Automazione Oggi - April 2017

AO April 2017

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Panorama

“Velocità e collaborazione, il digitale rivoluziona l’ICT

a cura di M. Zambelli

La trasformazione digitale nell’ICT arriva (finalmente) anche in Italia. Nella prima parte del nostro Panorama indaghiamo con alcune aziende quali sono le tecnologie protagoniste di questa rivoluzione, tra IoT, Big Data, cloud e cyber physical systems, e i benefici che portano, per poi sondare criticità e nuovi skill richiesti

Da sempre le imprese ricorrono all’ICT per crescere e innovare: la rivoluzione digitale irrompe oggi nell’industria rendendone più rapida l’adozione, unendo servizi diversi in modo più veloce ed economico. La trasformazione digitale porta nelle aziende un supplemento di informazioni la cui analisi può attivare specifiche azioni volte a migliorare e ridisegnare processi e componenti, accelerando l’innovazione e rendendo la produzione più smart e flessibile, per agire meglio e prima dei concorrenti. L’immissione di Big Data, acquisiti tramite IoT e CPS (cyber physical systems), promette di comprendere in modo migliore il comportamento dei prodotti e il loro impiego in contesti reali, che risalendo la catena del valore abilitano una sorta di progettazione aumentata da questo flusso di informazioni. Caratteristica peculiare delle nuove piattaforme digitali sono il dinamismo e la velocità, che segnano il discrimine rispetto all’IT tradizionale introducendo interconnessioni in tempo reale e meccanismi di feedback più serrati, in grado di portare più intelligenza e capacità predittiva nei processi di business. La contaminazione digitale porta quindi nuove forme di collaborazione e integrazione all’interno delle imprese tra diversi ruoli e funzioni aziendali, ma anche tra imprese e mondo esterno. Gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano parlano per il 2016 di un miglioramento dei tassi di adozione nelle imprese italiane di nuove tecnologie digitali, tassi un poco superiori alla media europea, ma che in valori assoluti posizionano l’Italia ancora al quart’ultimo posto nella UE-28. Ciò è dovuto a motivi diversi: persistenza del digital divide, forte resistenza della PA all’interoperabilità delle reti pubbliche e prolungata stagnazione della domanda interna, che negli ultimi anni ha scoraggiato nuovi investimenti che includono sovente le tecnologie più all’avanguardia. C’è molto da fare, ma il nostro Paese sembra comunque aver imboccato la via di un recupero del gap, sostenuta per il futuro anche dalle nuove misure del Piano Nazionale Industria 4.0, a supporto sia di iniziative private di trasformazione digitale sia per l’avvio di sperimentazioni di smart manufacturing nel sistema industriale italiano.

 

La trasformazione digitale nelle imprese

Nella spesa ICT mondiale, IDC registra un progressivo spostamento verso progetti di trasformazione digitale, stimando che I trend che cambiano le applicazioni ICT per percentuali di aziende che li ritengono rilevanti. Fonte infografica Osservatori Digital Innovation PoliMi nel mondo supereranno i 2.100 miliardi di dollari nel 2019, pesando oltre il 50% sul totale degli acquisti in ICT. Nel 2015, la quota destinata alla trasformazione digitale era poco sopra il 30% del mercato totale ICT, salita dal 28% del 2014, anno in cui l’istituto ha iniziato a monitorare il fenomeno. IDC stima che per il 2016 questa dovrebbe aver superato il 35%, poco sopra i 1.300 miliardi di dollari, e prevede che superi il 40% nel 2017, fino a toccare il 52% nel 2019. Anche in Europa, le aziende hanno quindi cominciato a indirizzare gli investimenti verso le tecnologie della Terza piattaforma, nuovo paradigma tecnologico cui fa riferimento IDC e che include un ecosistema di risorse e applicazioni integrate in vario modo, con protocolli IT, reti geografiche WAN e servizi cloud, infrastrutture mobili, Big Data Analytics, social media e networking ad alta velocità, succedendo a un IT fatto di mainframe e terminali che caratterizzava la Prima piattaforma nell’era pre-Internet e alle architetture client/server cablate mediante reti locali LAN della Seconda piattaforma, che aveva segnato il passaggio dall’IT all’ICT. Secondo IDC, la digital transformation è vista come principale priorità di business per i mesi a venire dal 66% delle aziende europee intervistate, mentre l’80% ha già individuato al proprio interno un responsabile per le attività connesse, nel 23% dei casi il CIO, nel 19% il CTO e nel 14% il CEO. Secondo l’istituto, la trasformazione digitale è infine una delle priorità di business principali anche per le aziende italiane: lo era per il 66% nel 2015 e lo è stata per il 76% delle imprese nel 2016, con impatti su competenze, collaborazione, stile di innovazione e visione.

