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Cristian Randieri, PhD “Interviews Collection” – Last Update March 2016

Cristian Randieri, PhD “Interviews Collection” – Last Update March 2016

Interview Collection Cristian Randieri - Intellisystem Technologies

Cristian Randieri, PhD is a highly accomplished, motivated and solutions-driven technology development leader and visionary business development strategist. Consistent track record of delivering innovative technologies that add significant value, increase customer satisfaction and stimulate business/revenue growth. More than 15 years of demonstrated achievements improving product and process performance/functionality, driving new product introductions and developing strategic relationships with internal and external customers in alignment with company goals. Dedicated innovator with highest quality standards and uncompromising ethics.

Specialties: Strategic execution, program management of large complex projects, negotiations, daily tactical execution, leadership and direction, focusing a team on a series of goals and then achieving them while maintaining the proper work life balance.

Interview List and reference:

[1] – Interview to C. Randieri, Dossier – “Le opportunità dei nuovi mercati,  Commercio Elettrico n. 4 – Aprile 2005, pp. 16-28

[2] – Interview to C. Randieri, Attualità – “Nuovi settori per il Mercato Elettrico, Il Giornale dell’Installatore Elettrico N. 6 – 25 Aprile 2005, pp. 20-27

[3] – Interview to C. Randieri, Attualità VoIP – “Reti: Voce e video convergono su IP di G. Fusari, Elettronica Oggi N. 345 – Maggio 2005, pp. 66-72

[4] – Interview to C. Randieri, Focus On – “Difesa e aerospazio di F. Prandi, Elettronica Oggi Embedded N. 12 – Settembre 2005, pp. 21-25

[5] – Interview to C. Randieri, Hardware Embedded Internet – “Internet in un chip di G. Fusari, Elettronica Oggi Embedded N. 13 – Novembre 2005,  pp. 48-53

[6] – Interview to C. Randieri, Tavola rotonda: Le reti wireless di V. Alessandroni, Fieldbus & Networks – Gennaio 2010, pp. 48-51

[7] – Interview to C. Randieri, Tavola rotonda: Nuove frontieredi C. Lodari, Fieldbus & Networks – Maggio 2010, pp. 48-52

[8] – Interview to C. Randieri, “Report: Sistemi intelligentidi F. Prandi, EO News n. 564 – Maggio 2013, pp. 10-12

[9] – Interview to C. Randieri, Rassegna Sistemi di visione: Parola alle aziende, EO News n. 578 – Settembre 2014, pp. 26-29

[10] – Interview to C. Randieri, “Il mercato dell’ICT di V. Vitale,Automazione Oggi N. 378 – Gennaio/Febbraio 2015, pp. 30 – 34

[11] – Interview to C. Randieri, “Tavola Rotonda: Green and profitabledi S. Cazzani e I. De Poli, Fieldbus & Networks N. 82 – Febbraio 2015, pp. 64-67

[12] – Interview to C. Randieri, “Tavola Rotonda: Formazione per l’automazionedi I. De Poli, Automazione Oggi N. 379 – Marzo 2015, pp. 114-121

[13] – Interview to C. Randieri, “Tavola Rotonda: Open Sourcedi M. Santovito, Automazione Oggi N. 380 – Aprile 2015, pp. 96-99

[14] – Interview to C. Randieri, “Tavola Rotonda: Cloud Computing, i pro e i controdi A. Cattaneo, Automazione Oggi N. 383 – Luglio/Agosto 2015, pp. 58-64

[15] – Interview to C. Randieri, Questione di chimicadi M. Santovito, Automazione Oggi N. 384 – Settembre 2015, pp. 32-34

[16] – Interview to C. Randieri, “Tavola Rotonda: Predire…in manutenzionedi S. Beraudo, Fieldbus & Networks N. 84 – Settembre 2015, pp. 70-73

[17] – Interview to C. Randieri, Rassegna Sistemi di visione: Parola alle aziende, EO News N. 589 – Settembre 2015, pp. 24-25

[18] – Interview to C. Randieri, “Tavola Rotonda: Se l’approccio è Meccatronico” di A. Gasparetto, Automazione Oggi N. 385 – Ottobre 2015, pp. 102-106

[19] – Interview to C. RandieriTavola Rotonda “La convergenza delle reti: Potenzialità e criticità” di C. Paveri, Fieldbus & Networks N. 86 – Febbraio 2016, pp. 56-67

[20] – Interview to C. Randieri, “Computer Industriali: Parola alle Aziende”, EONews N. 594 – Febbraio 2016, p. 23

[21] – Interview to C. Randieri, “Tavola Rotonda: La Meccatronica, Automazione Oggi N. 388 – Marzo 2016, pp. 100-104

AO Ottobre 2015 - Tavola rotonda Se l'approccio è meccatronico - Intellisystem Technologies

A New Approach to Mechatronics: “Se l’approccio è meccatronico”

Fra i termini attualmente più ‘in voga’ nel mondo dell’automazione non manca quello di ‘meccatronica’: vediamo quali novità ci attendono in questo ambito con alcuni esperti del settore In ambito industriale, una delle parole più ‘trendy’ degli ultimi tempi è senza dubbio ‘meccatronica’. La meccatronica viene infatti vista, sia in ambito progettazione/produzione sia, più in generale, a livello di approccio, come una ‘chiave’ che può aprire alle aziende prospettive molto rilevanti. In questa tavola rotonda facciamo il punto sulla situazione con alcuni esperti del settore, appartenenti a note aziende.

Con Cristian Randieri, President & Ceo di Intellisystem Technologies; Rosario Castelli, Sales manager di Garnet; Sabina Cristini, Business Unit Mechanical Drives General Manager  di Siemens Italia; Edgardo Porta, direttore marketing di Rittal; Nicoletta Ghironi, marketing & communication manager di B&R Automazione Industriale; Roberto Loce, solution architect Motion Control di Rockwell  Automation; Marco Filippis, product manager Robot di Mitsubishi Electric Factory Automation.

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Di seguito riportiamo l’estratto dell’articolo riguardante le risposte date da parte del nostro Presidente e CEO Cristian Randieri

Automazione Oggi: Quali sono in questo momento i trend più importanti e le prospettive più evidenti della meccatronica?

Cristian Randieri di Intellisystem Technologies (www.intellisystem.it): “La meccatronica rappresenta il cuore della modernità, poiché è una disciplina che studia le modalità per favorire l’interazione tra meccanica, fisica, elettronica, biologia e psicologia, allo scopo di creare macchine e sistemi evoluti. Storicamente lo sviluppo della meccanica è stato alla base della rivoluzione industriale dell’Ottocento e del Novecento. Nella seconda metà del secolo scorso invece l’elettronica ha rappresentato la frontiera tecnologica più avanzata. Oggi si assiste al consolidamento di un nuovo paradigma, ovvero un canone ibrido delle due categorie tecno-produttive: la meccatronica appunto. In questi anni, tra i settori di punta del mercato Italiano della meccatronica abbiamo registrato segni positivi dal comparto packaging, una conferma della stabilità del tessile e ceramica, una più marcata sofferenza per il comparto legno e plastica. Per il 2015 le previsioni sono di una modesta crescita nei diversi ambiti tecnologici. Sono convinto che grazie agli incentivi per la ricerca e le riforme comunitarie per la reindustrializzazione, in futuro si dovrebbe assistere a una ricaduta positiva anche per l’Italia, ma molto probabilmente, la crescita avverrà a velocità inferiore rispetto agli altri Paesi europei. Purtroppo, oggi il settore manifatturiero italiano vive una realtà difficile da gestire, poiché, mancando gran parte della domanda interna, stiamo assistendo a uno spostamento sempre più marcato verso l’esportazione, con punte sino all’80% del fatturato di ogni singola azienda. Per esportare il ‘made in Italy’ occorre però distinguersi nettamente dai competitor esteri, essendo capaci di fornire sistemi e servizi sem- pre più complessi basati su tecnologie innovative e di punta. Considerando il tessuto industriale italiano essenzialmente formato da micro e piccole imprese, è logico ipotizzare che il modello industriale da perseguire sarà quello basato sull’alta tecno- logia, piuttosto che sulla grande impresa. Questo significa che per le realtà specializzate, capaci di fornire valore aggiunto attraverso soluzioni moderne e personalizzate, vi saranno buone opportunità di sviluppo”.

