altro paese, specialmente per i farmaci biotech, che rappresentano la nuova frontiera di questo comparto. Anche in Europa il livello di spesa del settore ha una spiccata tendenza alla crescita dove il rapporto spesa sanitaria/PIL e del 10,3%, con alcune nazioni (Olanda, Francia, Germania) molto al disopra la media e altre (Grecia, Portogallo, Regno Unito, Italia) al di sotto. La crescita è poi dirompente in Paesi emergenti quali la Cina e nel resto dell’Asia, in America Latina e persino Africa. Nei Paesi emergenti la spinta è stata data dallo sviluppo della medicina di base, mentre negli Stati Uniti la rivoluzione informatica, unitamente all’avvento dell’era del Big Data, ha favorito un ‘salto’ spettacolare a favore dell’aumento della produttività della ricerca. Secondo le migliori previsioni, il fatturato totale del segmento biotech, che a oggi è stimato in 120 miliardi di dollari, potrebbe in breve tempo balzare a 400 miliardi, per raggiungere poi i 550-600 nel 2020, grazie al rilascio di nuovi biofarmaci. La diffusione dei dispositivi mobile costituisce del resto una sfida anche per Intellisystem Technologies, che collabora con diversi brand del settore medicale. Già negli anni 2003 l’azienda ha collaborato a un progetto di ricerca con il Policlinico Universitario di Catania per il monitoraggio e la diagnostica da remoto di malattie infantili metaboliche rare, quali il morbo di Krabbe. Negli anni a seguire ha progettato e realizzato un dispositivo per l’health&care dei piccoli prematuri del Policlinico Universitario di Cagliari, che permetteva alle madri di collegarsi da remoto alla nursery e parlare al piccolo: la presenza ‘virtuale’ della madre, con la sua voce, gioca un ruolo fondamentale nel calmare i piccoli prematuri. Altre soluzioni si potrebbero realizzare con i ‘wearable’, ovvero i dispositivi high-tech che possono essere indossati secondo necessità. Si stima che in media nel 2019 un device indossabile incorporerà 4,1 sensori, contro gli 1,4 di quest’anno. Secondo uno studio condotto della società di analisi IHS, nel 2017 si passerà dagli attuali 86 milioni a 175 milioni di sensori per dispositivi indossabili venduti, per arrivare a 466 milioni nel 2019. Si parla inoltre dell’integrazione tra social network, smartphone e tecnologie indossabili, dove il protagonista del social non sarà più la persona bensì il dispositivo. Un esempio per tutti è CureToghether, un social network fatto di pazienti i cui contenuti sono prodotti da dispositivi wearable focalizzati sul monitoraggio della salute. La soluzione che sta mettendo a punto Intellisystem Technologies mira all’interpretazione dei dati provenienti da questa moltitudine di dispositivi IoT più o meno evoluti. La scommessa è applicare le più moderne tecniche di Big Data analitycs per estrapolare informazioni su eventuali patologie silenti, che aspettano un fattore scatenante per manifestarsi. Attualmente, siamo ancora in una fase di ricerca e sviluppo ma contiamo nel prossimo futuro di coinvolgere università e istituti privati. Il vero ‘tallone d’Achille’ per il successo di questi servizi è rappresentato dalle problematiche di sicurezza e privacy. Questi dispositivi possono infatti trasmettere informazioni riservate relative alla vita privata del paziente. In diversi Paesi sono state definite alcune linee guida per la sicurezza e privacy in questo settore, ma rimangono ancora molte lacune.

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Articolo pubblicato su Automazione Oggi N. 395 – Gennaio/Febbraio 2017 – Anno 33

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