Le tecnologie digitali in Italia

Gli investimenti 2016 in software applicativo da parte delle imprese italiane mostrano un forte exploit anche nel report Assintel realizzato da Nextvalue, con una spesa a 2.822 milioni di euro in crescita del 5% sul 2015. Il segmento Extended ERP si posiziona al primo posto in valore, con 479 milioni, seguito da applicazioni verticali di Industry, 467 milioni, IoT, 393 milioni, e Workplace application, 384 milioni. Dopo anni di arretramento degli investimenti nel manifatturiero, torna a crescere in Italia anche il segmento PLM, progettazione e automazione e GIS (sistemi informativi geografici e territoriali), salendo del +3,8% a quota 184 milioni di euro. Ragione del ritrovato slancio l’esigenza di migliorare capacità competitive, efficienza e time to market, per cui l’attuale parco installato di soluzioni IT appare inadeguato. Nel processo in corso, Nextvalue sottolinea però ancora la mancanza di una visione ‘data driven’ che ponga il dato, in qualunque formato purché standardizzato, al centro di una vista univoca di tutte le funzioni aziendali, per poter condividere dati e informazioni attraverso modalità e strumenti innovativi di collaborazione. Si aprono collateralmente ampie possibilità di introdurre nuovi workflow che implementano tali processi di condivisione con gestione integrata dell’informazione, che coinvolgono anche partner e fornitori, andando verso pratiche di crowdsourcing. Essenziale è il contributo dei cosiddetti digital enabler, con la spesa IT relativa a cloud computing, mobile enterprise, cybersecurity, advanced analytics e Big Data, IoT e tecnologie per customer journey che per Nextvalue è in crescita composta proiettata nel triennio del +9,4%, contro il comparto IT esistente che nello stesso periodo dovrebbe scendere del -2,6%.

Dati al centro, analytics e IoT

L’Italia sembra quindi ben recepire il trend dell’impresa data driven, con la spesa IT in advanced analytics e Big Data che per Nextvalue è stata di 733 milioni di euro nel 2016, in crescita annua del +16,2%. Tra i settori, le banche si collocano al primo posto per diffusione di queste tecnologie, con il 31%, seguite da industria, 20%, telecomunicazioni e media, 14%. Adozione forte anche nel commercio, in particolare nel retail, con +23%. La spesa in IoT ha toccato invece a fine 2016 i 1.924 milioni di euro, +28,4% sul 2015, con un’ampia varietà di applicazioni emergenti: qui il mercato italiano è stato finora trainato da segmenti che, seppur ancora in crescita, si avvicinano alla maturità, ovvero smart grid, con soluzioni di smart metering e contatori intelligenti per misurare i consumi, e smart asset management, per la gestione da remoto di guasti e manomissioni. Segue il segmento delle smart car, che in Italia conta quasi 6 milioni di auto connected, circa 1/7 del totale parco circolante, e qui le applicazioni riguardano la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative (le cosiddette black box) e le auto connesse in modo nativo. Crescono infine a forte ritmo le soluzioni IoT di smart building, soprattutto per videosorveglianza, di gestione di impianti e di smart home, in un segmento che vale il 27% dell’odierna IoT. Nextvalue segnala infine nell’ambito Industry 4.0 le applicazioni di smart logistic, 12% del mercato, impiegate soprattutto per ottimizzare la logistica e per gestire flotte aziendali e antifurti satellitari. In questo ambito, l’IoT promette ulteriori estensioni applicative nella logistica interna e nell’ottimizzazione dei processi, nella compliance e sicurezza con tracciabilità dei flussi fisici e per ottimizzare l’intera supply chain. Prospettiva interessante è anche connessa ai beni strumentali, offerti in ‘modalità a consumo’ e ‘ore di funzionamento’, con possibilità di monitoraggio e controllo da remoto degli stessi.

Priorità e intenzioni di investimento

Orientamento al cliente e strategie di customer journey attraggono le aree di investimento a più alto potenziale per i prossimi 12 mesi delle aziende top (fatturato oltre 250 milioni di euro) e medio grandi (fatturato compreso tra 100 e 250 milioni) della ricerca Nextvalue condotta sui decisori IT di 1.000 imprese. Alte intenzioni di investimento toccano Big Data e advanced analytics, CRM, customer experience e user experience, mobile app per consumatori. Alta intenzione e alta priorità media di investimento anche per il cloud computing, come SaaS, e cresce l’importanza attribuita a iniziative in ambito IoT legate a progetti di manufacturing 4.0, ponendole a cavallo tra i quadranti di ‘nicchia’ e ‘alto’ potenziale. Qui, la valorizzazione dei dati raccolti e la messa a punto di strategie per il loro sfruttamento rimane un aspetto chiave, mentre gli stessi dati possono divenire un asset per generare valore mediante la vendita a terzi, aprendo nuove opportunità di business. Nel quadrante ‘enigma’ della ricerca, tra i progetti ancora a ridotta intenzione e priorità di investimento nei prossimi 12 mesi, compaiono invece cognitive computing, robotic, augmented reality e additive manufacturing e 3D printing.