A.O.: Qual è, a suo avviso, la situazione attuale del mercato in questo settore a livello italiano e mondiale?

Randieri: “In Italia lo sviluppo della meccatronica storicamente è avvenuto con molti limiti, ma anche con i punti di forza del suo modello produttivo. Malgrado il collasso dell’economia finanziaria in uno studio condotto da ‘Il Sole 24 Ore’ si può evincere che: nel 2008, la meccatronica italiana fatturava 352 miliardi di euro; nel 2009, anno in cui la finanza scellerata ha attaccato il sistema industriale di tutto il mondo, il giro d’affari è sceso a 286 miliardi; nel 2010 abbiamo assistito alla prima risposta positiva da parte del sistema industriale italiano, la cui meccatronica ha ottenuto ri- cavi per circa 300 miliardi di euro; nel 2011 si è assistito al vero recupero, ormai a livelli pre-crisi, pari a 319 miliardi di euro di fatturato. Nel 2012 si è assistito alla stabilizzazione del mercato con ricavi pari a 321,4 miliardi. Dal 2013 ad oggi si è intravista una lenta e costante risalita che dovrebbe consolidarsi a livello mondiale. Per capire meglio l’andamento del mercato della meccatronica in Italia è importante analizzare la dinamica intra-europea, questo perché la meccatronica è uno dei comparti che si presta meglio a essere interpretato come una ‘Region’, ovvero una delle macro-piattaforme industriali in cui l’industria manifatturiera internazionale si è dovuta riorganizzare con l’ultima globalizzazione. Secondo quest’ottica con- frontando i dati di mercato del nostro Paese con la Germania purtroppo è palesemente confermato che l’Italia non riesce a tenere il passo con i cugini tedeschi. Facendo un’analisi più approfondita è possibile dimostrare che tutto ciò è dovuto a una questione ‘dimensionale’. Se analizziamo i dati Eurostat, l’Unione Europea è composta da 27 membri per un totale di 156.154 imprese specializzate nella meccatronica, di cui circa 25.000 sono in Germania e 30.000 in Italia. Considerando il peso specifico dei singoli sistemi produttivi nazionali, ricavabile dall’incidenza degli addetti, possiamo constatare che su circa 4 milioni di addetti in Europa, 1,7 milioni operano in Germania e 650 mila in Italia. Il numero medio degli addetti per impresa in Italia è di circa 22 mentre in Germania è di circa 68. Quindi il problema del nostro Paese non è affatto impu- tabile all’ottimalità e agli standard di produzione (in certi settori siamo persino superiori ai tedeschi) quanto all’assenza di strutture industriali di grandi dimensioni, le quali possano collocarsi nelle parti alte delle catene della fornitura del manifatturiero industriale, offrendo maggior valore aggiunto e soprattutto avendo un ruolo più importante nel capitalismo globale. Se partiamo dalla considerazione che la meccatronica a livello mondiale svolge la funzione di collante tecnologico ed è fornitrice di sistemi e servizi per le grandi imprese che operano nel campo automotive, aeronautico e aerospaziale è palese che il futuro della meccatronica italiana è d’interesse strategico per le sorti di tutto il nostro settore manifatturiero. Infatti il mercato della meccatronica rappresenta un fattore chiave per la sua capacità di connettersi alle catene del capitalismo globale. Penso che per il nostro Paese la meccatronica possa rappresen- tare un’opportunità in più per il riequilibrio del nostro sistema industriale che, purtroppo da anni, sta sperimentando una crisi molto intensa che sta colpendo le nostre industrie. La meccatronica in Italia esprime il 15% del fatturato manifatturiero italiano, con una distribuzione pari al 75% nel Nord, il 13% nel Centro e il resto nel Sud. A livello mondiale assistiamo invece a una continua crescita della domanda, nonché la crescita in termini di prodotti che si caratterizzano nel settore della meccatronica, per cui si può aspettare una forte crescita del settore nel prossimo decennio e oltre. Le aziende di tutto il mondo sono sempre più alla ricerca di soluzioni automatizzate per accelerare i metodi di produzione e ridurre la manodopera e costi. Anche le aziende dei paesi in via di sviluppo stanno dando un forte contributo alla crescita del mercato della meccatronica grazie allo sviluppo di protocolli software da applicare alle macchine. Tra i paesi leader di questo settore spicca sicuramente l’India”.

A.O.: La sua azienda come si colloca nel mercato di questo settore, relativamente alla situazione attuale e ai trend previsti?

Randieri: “Per la nostra azienda la meccatronica ha rappresentato un processo di trasformazione articolato che ci ha permesso di effettuare nuovi sviluppi e ottimizzazioni. Sfruttando l’approccio interdisciplinare all’interazione e integrazione tra meccanica, elettronica e informatica, applichiamo i principi della meccatronica non solo in fase di progettazione e sviluppo di una nuova macchina, ma anche in fase di analisi di problemi sulle macchine esistenti. Grazie al nostro approccio ‘meccatronico’ siamo riusciti a far evolvere le vecchie macchine dei nostri clienti verso le esigenze attuali di mercato caratterizzate da qualità, flessibilità ed economicità. Uno degli aspetti tecnologici che curiamo in particolare è quello della simulazione, che ci permette di ottimizzare fin dalla fase progettuale gli aspetti dinamici della costruzione della macchina abbinati all’automazione per il motion control. Grazie a ciò riusciamo a ottenere maggiori garanzie del risultato atteso, testando e apportando eventuali modifiche nella fase preliminare del progetto, riducendo così i costi di sviluppo e progettazione, arrivando direttamente alla realizzazione di un prototipo di macchina definitivo. Non solo, siamo sempre più sensibili e attenti alle nuove soluzioni che ci consentano di migliorare l’efficienza energetica delle macchine, fattore ormai decisivo per la riduzione dei costi degli impianti di produzione. Tutto ciò si traduce in una riduzione dei tempi di sviluppo e di introduzione sul mercato a favore di un aumento di produttività e qualità, con piena soddisfazione del nostro cliente finale e notevoli vantaggi competitivi rispetto ai nostri competitor”.

Infine

In conclusione, possiamo dire che tutti gli interventi hanno sottolineato l’importanza della meccatronica come potentissimo driver di innovazione e di crescita del mondo industriale. Ritengo sia importante che le aziende italiane, sia le grandi che le PMI, facciano proprio questo approccio che può permettere al nostro tessuto industriale e, più in generale, al nostro Paese, di agganciare la ripresa mondiale e di ritornare il più rapidamente possibile ai livelli produttivi esistenti prima della grande crisi che ci siamo lasciati alle spalle.

