EONews N. 594 - Febbraio 2016

EONews Febbraio 2016

 Computer industriali “Parola alle aziende”

Intervista a Cristian Randieri

D: Qual è la sua opinione riguardo l’andamento del mercato (rallentamento, crescita, forte incremento…)?

Randieri: Il rapporto “Industrial PC (IPC) Market: Trends & Opportunities (2015-2019)” di Research and Markets analizza le opportunità potenziali e le tendenze significative nel settore IPC, fornendo un’analisi del dimensionamento del mercato IPC e della sua futura crescita basandosi sui risultati ottenuti nel periodo 2010-2014. Secondo lo studio tale segmento dovrebbe essere in più rapida crescita per i prossimi cinque anni, grazie ai progressi tecnici ottenuti mediante l’impiego di tecnologie sempre più moderne. Il rapporto mette in risalto che nella produzione di IPC il mercato EMEA dovrebbe avere la maggiore quota di mercato. Purtroppo lo scenario italiano è ben diverso. Nel nostro Paese c’è oramai la consapevolezza che per superare la crisi creando nuova occupazione sia necessario rilocalizzare l’attività produttiva entro i confini nazionali. Sicuramente il deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro che si è stabilizzato per tutto il 2015 contribuirà a stimolare l’esportazione dei prodotti e sistemi Made in Italy. Grazie a questo per tutto il 2015 si è percepito un miglioramento marginale dell’andamento del mercato dando ad aziende come la nostra maggiore fiducia per il 2016.

D: Quali sono le principali strategie adottate dalla vostra società sul breve/medio periodo per soddisfare al meglio le richieste di questo mercato?

Randieri: Intellisystem Technologies da sempre ha investito in maniera rilevante, rispetto alla sua dimensione, in attività di R&S. Nel breve/medio periodo ci si deve focalizzare sempre più sul concetto di ‘Open Source Automation’, ovvero l’automazione basata su software Open Source e infrastrutture tecnologiche ‘Open Standard’ puntando verso l’integrazione di queste nuove tecniche con strumenti di sviluppo software standard al fine di renderli sempre più flessibili e soprattutto facili da usare. Bisogna anche sempre porre maggiore attenzione alle potenzialità offerte dal digitale per innovare servizi, prodotti e processi, attraverso il ricorso al web, al cloud computing, all’IOT, ai big data e a tutte le nuove applicazioni siano esse in rete e in mobilità.

D: In che modo state implementando queste strategie (stipula di accordi/collaborazioni, nuove acquisizioni, investimento in attività di ricerca e sviluppo, in risorse umane…)?

Randieri: Intellisystem Technologies, come tutte le altre aziende italiane, si trova di fronte a una sfida importante: colmare il gap digitale facendo leva sul proprio team di ricerca e sviluppo per portare sul mercato la vera innovazione. Lo sforzo maggiore è quello di adottare diverse strategie senza mai perdere di riferimento la sincronizzazione degli investimenti negli organici delle varie aree aziendali tra cui l’adeguamento quantitativo e qualitativo della struttura commerciale. Anche questa necessita di figure professionali “chiave” e da qui l’impiego di field application engineer con lo scopo di affiancare la struttura commerciale in tutte le attività di pre-vendita e di assistenza.

D: Quali sono i settori applicativi più promettenti?

Randieri: Tra i settori applicativi più promettenti si farà sempre più spazio la naturale estensione delle moderne tecniche basate sul Cloud Computing, l’IoT e i big data, ovvero il Cognitive Computing definito come l’insieme dei sistemi informativi e applicazioni che consentano di percepire, comprendere e agire. Di fatto il Cognitive Computing ci proietterà verso quella che viene definita come Industry 4.0, che rappresenta il passaggio dal paradigma della produzione centralizzata a quella decentralizzata capovolgendo di fatto la classica logica di produzione, con macchinari e/o oggetti intelligenti che comunicano e gestiscono in maniera indipendente i processi interagendo con i mondi reali e virtuali.

D: Quali sono i principali fattori che distinguono la vostra azienda rispetto ai concorrenti?

Randieri: Sicuramente i fattori che distinguono in modo intangibile la nostra realtà aziendale sono: il nostro pensiero strategico, l’adattabilità e la curiosità. È proprio questa idea di difformità che ci contraddistingue come un’azienda protagonista della trasformazione digitale da una classica di tipo “follower”. Tutto ciò ci permette di concentrarci sulla crescita attraverso le più moderne soluzioni e tecniche digitali. Al tempo stesso spingiamo molto sullo sviluppo attraverso una molteplicità di strumenti e obiettivi concentrandoci sempre sulla riduzione dello skill shortage, sul processo di gestione del cambiamento e sulla collaborazione cross-funzionale.

D: Pur non avendo la sfera di cristallo, quali sono le previsioni sul lungo termine?

Randieri: I principali trend per il 2016 per la prima volta saranno rappresentati dell’evoluzione del business e del comportamento delle imprese e dei consumatori. Da cui scaturiscono diversi concetti: l’azienda senza confini che basa la forza lavoro sul concetto di crowd source; il ruolo centrale delle informazioni (data supply chain) e dell’hardware nella sua indispensabile scalabilità, portabilità e modularità; l’importanza del software e delle applicazioni visti nell’ottica di un mondo ormai digitale; la centralità della resilienza architetturale (definita come build to survive failure) come perno per il non-stop business e il disater recovery. I quattro pilastri della trasformazione del business in digitale sono: lo sviluppo del mobile, dei sistemi connessi e dei pagamenti; lo sviluppo del social, fino alla sharing economy; l’evoluzione del comportamento del consumatore, sempre meno fedele e sempre più attivo; l’affermazione dell’IoT in tutti i comparti. Evoluzioni importanti si vedranno nel Cognitive Computing e nella sua interazione con la robotica; nell’intersezione tra IoT e sharing economy; nel rafforzamento della supply chain del dato. Altri trend che guideranno l’evoluzione tecnologica del mercato IPC dei prossimi anni saranno rappresentati da una miniaturizzazione più spinta e dalla risposta alle nuove esigenze di sicurezza.

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Intervista pubblicata su EONews N. 594 – Febbraio 2016

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