Mobilità e app

In aumento è anche la diffusione di processi e operazioni disponibili tramite tecnologie mobili, con vantaggi in termini di aumento di produttività, efficienza, migliore esperienza d’uso e customer satisfaction. Secondo IDC, il mobile diviene il canale di interazione preferenziale per molti utenti, per cui è importante poter offrire app aziendali per svolgere attività sia attinenti a processi b2b sia b2c, rivolte a dipendenti, partner e fornitori, ma anche al contatto con il cliente. L’impiego di app mobili enterprise può consentire l’accesso a dati aziendali per gli utenti, al fine di svolgere il proprio lavoro anche da smartphone, tablet o tecnologie wearable. Secondo IDC, il mercato mondiale delle app mobili enterprise è cresciuto dai 2,6 miliardi di dollari del 2014 a oltre 3 miliardi nel 2015; dovrebbe aver superato i 3,5 miliardi nel 2016 e arriverà a sfiorare i 5 miliardi nel 2019. Le soluzioni di collaborazione vedranno la crescita percentuale più alta nel periodo, con crescita annua Cagr del +19,3%, contro una crescita media del 13,1% delle app ERP, il cui primato in valore assoluto nel 2019 verrà insidiato dalle prime. IDC introduce quindi l’interessante concetto di enterprise of everything, alla cui maturazione daranno un contributo forte app mobile e tecnologie di appoggio, insieme anche ad altre tecnologie come sensori e IoT, trasformando i processi aziendali e portandone alla creazione di nuovi, resi possibili e automatizzati da app e piattaforme intelligenti capaci di dialogare con sistemi centralizzati, persone, sensori distribuiti e macchine, guardando in direzione di Industry 4.0. Cosa ne pensano le aziende?

Con Cristian Randieri, presidente & ceo di Intellisystem Technologies; Roberto Vicenzi, vice presidente di Centro Computer; Massimo Bartolotta, machinery OEM segment manager per l’Italia di Eaton; Stefano Della Valle, VP sales and marketing di iNebula, del Gruppo Itway; Massimo Ippolito, Comau innovation manager; Leonardo Cipollini, business development director di Siemens Industry Software; Luca Landi, responsabile mercato Industry di Business-e, azienda del Gruppo Itway; Francesco Tieghi, responsabile digital marketing di ServiTecno.

Automazione Oggi: IoT, cloud, Big Data, industrial analytics, realtà aumentata, pervasive computing, connessione a banda larga e mobilità. Quali sono per voi gli ingredienti della trasformazione digitale che cambiano il mondo ICT nell’automazione industriale e al cui sviluppo puntate con maggior interesse?

Roberto Vicenzi, vice presidente di Centro Computer (www.centrocomputer. it): Come è noto le imprese stanno adottando nuovi modelli che agevolano la trasformazione digitale, e nel comparto manifatturiero si sta sempre più facendo ricorso all’implementazione di nuovi processi interni, ad esempio per lo sviluppo del prodotto, l’ingegnerizzazione, la produzione, la vendita e la manutenzione, necessari per rispondere alle puntuali richieste di ogni singolo cliente. Accanto quindi alle tecnologie IT tradizionali di produzione e ai conclamati paradigmi organizzativo/gestionali, stanno emergendo nuove tecnologie digitali e conseguentemente nuovi approcci manageriali, che devono saper supportare le aziende verso la maggiore flessibilità richiesta dal mercato. Centro Computer ha sempre operato in questa precisa direzione, per assicurare servizi e strumenti innovativi alle imprese migliorando il modo di lavorare delle persone, senza dimenticare che i contesti lavorativi sono sempre più tecnologici, connessi, interattivi. La trasformazione digitale infatti deve permeare tutta l’azienda, coinvolgendo tutti i processi e le persone, basandosi su tecnologie infrastrutturali che abilitino la gestione di grandi volumi di dati, consentendo di operare secondo le metodologie tradizionali ma anche sfruttando al meglio i nuovi servizi offerti da cloud privati o pubblici e di lavorare in mobilità in modo sicuro, soprattutto nelle aziende del comparto industriale. In questo scenario il cliente ha sempre più bisogno di partner IT a valore e realmente specializzati nelle tecnologie emergenti, come IoT e cloud, e che propongano loro le migliori soluzioni sul mercato per sfruttare al massimo tutte le nuove potenzialità. Nella progettazione di soluzioni tecnologiche cloud, nostro ambito di specializzazione, grazie a Microsoft Azure realizziamo soluzioni in cloud ibride, per assicurare la gestione di macchine e risorse in modalità assolutamente dinamica, sfruttando al meglio le logiche dell’on-demand pay-peruse as-a-service, e programmando la combinazione ideale in base a esigenze, priorità e gerarchie.