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Tavola Rotonda a cura di Alessandro Gasparetto – Automazione Oggi N. 385 (Ottobre 2015)

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/ao-ottobre-2015/

Fiber over copper cable - Intellisystem Technologies

(English) THE MOST IMPORTANT ADVANTAGES TO CHOOSING FIBER OVER COPPER CABLE

It is well known that Fiber optic cable is one of the most popular mediums for both new cabling installations and upgrades, including backbone, horizontal, and even desktop applications. Fiber offers countless advantages over copper.

Reported below I will try to classify this vantages in only few points that are the most representative:

  1. Greater bandwidth

Fiber provides more bandwidth than copper and has standardized performance up to 10 Gbps and beyond (experimentally car reach to 100 GB). More bandwidth means fiber can carry more information with greater fidelity than copper wire. Keep always in mind that fiber speeds are dependent on the type of cable used. Single-mode fiber offers the greatest bandwidth and no bandwidth requirements compared to the multi-mode one.

  1. Speed and distance

Due to the fiber optic signal nature made of light, very little signal loss occurs during transmission, and data can move at higher speeds and greater distances (theoretically at the light speed). Fiber does not have the copper’s 100-meter (328-ft.) distance limitation of unshielded twisted pair copper (without a booster). Fiber distances depend of the cable quality, wavelength and network. Distances can range from 550 meters (984.2 ft.) for 10-Gbps multi-mode and up to 40 kilometers (24.8 mi.) for single-mode cable. The majority of backbones in large companies are fiber.

  1. Security

The data transmitted over the fiber are always safe. It doesn’t radiate signals and is extremely difficult to tap. If the cable is tapped, it’s very easy to monitor because the cable leaks light, causing the entire system to fail. If an attempt is made to break the physical security of your fiber system, you’ll know it. Take in account that there are many different application that use the fiber as intrusion detection system exploiting the just mentioned properties.

Fiber networks also enable you to put all your electronics and hardware in one central location, instead of having wiring closets with equipment throughout the plant.

  1. Immunity and reliability

Fiber provides extremely reliable data transmission. It’s completely immune to many environmental factors that affect copper cable typically caused electromagnetic interference. The fiber’s core is made of glass, which is an insulator, so no electric current can flow through. It’s immune to electrometric interference and radio-frequency interference (EMI/RFI), crosstalk, impedance problems, and more. You can run fiber cable next to Oil&Gas industrial equipment without worry. Fiber is also less susceptible to temperature fluctuations than copper and can be submerged in water. Fiber is the ideal choice for Oil&Gas application both inshore and offshore.

  1. Design

Fiber is lightweight, thin, and more durable than copper cable. To get higher speeds using copper cable, you need to use a higher grade of cable, which typically have larger outside diameters, weight more, and take up more space in cable trays. With fiber cable, there is very little different in diameter or weight. Plus, fiber optic cable has pulling specifications that are up to 10 times greater than copper cable (depending on the specific cable). Its small size makes it easier to handle, and it takes up much less space in cabling ducts. And, fiber is easier to test than copper cable.

  1. Migration

The proliferation and lower costs of media converters are making copper to fiber migration much easier. The converters provide seamless links and enable the use of existing hardware. Fiber can be incorporated into network in planned upgrades by simply using the adequate copper to fiber converters.

  1. Field termination.

Although fiber is still more difficult to terminate than copper, advancements in technology have made terminating and using fiber in the field easier. Terminating fiber optic cable is not as simple as copper. While manufacturers have developed crimp-on connectors, they are expensive, high loss and have not been very reliable. Fiber optic connectors need adhesives for reliability and low cost. And most installation involves stripping fibers, injecting adhesives and polishing the ends. No IDC (insulation displacement connectors) here. Any good installer can learn how to terminate fiber in less than 2 hours.

  1. Cost

The cost for fiber cable, components, and hardware has steadily decreased. Overall, fiber cable is more expensive than copper cable in the short run, but it may be less expensive in the long run. Fiber typically costs less to maintain, has less downtime, and requires less networking hardware. In addition, advances in field termination technology has reduced the cost of fiber installation as well.

EO News Settembre 2015 - Rassegna Sistemi di visione Parola alle aziende - Intellisystem Technologies

Interview to Cristian Randieri: “The Vision Systems Market”

D: Qual è la sua opinione riguardo l’andamento del mercato (rallentamento, crescita, forte incremento…)?

Randieri: Il recente rapporto edito da MarketsandMarkets dal titolo “Machine Vision Market by Component (Optics, Software), Product (PC Based, Embedded), Technology (Imaging, Laser, Augmented), Application, Vertical (Pharmaceutical, Security, Automotive, Defense) & by Geography- Analysis & Forecast (2014 – 2020)” indica che il valore complessivo del mercato dei sistemi di visione dovrebbe raggiungere circa 8,50 miliardi di euro entro il 2020, con una crescita stimata annua del 12,51% negli anni 2014- 2020. Lo scenario competitivo del mercato presenta un quadro molto interessante, poiché il mercato sta assistendo al lancio di nuovi prodotti e collaborazioni su larga scala, con accordi e partnership in tutta la value-chain, attraverso player mondiali di primo livello. In Italia, purtroppo l’andamento di tale mercato mostra una timida crescita vincolata dalle presenti congiunture economiche che limitano molto gli investimenti da parte delle aziende. Malgrado ciò, i nostri clienti applicano i sistemi di visione industriale nelle linee di produzione richiedendoci soluzioni flessibili, rapide da integrare nei sistemi di automazione già esistenti nelle loro fabbriche.

D: Quali sono le principali strategie adottate dalla vostra società sul breve/medio periodo per soddisfare al meglio le richieste di questo mercato?

Randieri: Le strategie che applichiamo in Intellisystem Technologies nascono dalle esigenze dei nostri clienti che tipicamente rientrano nella customizzazione del prodotto abbinato a una riduzione dei costi di produzione. Infatti un approccio di tipo ‘custom’ ci permette di sviluppare sistemi “ad-hoc” che abbiano caratteristiche di portabilità e scalabilità su diverse piattaforme hardware e software, tipicamente quelle già impiegate dai nostri clienti nelle loro linee di produzione. Tutto questo per noi è possibile grazie alla nostra capacità di essere un system integrator dotato di un reparto R&D in grado di creare soluzioni personalizzate, competitive e allo stesso tempo rispondenti alle più strette esigenze del cliente. Crediamo che la nostra azienda, grazie a queste caratteristiche, riesca a fare la differenza, in termini di competitività, offrendo maggiore elasticità nel presentare soluzioni integrate e personalizzate.

D: In che modo state implementando queste strategie (stipula di accordi/collaborazioni, nuove acquisizioni, investimento in attività di ricerca e sviluppo, in risorse umane…)?

Randieri: Da sempre ci distinguiamo dalla concorrenza per il nostro nucleo R&D e per i nostri laboratori sperimentali, grazie ai quali costruiamo i prototipi che andranno installati e validati a bordo macchina del cliente. Da diversi anni vantiamo delle collaborazioni e partnership di alto livello con player di livello mondiale (Sony, Flir, Aptina e così via) grazie ai quali siamo sempre aggiornati sullo stato d’arte della tecnologia dei sensori d’immagine. I punti di forza della nostra realtà, sulla quale facciamo leva per essere competitivi, si basano sullo sviluppo in-house di tutte le attività che spaziano dall’integrazione dei sensori di immagine allo sviluppo dell’hardware su piattaforme embedded, passando dalla progettazione delle schede elettroniche, lo sviluppo di firmware, alle prove di compatibilità elettromagnetica, alla progettazione meccanica sino ad arrivare ai test ambientali, termici e di compatibilità EMC.

D: Quali sono i settori applicativi più promettenti?

Randieri: I settori più promettenti per i sistemi di visione sono quelli che interessano tutta la filiera delle aziende che operano nel campo dell’elettronica, la produzione di famaci, i sistemi d’imballaggio, i dispositivi medici e i prodotti automotive senza nulla togliere ai prodotti consumer. Storicamente i sistemi di visione hanno avuto più successo in applicazioni dove sono stati integrati nel processo di produzione. I continui miglioramenti in termini di costi, prestazioni, robustezza algoritmica e facilità d’uso hanno incoraggiato l’uso di sistemi di visione nell’automazione della produzione in generale. Ulteriori progressi in questi settori caratterizzeranno il futuro della visione artificiale, incoraggiando nell’arco dei prossimi anni la progettazione e realizzazione di nuovi sistemi da utilizzare in nuovi piani di produzione. Pensiamo che il futuro dei sistemi di visione, in termini di diffusione in nuovi settori applicativi, debbano includere le fondamentali caratteristiche di essere sempre più veloci, intuitivi e facili da usare unitamente ad una maggiore flessibilità, portabilità e scalabilità.

D: Quali sono i principali fattori che distinguono la vostra azienda rispetto ai concorrenti?

Randieri: Come già accennato in precedenza, il fattore che sicuramente ci distingue dalla concorrenza è il nostro approccio ‘custom’, che ci permette di avere la capacità di fornire una tecnologia definibile ‘on demand’ ad alto contenuto di innovazione, grazie all’impegno dei nostri esperti in R&D. La grande flessibilità della nostra struttura, unitamente alla capacità di realizzare un prodotto finito (hardware e software), ci consente di rispondere a ogni richiesta specifica del nostro cliente. Realizziamo sistemi di visione anche per clienti OEM, dando loro spazio alle personalizzazioni che intendono applicare, offrendo loro nuovi strumenti atti a garantirgli il più rapido “time-to-market”. Nondimeno, il dipartimento di ricerca e sviluppo è certamente il cuore della nostra azienda, che fa della continua innovazione uno dei nostri valori. La struttura produttiva e l’organizzazione fanno però la differenza tra un centro di ricerca fine a se stesso e un’azienda.

D: Pur non avendo la sfera di cristallo, quali sono le previsioni sul lungo termine?

Randieri: I continui miglioramenti in termini di costi, prestazioni, robustezza algoritmica e facilità d’uso hanno incoraggiato l’uso dei sistemi di visione nell’ automazione della produzione in generale. Ulteriori progressi in questi settori caratterizzeranno il futuro della visione artificiale, che si tradurranno nello sviluppo di nuove soluzioni sempre più performanti ed economiche. Attraverso i recenti progressi in termini di riduzione dei costi di produzione, unitamente all’aumento delle prestazioni, robustezza e facilità d’uso, faranno sì che il mercato dei sistemi di visione si espanda sempre più a ritmi crescenti. Anni di applicazioni di sistemi di visione all’interno delle fabbriche hanno fatto maturare una grande esperienza dei produttori sugli usi ottimali di questi sistemi, a favore di una maggior consapevolezza che i confini applicativi di oggi continueranno a estendersi. I produttori di macchine industriali in futuro considereranno sempre più la visione a bordo macchina come uno strumento maturo da impiegare nei loro processi di produzione. Anche se molti dei potenziali utenti di queste tecnologie potrebbero voler attendere nuove tecnologie, gli sviluppi più recenti della tecnologia dei sistemi di visione suggeriscono che oggi è il momento più proficuo per investire in queste soluzioni.

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Intervista a Cristian Randieri riguardo il mercato dei sistemi di visione pubblicata sulla rivista EO News N. 589 Settembre 2015

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito  http://www.intellisystem.it/portfolio/eonews-settembre-2015/

Thermography for Oil & Gas application -Intellisystem Technologies

(English) Thermography for Oil & Gas application

Thermography plays an important role within the petrochemical, chemical, and power generation industries. With the current global energy crisis, these energy-based industries must continue to meet high volume demands while reducing operational costs and preventing failures. Such failures can lead to losses in production that may result in a domino effect all the way down to the consumer. With our coast guard thermography applications used within the petrochemical and energy sectors we want to show how it is possible to have a continuous monitoring even on the dark or with fog…….

Video demonstration

EO News Settembre 2014 - Sistemi di Visione Parola alle aziende - Intellisystem Technologies

Intervista a Cristian Randieri: Parola alle aziende “Sistemi di Visione”

1)  Qual’é la sua opinione riguardo l’andamento del mercato (rallentamento, crescita, forte incremento…)?

Durante gli ultimi 15 anni, la tecnologia dei sistemi di visione è maturata notevolmente, diventando in alcuni casi un indispensabile strumento per l’automazione di fabbrica. L’evoluzione dei sistemi di visione per applicazioni industriali è costante, e nei prossimi anni si assisterà ancora a una significativa estensione dell’insieme delle soluzioni disponibili. Intellisystem Technologies opera nel campo dei sistemi di visione da più di dieci anni ed è costantemente attenta alle evoluzioni del relativo mercato. Progressi nello sviluppo di nuovi sensori, nel processamento di segnali digitali, nelle Fpga, nei microprocessori, nell’elettronica e nei sistemi calcolo embedded hanno ampliato lo spettro applicativo della tecnologia applicata di sistemi di visione. Il mercato dei sistemi di visione è relativamente giovane, i primi sistemi sono stati sviluppati e impiegati per applicazioni militari negli anni ’40-’50. Occorre attendere sino agli anni ’80-’90 prima di avere una reale commercializzazione delle soluzioni e quindi la creazione di un mercato vero e proprio. In questi anni e sino ai primi anni del 2000 il mercato muove i primi passi utilizzando la tecnologia di quegli anni, non ancora così evoluta come quella dei nostri giorni. Lo studio condotto da Frost & Sullivan dal titolo ‘Analysis of the Global Industrial Machine Vision Market’ ha rilevato che nel 2012 il mercato ha prodotto un fatturato di 4,5 miliardi di dollari e stima che lo stesso raggiunga, entro il 2016, i 6,75 miliardi. Il rapporto include gli ambiti dei sistemi di visione, delle telecamere industriali, delle schede di acquisizione video, dei sistemi ottici e di illuminazione e dei software per sistemi di visione. La nostra esperienza ci evidenzia un forte incremento di richiesta di soluzioni inerenti i mercati tradizionali basati sui processi produttivi. I nostri clienti stanno applicando la visione industriale nelle linee di produzione a volumi elevati, compatibilmente con una domanda di soluzioni flessibili e rapide da integrare in tutti i sistemi di automazione per la fabbrica. Sebbene negli ultimi due anni la crisi del debito, insieme alle politiche di austerity e taglio dei costi di produzione abbiano comportato un nuovo assestamento, i player sono ancora ottimisti riguardo al futuro e parlano di una stabilizzazione del mercato a partire dal 2014, dopo il rallentamento subito negli scorsi anni.

2)  Quali sono le principali strategie adottate dalla vostra società sul breve/medio periodo per soddisfare al meglio le richieste di questo mercato?