Massimo Bartolotta, machinery OEM segment manager per l’Italia di Eaton (www. eaton.it): Uno degli aspetti più rivoluzionari della trasformazione digitale in atto è la possibilità di interagire con la macchina in tempo reale e da remoto, a partire dai componenti elettromeccanici più semplici. Già oggi, dispositivi quali salvamotori elettronici e inverter sono in grado, grazie all’integrazione con il sistema di cablaggio intelligente SmartWire-DT, di rilevare dati essenziali per il corretto funzionamento di una macchina, come la corrente del motore, la sua immagine termica e il sovraccarico. Queste informazioni possono essere inoltrate al cloud, permettendo all’operatore di monitorare lo stato della macchina in qualunque momento e da qualunque parte del mondo, anche mediante tablet o smartphone, consentendo così di effettuare manutenzione predittiva. Un altro aspetto fondamentale è il concetto di Big Data, con in particolar modo il rischio di trovarsi a dover gestire una quantità eccessiva di informazioni. Una soluzione efficace consiste nel raggruppare i vari CPS (ad esempio componenti come i motori usati in combinazione con sensori e dispositivi elettromeccanici intelligenti) in un insieme di produzione completo ovvero un Cyber Physical Production System (Cpps) autonomo, che presenta tutti i vantaggi della modularizzazione e del decentramento. Infatti, i CPS si scambiano solo i dati necessari per le operazioni del sistema globale e per mantenere lo stato operativo. Tutti gli altri dati, non rilevanti per le istanze superiori, non vengono inoltrati. Il risultato è ‘smart data’ anziché Big Data.

Stefano Della Valle, VP sales and marketing di iNebula, del Gruppo Itway (www. inebula.it): Dopo una prima trasformazione digitale delle aziende manifatturiere, iniziata a fine anni ’90 con la digitalizzazione dei cataloghi e l’eliminazione di tecnigrafi e stampe litografiche, sostituiti da strumenti CAD e stampanti laser, oggi è la volta di digitalizzare l’intero processo di business. Questo rappresenta un’opportunità, per le piccole e medie imprese di cui è ricca l’Italia, di strutturarsi per offrire ai mercati prodotti custom in piccola serie e competere con aziende internazionali, non a livello di prezzo ma di qualità e contenuto innovativo. Sul tema delle tecnologie richieste serve evidenziare che la ‘I’ di IoT non sta per Internet, ma per Intelligenza. Intelligenza delle cose. Per noi di iNebula esistono delle soluzioni e da anni stiamo cercando di portarle sul mercato come risposta ai problemi di compatibilità, integrazione fra sistemi e piattaforme, apertura dei sistemi operativi, sicurezza e protezione delle informazioni, soluzioni verticali.

Massimo Ippolito, Comau innovation manager (www.comau.com): Tutte le tecnologie citate ricoprono un ruolo fondamentale all’interno del processo di digitalizzazione delle imprese nel settore dell’automazione industriale, ma con un ordine preciso. In primo luogo, vengono in rilievo quelle attività che vanno dall’IoT all’impiego degli analytics, ovvero dalla raccolta dei dati sul campo, fino alla loro memorizzazione su sistemi cloud, per arrivare all’elaborazione delle informazioni necessarie a ottimizzare i processi produttivi in fabbrica. Altro tema di grande importanza è l’utilizzo della realtà aumentata e di tecniche di pervasing computing, necessarie per poter visualizzare e impiegare i dati raccolti in modo innovativo e veloce. Terzo aspetto, da non sottovalutare nella visione di una fabbrica 4.0, la possibilità di disporre di una connessione a banda larga, che permetta alle aziende di poter trasferire, sia fuori dal plant sia all’interno dello stabilimento, tutte le informazioni utili per gestire al meglio l’iter produttivo. Con l’impiego dei più avanzati mobile device anche all’interno della fabbrica, dai tablet, agli smartphone, fino allo smart watch, è infatti possibile portare le informazioni direttamente dal punto di raccolta all’area di lavoro in cui si eseguono le operazioni che le richiedono. Una connessione avanzata permette quindi di gestire i dati in perfetta mobilità, mettendoli a disposizione delle persone o dei macchinari, dove servono, in modo facile e in tempo reale. Comau segue tutte queste tecnologie con grande interesse. I progetti che l’azienda sta portando avanti nel campo della digitalizzazione dei processi industriali sono sviluppati in collaborazione con importanti atenei, italiani o stranieri, come il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano e la Technische Universität München in Germania, ma anche in partnership con aziende di rilievo internazionale, come la Engineering Ingegneria Informatica e altri importanti multinazionali, leader nei rispettivi settori di mercato.

Leonardo Cipollini, business development director di Siemens Industry Software (www.plm.automation.siemens. com): Gli ingredienti possibili sono diversi e hanno un filo conduttore nell’adozione di un approccio basato sull’utilizzo esteso di modelli digitali o ‘digital twin’. In ambito industriale uno dei temi di grande attualità è certamente l’acquisizione ed elaborazione dei dati provenienti da macchine, linee di produzione o da interi impianti produttivi, e quindi possiamo parlare di IoT industriale e di data analytics. Altri temi di grande attualità sono l’additive manufacturing che apre nuove prospettive e nuovi modelli di business praticamente in tutti i settori industriali. Non va poi dimenticato il ruolo fondamentale svolto dagli ambienti di gestione come il PLM o il MES, che come parte dell’infrastruttura aziendale supportano la collaborazione, la condivisione e il corretto avanzamento dei processi aziendali. Per fare della vera innovazione non basta però l’adozione di una nuova tecnologia, ma occorre ripensare e adeguare i propri processi e probabilmente anche i modelli di business. Si tratta in altre parole di trasformarsi in azienda nativamente digitale. Solo in questo modo potranno essere colti appieno i benefici di questa trasformazione.

Luca Landi, responsabile mercato Industry di Business-e, azienda del Gruppo Itway (www.business-e.it): La digitalizzazione sta cambiando i processi di back office delle aziende anche nel comparto industriale, semplificandoli grazie all’efficienza generata dal digitale. Le aziende rivedono tutte le funzioni interne per ottimizzare costi e funzionamento, sia di quelle primarie (progettazione e produzione) sia di quelle di supporto (personale, finance, acquisti). Inoltre, oggi c’è un contatto sempre più diretto e personalizzato tra il produttore e il consumatore, ed è indispensabile poter garantire sistemi sempre attivi: le infrastrutture ICT devono poter agevolare e sostenere questa importante trasformazione, garantendo sicurezza di reti, sistemi, applicazioni e contenuti, con servizi di backup e recovery, gestione di utenti e accessi, protezione dati e ottimizzazione dei data center. Infine, l’apertura dei sistemi di controllo Scada (come PLC e HMI) pone una nuova sfida legata alla sicurezza dei sistemi che controllano le infrastrutture critiche del nostro Paese e del sistema produttivo industriale italiano. Nel 2017 è prevista un’esplosione di questo tipo di attacchi che riguardano inevitabilmente anche aspetti di safety difficilmente trascurabili.

Francesco Tieghi, responsabile digital marketing di ServiTecno (www.servitecno.it): Ormai tutti parlano di IoT, Big Data, industrial analytics: studi ci dicono che entro il 2020 oltre i 40% dei dati sarà raccolto in automatico, senza intervento di operatori. Una mole tale che sarà impossibile consultarli e forse anche utilizzarli. Ecco quindi che tecniche di machine learning e pervasive computing potranno aiutarci a estrarre gli analytics e a indicarci come migliorare l’utilizzo di impianti e macchinari. Forse l’area di maggior interesse per gli operatori di impianto potrà venire dall’utilizzo di device per utilizzare i dispositivi per la realtà aumentata come HMI evoluti: si potranno consultare tutti i dati aggiunti dai sensori e analytics IoT insieme ai dati di impianto già utilizzati oggi, con in più la possibilità di contestualizzarli con location, responsabilità e qualifiche dell’operatore, fornendogli tutte le informazioni utili per la migliore decisione, guidandolo con istruzioni e best practice.