Il mercato della visione artificiale tipicamente è suddiviso tra due player: i produttori di dispositivi e i system integrator. Nella prima categoria rientrano i grandi produttori di telecamere industriali, smart camera, sistemi di visione embedded, ai quali si aggiungono i produttori di sistemi di sviluppo software per le applicazioni di imaging. Alla seconda categoria appartengono invece realtà aziendali, tipo la nostra, che utilizzano i prodotti disponibili sul mercato per sviluppare soluzioni, aggiungendo competenze ingegneristiche dal punto di vista dello sviluppo software, dell’integrazione dei sistemi ed esperienza in settori specifici. Le principali strategie adottate dalla nostra azienda per incidere sul mercato della visione artificiale nascono dalle seguenti considerazioni: – I prodotti presenti sul mercato hanno caratteristiche tecniche o prestazioni talvolta insufficienti a rispondere alle necessità specifiche del cliente. – I dispositivi da impiegare possono essere troppo costosi per l’applicazione, perché pensati in origine per un utilizzo generico che non tiene in considerazione l’applicazione stessa. – È sempre più sentita la necessità di disporre di un prodotto altamente performante, con a bordo una tecnologia sempre più innovativa e sofisticata, ma allo stesso tempo caratterizzato da un costo competitivo. La nostra strategia di penetrazione di mercato si basa su un approccio di tipo ‘custom’ per la creazione di un prodotto personalizzato e specifico che sia al tempo stesso ottimizzato ed economicamente vantaggioso. In altre parole più tecniche, miriamo allo sviluppo di prodotti o sistemi “ad-hoc” che siano portatili e al tempo stesso scalabili su più piattaforme hardware e software. Una sfida che non molte aziende, allo stato attuale, sono in grado di raccogliere. Per poter trarre reale vantaggio da un tale tipo di approccio è infatti necessario, per qualsiasi produttore di dispositivi, poter contare su un partner system integrator con competenze tecnico ingegneristiche e strutture adeguate, dotato di un team specializzato in R&D operante in laboratori di sperimentazione che sia in grado di fornire soluzioni su misura, economicamente vantaggiose e, allo stesso tempo, rispondenti alle specifiche richieste del cliente. La versatilità, la flessibilità nei confronti delle esigenze del cliente e la capacità di diversificazione sono i nostri punti di forza imprescindibili per interfacciarci al mercato della visione con un approccio di tipo ‘custom’. Siamo convinti che un’azienda che racchiuda al suo interno tutte queste peculiarità può fare la differenza, in termini di competitività, per il proprio cliente, offrendo maggiore elasticità che consente di proporre soluzioni integrate e personalizzate.


3)  In che modo state implementando queste strategie (stipula di accordi/collaborazioni, nuove acquisizioni, investimento in attività di ricerca e sviluppo, in risorse umane…)?

Il segreto del nostro successo è tutto racchiuso nel nostro nucleo di R&D e nei nostri laboratori sperimentali in cui siamo in grado di costruire prototipi che andranno installati e validati a bordo macchina del cliente. Finalizzato il prodotto ‘custom’, i nostri ingegneri studiano e progettano nel dettaglio tutte le fasi di set up producendo una documentazione professionale, semplificando così l’attività del produttore che dovrà semplicemente installare i nostri sistemi sui propri macchinari, con un evidente risparmio in termini di tempistiche e costi. Le competenze a livello hardware acquisite dalla nostra azienda partono dalla conoscenza dei sensori di immagine presenti sul mercato per arrivare alla stipula di accordi di partnership con i maggiori produttori mondiali (Sony, Flir, Aptina e così via). I punti di forza della nostra realtà si basano sullo sviluppo in-house all’interno dei nostri laboratori di R&D delle attività che spaziano dall’integrazione dei sensori di immagine allo sviluppo dell’hardware su piattaforme embedded passando dalla progettazione delle schede elettroniche, lo sviluppo di firmware, alle prove di compatibilità elettromagnetica, alla progettazione meccanica sino ad arrivare ai test ambientali, termici e di compatibilità EMC.

4)  Quali sono i settori applicativi più promettenti?

Storicamente i sistemi di visione hanno avuto più successo in applicazioni dove sono stati integrati nel processo di produzione. Ad esempio, le macchine per l’assemblaggio dei circuiti stampati. Tuttavia, continui miglioramenti in termini di costi, prestazioni, robustezza algoritmica e facilità d’uso hanno incoraggiato l’uso di sistemi di visione nell’automazione della produzione in generale. Ulteriori progressi in questi settori caratterizzeranno il futuro della visione artificiale, incoraggiando nell’arco dei prossimi anni la progettazione e realizzazione di nuovi sistemi da utilizzare in nuovi piani di produzione. Pensiamo che il futuro dei sistemi di visione in termini di diffusione in nuovi settori applicativi debba includere tre fondamentali caratteristiche: 1. Devono essere sempre più veloci, ovvero devono essere sempre capaci di tenere il passo con i più moderni tassi di produzione. 2. Devono essere sempre più intuitivi e facili da usare. La facilità di utilizzo non implica solo un livello superiore in termini di “point-and-click” nell’interfaccia grafica, ma anche una gestione multilivello e la garanzia di accesso completo a tutti gli utenti del sistema previsti con diversi livelli di autorizzazioni. 3. Devono essere sempre più flessibili, portatili e scalabili al fine di essere facilmente ricollocati in funzione delle normali variazioni dei processi di produzione in cui verranno impiegati. Fatta questa premessa pensiamo che i settori più promettenti per i sistemi di visione siano quelli che spaziano tra l’elettronica, i prodotti farmacologici, i sistemi d’imballaggio, i dispositivi medici e i prodotti automotive senza nulla togliere ai prodotti consumer.

5)  Quali sono i principali fattori che distinguono la vostra azienda rispetto ai concorrenti?

Sicuramente è il nostro approccio ‘custom’ che ci permette di ottenere un sistema di visione maggiormente integrato e compatto, con minori consumi e quindi massima affidabilità, riuscendo a garantire al produttore che lo utilizzerà sui propri macchinari un sicuro vantaggio tecnologico. Questo significa, per una realtà come Intellisystem Tecnologies, avere la capacità di fornire una tecnologia definibile ‘su misura’, con in se una grande capacità di portare innovazione grazie all’impegno di una squadra di esperti in R&D. La grande flessibilità della nostra struttura ci consente di rispondere a ogni richiesta specifica del nostro cliente fornendo, ad esempio, anche soltanto la piattaforma hardware senza quella software. Allo stesso modo, la nostra capacità di realizzare un prodotto finito (hardware e software) permette ai nostri clienti di ottenere prestazioni e affidabilità difficilmente raggiungibili in altro modo. I sistemi di visione sviluppati secondo la nostra filosofia portano un grande beneficio tecnologico consentendo ai nostri clienti OEM di ottenere macchine più performanti e sicure rispetto a quelle della propria concorrenza. Ma non solo, i nostri clienti OEM grazie alle nostre tecnologie hanno uno strumento per la creazione di applicazioni personalizzate di visione che gli permette di spingersi sino alla creazione di nuovi strumenti veri e propri garantendogli un più rapido “time-to-market”.

6)  Pur non avendo la sfera di cristallo, quali sono le previsioni sul lungo termine?

Le tendenze hardware e software evidenziate continueranno a intensificarsi in futuro. L’hardware sempre più veloce, unitamente a strumenti più intelligenti e software applicativi e di sviluppo più perfezionati, consentirà una proliferazione più ampia e più profonda della visione artificiale nel settore manifatturiero. Tuttavia, attraverso i recenti progressi in termini di riduzione dei costi di produzione, insieme all’aumento di prestazioni, robustezza e facilità d’uso, faranno sì che il mercato dei sistemi di visione si espanda sempre più a ritmi sempre crescenti difficilmente ipotizzabili sino a pochi anni fa. Allo stesso tempo, gli ultimi 15 o 20 anni di applicazioni di sistemi di visione all’interno delle fabbriche hanno fatto maturare una grande esperienza dei produttori sugli usi ottimali di questi sistemi facendo maturare anche la consapevolezza che i confini applicativi di oggi continueranno a muoversi verso l’esterno. I produttori di macchine industriali in futuro considereranno la visione a bordo macchina non come una semplice curiosità, ma piuttosto come uno strumento maturo da impiegare sempre più nei loro processi di produzione. Anche se molti dei potenziali utenti di queste tecnologie potrebbero voler attendere nuove tecnologie del futuro – tra cui hardware più veloce e il software più intelligenti – gli sviluppi più recenti della tecnologia dei sistemi di visione implicano che “il futuro è adesso”, oggi è il momento più proficuo per investire in queste tecnologie.