Cristian Randieri, presidente & ceo di Intellisystem Technologies (www.intellisystem. it): La digital transformation rappresenta la chiave d’accesso al processo di evoluzione attuale delle aziende che non vogliono perdere in competitività negli anni a venire. Tale fenomeno evolutivo non si limita alle nuove tecnologie e ai sistemi informativi, ma si spinge sino alla modernizzazione della cultura aziendale, e ai processi e modelli ad essa riconducibili. In altre parole, una vera e propria rivoluzione capace di innescare criticità in tutti i dipartimenti e nei tipici processi aziendali, quali marketing, vendite, servizi, ricerca e sviluppo. Nel campo dell’automazione industriale la digital transformation rappresenta ancor più un processo continuo cui le aziende devono puntare per adattarsi a un cambiamento radicale nel proprio mercato, la cosiddetta digital disruption. Occorre pertanto fare leva su tecnologie e competenze digitali per innovare i propri modelli di business, prodotti e servizi, migliorando nel contempo l’efficienza operativa e le prestazioni aziendali. Tale processo di trasformazione richiede cambiamenti abilitati dalla tecnologia che non si limitino solamente a una singola business unit. Per non farsi trovare impreparati occorre indirizzare gli investimenti IT nelle principali tecnologie della Terza piattaforma (cloud, mobile, Big Data analytics e social), puntando a modelli di customer experience più performanti in grado di gestire i dati come veri elementi di differenziazione, per creare nuovi modelli di business, senza limitarsi semplicemente a migliorare processi già esistenti.

A.O.: Produzione flessibile e smart, intelligenza distribuita e cyber physical systems, velocità e collaborazione in tempo reale, manutenzione predittiva, ottimizzazione e creazione di nuovi modelli di business. Quali sono i più importanti benefici che pensate porterà nell’industria la trasformazione digitale?

Vicenzi: Le imprese hanno ben compreso quanto i nuovi strumenti possano agevolare l’efficienza e lo sviluppo del business, intervenendo nei vari comparti. In particolare sempre più le trasformazioni digitali IP stanno entrando anche negli uffici, e si stanno diffondendo come standard in tutti i processi produttivi delle imprese con modalità tradizionali ma innovative in ambito tecnologico anche tramite l’evoluzione delle soluzioni IoT. Esempi pratici sono legati all’uso sempre più diffuso del protocollo IP, quali posta elettronica, audio su IP (scompare il centralino PBX), videoconferenza su IP, controllo accessi su IP, chat su IP, collegamento di ogni impianto della linea di produzione su IP, magazzino su IP, con alcuni prodotti che possono raccogliere o inviare dati per il mondo IoT, mezzi di trasporto su IP (auto, camion, treni, ecc.). Tutto questo mondo su IP è poi facilmente gestibile e controllabile dal cliente e dagli utenti in base al livello di accesso ai dati delle singole persone, come privati o dipendenti dell’azienda. L’ulteriore sfida che vediamo è quella di saper gestire in modo efficace la complessità dei processi innovativi, avvalendosi di servizi di manutenzione e outsourcing di alto livello. I nostri servizi di outsourcing offrono ad esempio un contratto per gestione e la manutenzione di PC, smartphone e tablet, delle stampanti e dei server, con servizi di risposta garantiti, assistenza remota e locale, il tutto a costi certi e pianificabili. L’intero sistema deve essere sempre perfettamente funzionante e ogni inconveniente deve poter essere gestito immediatamente, e se possibile preventivato.

Bartolotta: Velocità e collaborazione in tempo reale e manutenzione predittiva sono importantissimi benefici che la trasformazione digitale comporta, sia per il costruttore di macchine sia per l’utilizzatore. Per il costruttore di macchine, la possibilità di offrire supporto post vendita anche da remoto costituisce un argomento di vendita importante in un mercato altamente competitivo e votato alle esportazioni. Infatti, poter effettuare manutenzione predittiva e risolvere malfunzionamenti senza inviare tecnici in loco significa offrire al cliente, in qualunque parte del mondo si trovi, la consapevolezza di poter contare su un supporto post vendita flessibile, efficace ed economico. Anche dal punto di vista dell’azienda utilizzatrice il vantaggio è evidente, e consiste nell’ottimizzazione della continuità di servizio della macchina e in una forte riduzione dei costi di manutenzione. Grazie alle potenzialità offerte dal cloud, l’utilizzatore è inoltre in grado di confrontare in tempo reale le performance di diverse macchine, ubicate in diversi stabilimenti, per migliorarne il funzionamento e gli algoritmi di produzione. Questo approccio è definito come customer driven innovation.

Della Valle: Per rispondere prendo l’esempio di un sistema antincendio industriale. In questo settore specifico, grandi aziende hanno raggiunto notevoli livelli di sofisticazione, con sensoristica molto efficiente, facile da installare, affidabile, con attuatori in grado di attivare contromisure e una centrale di raccolta dati che può segnalare l’evento a operatori umani. Per contro si tratta di una soluzione chiusa, che fornisce poche informazioni attraverso segnali digitali abbastanza limitati. Ma se ipotizziamo di dover governare la sicurezza fisica di un grande impianto produttivo, il solo impianto antincendio non basta. Dovremo disporre di un sistema di controllo perimetrale per essere allertati se qualcosa o qualcuno cerca di entrare in modo irregolare nel nostro impianto, dovremo disporre di un sistema di videosorveglianza, di controllo accessi, IoT e altro ancora. Occorre una visione integrata di tutte le informazioni, pena l’incapacità di governare fenomeni più complessi di un banale falso allarme: se viene segnalato un incendio e il controllo degli allarmi perimetrali non viene sorvegliato, perché il personale è impegnato a verificare l’allarme, qualcuno potrebbe entrare inosservato. L’approccio corretto non è quello di dotarsi di tante soluzioni verticali perfette per affrontare temi specifici, ma affrontare il problema attraverso una ‘piattaforma IoT’. Una piattaforma IoT è un sistema articolato in grado di governare in modo efficiente una serie di tematiche, comuni a ogni soluzione verticale, quali ad esempio, solo per citarne alcune, attivazione dei dispositivi in modalità versatile, connettività sicura dei dispositivi, wireless e non, con installazione anche nelle reti remote, monitoraggio costante dei dispositivi e raccolta puntuale dei dati con integrazione nelle varie piattaforme.

Ippolito: I vantaggi maggiori che il processo di digitalizzazione potrà portare n e l l ’ i n d u s t r i a manifatturiera sono sicuramente una maggiore efficienza nelle metodologie di lavoro e un aumento della produttività delle imprese. Basta considerare i benefici che può assicurare in una fabbrica, ad esempio, la manutenzione predittiva. Disporre di informazioni costanti sullo stato di salute dei macchinari permette alle aziende di prevedere possibili guasti o necessità di manutenzioni straordinarie, prima che si verifichi un guasto inaspettato o addirittura un fermo macchina. Questo modo di lavorare permette di ottimizzare la produzione, ma soprattutto di razionalizzare i costi di intervento sulle tecnologie a disposizione. D’altro lato, la manutenzione predittiva permette anche di migliorare le modalità con cui viene condotta: potendo accedere a informazioni sull’andamento di lavoro dei macchinari in tempo reale, attraverso l’impiego di dispositivi mobili, è possibile supportare in remoto il manutentore durante le operazioni di intervento tecnico. Grazie inoltre alla realtà aumentata è possibile anche condividere con altri operatori, non presenti in loco, informazioni o disegni tecnici in merito alla struttura della macchina su cui bisogna intervenire, per poter ricevere in breve tempo un’assistenza mirata e suggerimenti in caso di necessità.

Cipollini: Velocità, efficienza, flessibilità e qualità. Sono questi i benefici più importanti che possono derivare da una digitalizzazione, e quanto più in azienda la digitalizzazione sarà pervasiva nei diversi reparti aziendali come nella catena del valore, tanto più i benefici saranno elevati. Con la digitalizzazione questi quattro obiettivi diventano perseguibili tutti assieme senza che, come a volte succede, un incremento di velocità vada a scapito della qualità o situazioni analoghe.

Landi: Ci aspettiamo che le tecnologie digitali e l’IoT consentano di rendere ‘trasparente’ il passaggio dagli ambienti fisici a quelli digitali senza disconnessioni, rendendo disponibili e in tempo reale tutte le informazioni. Inoltre, l’intelligenza artificiale e la distribuzione del cognitive computing consentono l’introduzione di assistenti virtuali e coach di prodotto che rispondono velocemente alle richieste del cliente. Anche negli stabilimenti le tecnologie avranno un ruolo sempre più importante e legato agli aspetti di manutenzione, si pensi ad esempio ai processi di accettazione e alle diagnosi di un’automobile connessa. Poi c’è il fenomeno della stampa 3D che impatterà sulla gestione dei ricambi, dove sempre più pezzi potranno essere stampati on demand. In sintesi, tutti i tipi di servizi si semplificheranno a patto però che i sistemi siano costantemente attivi. I Cerbero cyber security service (servizi di sicurezza informatica gestita) di Businesse includono il monitoraggio della funzionalità e della sicurezza delle infrastrutture informatiche dei clienti, i servizi NOC (Network Operation Center), i servizi SOC (Security Operation Center) e l’assistenza in materia di sicurezza informatica. Tramite data center localizzati in Italia e con personale italiano, i servizi sono gestiti 24h per garantire che non vi siano furti di informazioni, attacchi in atto e che nel deep web o dark web non circolino informazioni sensibili dell’azienda. I prodotti/servizi offerti sono certificati secondo gli standard più importanti in ambito sicurezza quali ISO:SEC 27001:2013. Inoltre, i picchi di richiesta degli ultimi mesi ricevuti per contrastare il cybercrime ci hanno spinto a potenziare ulteriormente le competenze tecniche interne, ottenendo la nuova certificazione alla rete Cert (nominata dalla Carnegie Mellon University).