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Intervista a Cristian Randieri, Presidente e CEO di Intellisystem Technologies, pubblicata sulla rivista EONews N. 578 – Settembre 2014.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/eonews-settembre-2014/

AO N. 332 - Febbraio 2010 - A colpo d'occhio - Intellisystem Technologies

‘A colpo d’occhio’: Applicazione di un sistema di monitoraggio video in un impianto petrolchimico

L’applicazione di un sistema di monitoraggio video in un impianto petrolchimico consente l’immediata individuazione di eventuali anomalie

Da diverso tempo le grandi multinazionali che lavorano nel campo della raffinazione del petrolio si occupano di tematiche di automazione di processo e sistemi per la tutela della sicurezza dei propri lavoratori. La sfida che continuamente si propone consiste nel garantire l’ottimizzazione delle risorse logistiche semplificando i cablaggi, l’uso e la manutenzione. Tutto senza trascurare l’aspetto più importante: limitare l’esposizione dei propri lavoratori al pericolo e preservarne la salute, garantendo loro l’incolumità. I sistemi messi a punto da Intellisystem Technologies offrono una valida soluzione a questi problemi, in quanto l’azienda progetta e realizza tecnologie che si integrano ad altre già esistenti a favore di una corretta ottimizzazione delle risorse disponibili. Inoltre, la continua evoluzione delle tecnologie di comunicazione digitale, che riguardano i sistemi per l’automazione di processo, ha fortemente modificato le tecniche e metodologie usate negli apparati di controllo, a favore di una sempre più spinta integrazione e coesistenza di più standard di comunicazione. In particolare, i processi distribuiti richiedono l’uso di soluzioni intelligenti, dispositivi di controllo e apparati di misura capaci di comunicare tra loro. L’esigenza di passare a una tecnologia di tipo Ethernet o di integrarla nasce dai vantaggi che se ne traggono in termini di semplificazione dei cablaggi, gestione dei sistemi e manutenzione, nonché di scalabilità.

 Segnalazioni da remoto

La soluzione di telecontrollo remoto e videosorveglianza over IP descritta di seguito è stata pensata per rispondere alle esigenze di una delle raffinerie ERG presenti nel polo petrolchimico di Siracusa. Il committente necessitava di un impianto di monitoraggio video intelligente, non solo da utilizzare come sistema per la sicurezza della produzione e dei lavoratori, ma anche capace di integrarsi con le tecnologie di controllo di processo già presenti nella sala quadri dell’impianto. In particolare, veniva richiesto l’interfacciamento di una postazione client di monitoraggio video con un sistema video-wall già presente in sala quadri, capace di fornire agli addetti una visione realistica delle variabili di controllo e produzione in essere, nonché una panoramica delle immagini provenienti dall’impianto. La soluzione offerta da Intellisystem insieme alla ditta DiPietro Automazione, che si è occupata dell’installazione dei sistemi, del loro cablaggio e dell’ingegneria di dettaglio, ha previsto l’utilizzo delle ‘networkcamere’ industriali Pan Tilt Zoom, di ultima generazione. Grazie alle loro caratteristiche di scalabilità e integrazione in una rete Ethernet in fibra ottica, esse si sono potute inserire senza interferire con gli apparati preesistenti in raffineria. La soluzione ‘Network Video Solution’ adottata rappresenta di fatto lo stato d’arte delle soluzioni per il monitoraggio remoto e offre benefici ben superiori a quelli offerti dagli equivalenti sistemi analogici. La flessibilità dei prodotti scelti ha semplificato l’integrazione della soluzione con altri sistemi di automazione industriale già presenti in loco. Valido strumento di controllo, il sistema offre in tempo reale uno streaming video di ciò che realmente accade nei punti più critici dell’impianto. Infatti, grazie alla tecnologia impiegata è possibile monitorare visivamente in realtime alcune parti dell’impianto, controllando ad esempio i bruciatori e le emissioni di fumi dal camino principale. In questo modo, oltre a osservare i parametri tipici di controllo di processo, si ha a disposizione un apparato di monitoraggio video gestibile da remoto, che permette in pochi istanti la verifica e la supervisione di alcune variabili oggettive ed euristiche, difficilmente quantizzabili dal normale sistema di controllo di processo. Nello specifico, una diversa colorazione dei fumi di scarico dei camini indica una condizione di anomalia nel funzionamento dell’impianto; questa rilevazione, unitamente alla misurazione di alcune variabili di processo, consente agli operatori presenti nella sala controllo di individuare e risolvere prontamente eventuali problematiche. Inoltre, non sempre il sistema di automazione effettua in maniera capillare tutte le misure; a volte alcune variabili secondarie vengono misurate localmente, mediante strumenti analogici quali manometri e termometri, che, nel caso in cui il sistema centrale segnali un’anomalia di funzionamento, rappresentano un valido strumento per individuare in modo preciso e tempestivo la causa di tale problema. Grazie al sistema installato, invece, è possibile rilevare visivamente, da remoto, anche le variazioni che in condizioni usuali verrebbero rilevate solo utilizzando degli strumenti analogici, direttamente in campo, ottimizzando di fatto i tempi d’intervento e d’individuazione certa della causa di guasto dalla sala controllo centrale. Non solo, nel caso in cui si presenti un’anomalia di funzionamento grave, che richieda l’esecuzione di operazioni manuali sul posto, il sistema permette la valutazione del rischio inerente l’invio di un operatore.

 Ampliamenti futuri

 Il sistema così realizzato verrà in futuro ampliato, sono infatti già previste alcune integrazioni, ad esempio l’estensione dei punti di ripresa dagli attuali dodici ai futuri 24 e l’utilizzo di termocamere in grado di ‘mappare’ il calore in immagini, permettendo una più accurata individuazione delle anomalie termiche, meccaniche, idrauliche ed elettroniche. In una seconda fase si intende integrare il sistema con l’apparato di automazione di processo DCS mediante algoritmi di ‘image processing’ atti a riconoscere eventi particolari, tipo un’anomala colorazione dei fumi di scarico in atmosfera.