Tieghi: Gli scenari a 5-10 anni sono difficili da prevedere e anche da proporre su un mercato, come quello odierno italiano, che valuta investimenti solo se danno ritorni in tempi brevi. Storicamente in Italia si spende poco anche in manutenzione e prevenzione. Strumenti e algoritmi evoluti, se inseriti nei sistemi già oggi utilizzati in produzione con i dati storici raccolti con gli Historian, possono però esserci utili per rilevare anomalie e darci i segnali di avviso ‘near-miss’: quelli che precedono un problema immediatamente prima che si verifichi un incidente, una fermata, un problema di qualità o altro che possa procurare danni all’impianto o al lotto in produzione.

Randieri: I benefici che è possibile trarre dall’evoluzione delle tecnologie digitali, IoT, 5G, cloud computing, analisi dei dati e robotica, in combinazione con altre tecnologie abilitanti, mirano a creare valore aggiunto concreto nel campo dei prodotti, processi e modelli. Nel caso dei prodotti, l’ulteriore integrazione delle TLC sostenuta dallo sviluppo dell’IoT favorisce nascita e crescita di nuove industrie. Un esempio per tutti è lo sviluppo dei mercati riguardanti tecnologie e dispositivi indossabili e degli elettrodomestici intelligenti. Nei processi, l’ulteriore diffusione dell’automazione industriale in produzione e la piena integrazione, simulazione e analisi dei dati nei processi e nelle catene di approvvigionamento stanno portando notevoli benefici in termini di aumento netto della produttività ed efficienza nell’impiego delle risorse lungo l’intero ciclo vita produttivo. Per quanto riguarda infine i modelli imprenditoriali, si assiste a un cambiamento di assetto delle catene del valore e alla riduzione netta dei confini tra prodotti e servizi. Infatti, dall’interconnessione dei prodotti IoT scaturiscono nuovi servizi a cui i consumatori adeguano le loro abitudini, ad esempio in relazione alla proprietà, alla creazione congiunta e alla condivisione (l’economia del web e delle app). È ampiamente dimostrato che inserendo i servizi al portafoglio dei prodotti delle aziende manifatturiere è possibile aumentare la redditività e persino l’occupazione. La convergenza delle tecnologie che stanno guidando l’evoluzione digitale, in particolare IoT, Big Data e cloud computing, robotica e intelligenza artificiale e stampa 3D, consentiranno all’industria di rispondere alle richieste dei consumatori 4.0, sempre più esigenti in termini di personalizzazione, maggiore sicurezza, maggiore comodità, efficienza energetica e migliore impiego delle risorse. Ad esempio, utilizzando la combinazione di sensori avanzati e Big Data nei vari processi industriali è possibile abbattere non solo il consumo energetico ma anche la quantità di materie prime utilizzate. Queste innovazioni rappresentano l’anello di giunzione tra l’evoluzione delle tecnologie digitali e il loro utilizzo nei vari comparti industriali. Per poter ottenere i massimi benefici offerti, le nostre aziende necessitano di maggiore competenza in questo settore, sostenuta dal potenziamento della capacità d’innovazione. Non di meno, di un settore pubblico altrettanto innovativo, capace di indicare la strada verso la trasformazione digitale assicurando al contempo servizi di alta qualità per tutti i cittadini.

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Tavola Rotonda pubblicata su Automazione Oggi N. 397 – Aprile 2017 – Anno 33

AutomazioneOggiÈ il mensile dedicato al mondo dell’automazione industriale e delle relative tecnologie. Oltre a fornire rigorose e dettagliate informazioni su prodotti e software program, componenti, applicazioni, Automazione Oggi segue da vicino il mercato con inchieste, analisi e tavole rotonde. Propone a scadenze regolari l’appuntamento con le “Information”, i supplementi monotematici di approfondimento settoriale dell’offerta disponibile sul mercato industriale italiano. L’inserto “e-@utomation”, dedicato all’integrazione tra impresa e produzione, completa la copertura del goal di riferimento offrendo una panoramica sulle più progressive tecnologie e metodologie di gestione integrata dei processi aziendali. Automazione Oggi si rivolge soprattutto alla direzione tecnica aziendale, ai progettisti, ai system integrator, ai costruttori e agli utilizzatori di macchine e impianti automatici, ai direttori e ai tecnici di produzione, I.T. supervisor e responsabili controllo qualità operanti nei vari settori manifatturieri. Distribuita in abbonamento e mailing listing.

 

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