A cura di Cristian Randieri. Articolo pubblicato sulla rivista Automazione Oggi N. 332 – Febbraio 2010.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/ao-febbraio-2010/

EO Embedded Settembre 2005 - Difesa e aerospazio - Intellisystem Technologies

Focus On: “Defence & Aerospace” – Difesa e Aerospazio

Difesa e aerospazio, i settori fucina dell’high tech, continuano a generare opportunità di business molto interessanti anche per i fornitori italiani. Stando ai dati dell’Aiad, (l’Associazione di Industrie per l’Aerospazio e la Difesa) il mercato del nostro Paese si colloca al quarto posto in Europa con circa 10.300 milioni di euro di fatturato e 50mila addetti (dati 2003 che Aiad ha ufficiosamente confermato anche per il 2004) e il settore investe nella ricerca e sviluppo l’11,5% dei ricavi. Le eccellenze dell’alta tecnologia militare e aerospaziale italiana sono numerose: i satelliti per telecomunicazioni avanzate e le comunicazioni militari in generale, gli aerei da addestramento (Aermacchi), gli elicotteri (AgustaWestland), i veicoli blindati e corazzati, l’elettronica per la difesa, con i sistemi radar, i sistemi di comando e controllo terrestri e navali e di controllo del traffico aereo. E alle spalle delle più note industrie c’è un gran numero di imprese di piccola e media dimensione, che oltre a fornire prodotti, servizi e consulenza, collabora attivamente alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie di punta, partecipando, con le prime, ai grandi consorzi di ricerca europei. In questi settori, ancora più che in altri, la dimensione del business è sicuramente internazionale. E infatti, anche le aziende del gruppo Finmeccanica, nell’ambito del riassetto dell’industria aerospaziale europea, hanno via via integrato le loro attività con quelle di partner continentali, dando vita a società compartecipate, divenute leader internazionali nei loro specifici settori. In questa prospettiva, secondo l’Aiad, in Italia è necessario “ricondurre il ruolo delle PMI titolari di tecnologie di nicchia in strutture integrate e flessibili, dirette a esaltarne le sinergie e contemporaneamente sostenere lo sviluppo di aree di eccellenza con finanziamenti ad hoc” (dalla relazione 2003). L’importanza di queste industrie per l’economia nazionale si estende oltre il contenuto di prodotti e servizi che offrono alla collettività, fungendo da driver di sviluppo di tecnologie che hanno forti ricadute applicative in numerosi altri settori industriali. Un esempio in questa direzione viene da Intellisystem Technologies. La ricerca scientifica è il piedistallo su cui poggia l’evoluzione di questa azienda, nata nel 2000. Il suo fondatore, Cristian Randieri racconta: “Alenia Marconi ci contattò circa due anni fa per coinvolgerci nella realizzazione prototipale di un aereo UAV (senza pilota a bordo), chiedendoci le apparecchiature per l’interconnessione del controllo dell’aereo con una base remota. Sviluppammo il progetto prevedendo, accanto a una soluzione ponte radio Wi-Fi, un canale ausiliario satellitare e come fornitore del servizio venne scelta Elsacom, la società che in Italia gestisce i servizi planetari, a copertura globale, di Globalstar. Il progetto iniziale si arenò per mancanza di finanziamenti, ma in questi due anni noi abbiamo continuato a sviluppare e testare il prodotto, per il quale abbiamo già richieste non solo dall’ambito militare ma anche da quello civile, ad esempio per la videosorveglianza e il telecontrollo di impianti petroliferi. Noi pensiamo che potrà avere applicazioni molto proficue anche nella protezione civile, col vantaggio di essere un apparecchio indipendente da altre infrastrutture, nel caso risultino danneggiate da eventi naturali, nella telemedicina e nel controllo delle navi in mare”.

Sulle tendenze del business in questi settori intervengono Eurolink, ALL Data, Wind River Systems e National Instruments?

“Il mercato della difesa rappresenta l’80% del nostro fatturato”, sostiene Pietro Lapiana, fondatore e Managing Director di Eurolink. “La società è nata nel 1993 con l’obiettivo di sviluppare business nel settore allora emergente delle soluzioni per il real time processing basate su schede C.O.T.S. (commercial off the shelf). Per ridurre i tempi di sviluppo e ovviare al problema dell’obsolescenza di prodotti appena realizzati, le aziende della difesa iniziarono ad utilizzare soluzioni commerciali a partire dal 1995- ’96. Noi collaboriamo con i nostri clienti nello sviluppo di nuove generazioni di sistemi e nell’ottimizzazione di scelte architetturali, con la capacità di offrire anche uno sviluppo integrale, ad esempio un’applicazione sonar o radar. Nel 2003- 2004 la nostra azienda ha avuto una crescita composita del 28% annuo, pari al 52% in due anni. E noi riteniamo che l’impatto reale delle nuove possibilità offerte dall’utilizzo dei C.O.T.S. si vedrà specialmente fra il 2005 e il 2007”.

Quali sono i prodotti e le applicazioni dove prevedete gli sviluppi più interessanti?

“Per quanto riguarda i prodotti direi tutti quelli basati su soluzioni di processing eterogeneo. Dal punto di vista delle applicazioni, secondo noi sono in espansione ancora quelle della difesa, delle immagini tridimensionali (non solo per applicazioni militari ma anche medicali), della homeland security, cioè la prevenzione di attacchi terroristici sia in Italia che nelle aree di missione estera attraverso sistemi non invasivi, come la raccolta e la comparazione di immagini. In questo campo ci attendiamo investimenti dei Ministeri della Difesa e degli Interni. Cresceranno anche i miniaerei pilotati da remoto, che raccolgono e inviano dati sul campo di battaglia. La difesa europea e quella italiana hanno già realizzato investimenti prototipali. Da questa applicazione si attendono anche ricadute in campo civile, ad esempio per la sorveglianza delle coste. Si aspettano evoluzioni quasi da videogioco: praticamente un pilota, rimanendo a terra, riceverà tutti gli input dall’aereo in volo come se si trovasse a bordo”.

Quali problemi possono turbare la crescita di questo settore?

“In Italia mancano gli investimenti del Governo. Abbiamo visto commesse spostate di anno in anno perché i fondi sono stati deviati sulle missioni di pace all’estero e per contro non si è voluto gravare gli italiani con nuove tasse per coprirle. Altro limite ben noto è quello della ricerca, che andrebbe potenziata anche nella difesa”.

Attese per il vostro futuro in questi settori?

“La nostra grande scommessa è su E.R.M.E.S. Technologies, che abbiamo costituito quest’anno insieme a Dune. Vogliamo essere una società di ingegneria ad alto valore aggiunto, che lavora in Europa. I due soci fondatori hanno già al loro attivo la partecipazione a numerosi progetti di ricerca cofinanziati dalla Commissione Europea. Oltre che nella difesa opereremo anche nel wireless e nella telefonia cellulare. Con questa scelta ci rivolgiamo a un mercato meno problematico di quello italiano e ci troveremo più in sintonia con i nostri clienti della difesa, che ormai sono aziende internazionali oppure operano nell’ambito di consorzi o joint venture mondiali”.

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“Dopo anni di crescite interessanti devo dire che il mercato italiano nel 2005 si presenta per ora un po’ ‘confuso’ “, afferma Mario Di Baldassarre, Amministratore Unico di ALLdata. “La difesa è una componente molto importante del nostro business. I nostri clienti sono l’aeronautica, la marina, l’esercito, le aziende che costruiscono sistemi per la difesa e l’aerospazio, e anche alcuni system integrator, che affidano a noi la parte elettronica. Noi vendiamo sistemi completi di aziende leader di fama internazionale, che spesso sono nostri partner esclusivi. Offriamo anche consulenza ingegneristica, assistenza tecnica, e servizi di installazione e training SW e HW”. “Da una parte il Ministero della Difesa sta ormai impegnando tutte le risorse nelle missioni di pace all’estero, e quindi il budget per gli investimenti è molto ristretto. Dall’altra molti nostri clienti italiani sono entrati in gruppi europei e si trovano ora nella fase di definizione dei ruoli. Nel satellitare, invece, il mercato risente dei ritardi nell’attuazione del progetto di satellite europeo, Galileo. La prima parte dell’anno si è trascinata nell’attesa di decisioni che chiarissero chi fa che cosa. A noi, come ad altri, è capitato di aver lavorato a lungo su progetti che poi sono stati invece assegnati ad altri paesi europei. Ma guardando oltre questo periodo un po’ confuso, in Italia ci sono comunque aziende molto verticali e molto valide tecnologicamente, che stanno investendo tanto in tecnologia e per questo stanno riprendendosi”. “Il mercato della difesa e aerospazio sta andando molto bene, anzi non si è mai visto tanto fermento come in questi ultimi tempi” osserva Federico De Sario di Wind River Systems, attiva da 20 anni nella difesa e aerospazio. “Questo mercato e quelli dell’industriale e dell’automotive ci hanno consentito di superare bene il momento di crisi avvertito nelle telecomunicazioni e nel networking. Noi siamo l’unica società in grado di dare una risposta adeguata per la DSO (device software optimization). Di questo concetto abbiamo iniziato a parlare un anno e mezzo fa e ora anche Gartner ha comunicato le sue prime stime di mercato proprio in occasione del Paris Air Show: 3 miliardi di dollari all’anno contro i 750 milioni del mercato embedded. Come per tutti i mercati verticali anche alla difesa e aerospazio noi offriamo la nostra piattaforma di sviluppo generale (che comprende sia la parte di ambiente di sviluppo che di middleware, nelle due edizioni XWorks e Linux) e poi delle piattaforme specifiche, che nell’avionica rispondono ad esempio alle diverse necessità di certificazione di applicazioni safety critical. Il concetto degli ultimi anni, infatti, è quello di IMA, Integrated Modular Avionics, un’architettura che ospita su un singolo processore anche i diversi tipi di applicazioni, questo nell’ottica di ridurre i costi, nonché i pesi. Boeing, ad esempio, sta pianificando un sistema avionico che pesa 907 kg meno di quello di generazione precedente. Ma per poter ospitare più applicazioni all’interno della stessa CPU si incontrano problemi non indifferenti, ad esempio quelli dei diversi livelli di certificazione, che noi abbiamo risolto creando come dei contenitori differenti, all’interno dei quali vengono isolate le applicazioni che hanno necessità di certificazione diverse. In questo settore, come avviene nell’automotive, vi è una tendenza verso la crescita della componente elettronica. Le applicazioni sono sempre più complesse e devono permettere l’interoperabilità fra diversi sistemi e anche fra diversi venditori, e quindi devono essere aperte. Questo mercato continuerà a dare grosse soddisfazioni purché si investa molto in ricerca e sviluppo; nel nostro caso l’esercizio chiuso a gennaio ha registrato investimenti pari al 20% del fatturato”.

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“Il business nella difesa e aerospazio sta andando davvero bene – afferma Augusto Mandelli di National Instruments. Fra i vari settori che serviamo è quello che ci sta dando le soddisfazioni maggiori. Nell’ultimo semestre posso dire che abbiamo registrato una crescita a due cifre, ‘significative’, e che il trend per noi è in continua crescita”.

È un fatto però che la Difesa italiana ha ridotto gli investimenti…

“Certo. Si parla di un taglio delle spese per la difesa e lo spazio nell’ordine del 19%. Ma per assurdo queste riduzioni di budget agevolano realtà come la nostra, che possono lavorare concretamente sul contenimento dei costi. È già il secondo anno che sigliamo un memorandum of understatement con Finmeccanica, che sostanzialmente è un impegno a fare meglio spendendo meno. Un esempio dei risultati raggiunti è un prototipo, che ha vinto fra l’altro uno dei premi innovazione e ricerca di Alenia Marconi Systems, che abbiamo portato a termine in 12 mesi, con una riduzione del 50% dei costi rispetto alla vecchia architettura”.

Dal lato della domanda il mercato sta cambiando. Cosa sta succedendo e quali effetti si riscontrano tra i fornitori?

“All’interno delle aziende della difesa e aerospazio ci sono state grosse riorganizzazioni. Finmeccanica vuole tornare a essere considerata come una realtà industriale e non come la holding finanziaria che sembrava essere negli ultimi anni. Per riconquistarsi questa immagine, che comunque corrisponde a una realtà, ha anche effettuato un’operazione di branding riunendo le sue aziende dell’elettronica per la difesa sotto l’unico marchio Selex (con un capitale per il 75% di Finmeccanica e per il 25% di BAE Systems, è ora il 2° gruppo europeo e il 6° al mondo, n.d.r.). E ci sono anche chiari segnali che i grossi gruppi industriali, che negli ultimi anni spesso sono stati solo dei gestori di commesse, vogliano tornare a sviluppare internamente delle competenze; ad esempio c’è stato un notevole incremento delle richieste di corsi di formazione interni. Infine c’è la dimensione sempre più internazionale delle aziende con cui lavoriamo e delle commesse a cui partecipiamo. Pensiamo alla joint venture Alenia Spazio e Alcatel, o al grosso contratto EuroDASS per l’aereo da combattimento Eurofighter, che si è aggiudicato un consorzio guidato da Selex Sensors and Airborne Systems e che coinvolge anche l’italiana Elettronica, la spagnola Indra e la tedesca Eads. Questi cambiamenti di scenario hanno certamente delle ripercussioni sui fornitori italiani. Ha la meglio chi è attrezzato per le sfide di e-procurement internazionale, chi ha una struttura orientata alla gestione integrata. Diversamente è praticamente impossibile seguire con efficacia questi progetti. I committenti sono ben consapevoli di questo. Tant’è vero che ad esempio il consorzio EuroDASS ha organizzato proprio qui a Roma un incontro con i fornitori per spiegare quali sono le sfide e le loro necessità da qui a 5 anni. D’altro canto se l’Eurofighter non riesce ad essere competitivo rispetto all’F-35 JSF americano, in termini di velocità di sviluppo e di costi, alla fine perdiamo tutti. Questo fa capire come ci si trovi in una classica’ win-win situation’, e come non si possa vincere solo con l’ufficio acquisti, ma lavorando tutti insieme. Per questo viene richiesto in maniera obbligatoria di avere una struttura europea, prezzi unici, modalità di pagamento e procurement unici,ecc”.

Restano degli spazi per le imprese più piccole?

“Certamente, purché si attrezzino in maniera opportuna; ad esempio noi lavoriamo con piccoli system integrator. E comunque pur parlando di internazionalizzazione del business è anche vero che al singolo utente piace sempre avere un referente locale. E noi in Italia abbiamo delle grandissime competenze”.

 Il business in Italia potrà quindi crescere ancora?

Ripeto, l’Italia ha davvero delle eccellenze in questo settore e sta crescendo molto anche nel Centro Sud del Paese. Prova ne è che proprio dalla sede italiana di National Instruments è partita lo scorso anno un’iniziativa itinerante europea, che ha avuto molto successo, e cioè il Forum Aerospazio e Difesa, che quest’anno riproporremo a Roma il 22 novembre. Si tratta di un incontro con espositori e speaker delle nostre maggior aziende utenti, alla presenza di istituzioni italiane ed europee.

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Tavola Rotonda a cura di Francesca Prandi pubblicata sulla rivista Elettronica Oggi Embedded N. 12 – Settembre 2005.

Con Cristian Randieri, Presidente di Intellisystem Technologies; Pietro Lapiana,  Managing Director di Eurolink Systems; Mario Di Baldassarre, Amministratore Unico di ALLdata; Federico De Sario, Region Director di Wind River Systems; Augusto Mandelli, Area Sales Manager Centro Sud di National Instruments.

Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista, seguire il link riportato di seguito http://www.intellisystem.it/portfolio/eo-embedded-settembre-2005/

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