Automazione Oggi N. 379 - Marzo 2015 - Anno 31

AO Marzo 2015

Tavola Rotonda

“Formazione per l’automazione”

A cura di Ilaria De Poli

Con Cristian Randieri, Ph.D., presidente e CEO di Intellisystem Technologies; Eliana Baruffi, corporate communication manager di ABB Italia e presidente di JA Italia – Junior Achievement;  Ivo Gloder, application engineer and service manager di Mitsubishi Electric Factory Automation; Paolo Colombo, marketing manager di Ansys; Luca Lepore, responsabile del programma Cisco Networking Academy; Fabrizio Conte, CSM country manager Italy di Rockwell Automation; Francesco Sangermani, commercial director di Socomec;  Gianfranco Mereu, responsabile delle relazioni con le scuole e le università della Schneider Electric.

Introduzione

Training, aggiornamento, riqualificazione, formazione: facciamo il punto su come si stanno muovendo le aziende di automazione per ‘allenarsi’ e ‘vincere’ sul mercato, domani

Tutti noi conosciamo il detto latino ‘mens sana in corpore sano’: perchè la mente sia agile e scattante, il corpo non deve essere da meno, deve seguirla e per farlo deve allenarsi. Cosi, seguendo il parallelismo, potremmo parlare di azienda come ‘corpore’ e di individui come ‘mens’, anime dell’azienda. E quest’ultima, proprio come il ‘corpore’ che i romani volevano sempre in forma, deve fare in modo che le ‘sue’ persone, ossia tutti coloro che ne fanno parte e ne rappresentano la ‘mens’, siano aggiornate, informate sulle ultime novità tecnologiche, agili e pronte a cogliere le opportunità che l’innovazione offre, per poter essere essa stessa ‘scattante’, efficiente e ‘vincere’, non tanto sul piano sportivo, ma piuttosto su quello del mercato. E per avere personale ‘in forma’, occorre allenarlo, proprio come le squadre di calcio allenano il loro campioni, investendo in training, formazione continua, corsi di aggiornamento. Soprattutto in questo momento in cui la ‘fabbrica’ si sta trasformando per essere ‘smart’, alla luce di strategie come Industry 4.0, per sfruttare a pieno i vantaggi offerti dall’Internet of Things, dal cloud, dall’interconnessione di cose, processi, persone, e importante si introdurre nuove figure, aprirsi ai giovani, collaborare con scuola, università e istituti tecnici per attivare corsi e stage che avvicinino ‘accademia’ e mondo del lavoro, formando diplomati e laureati realmente in grado di inserirsi con profitto in azienda, ma è altresì cruciale aggiornare il personale interno, che oltretutto porta con se la ‘storia’ dell’azienda, l’esperienza. Rendere i lavoratori protagonisti consapevoli del cambiamento e fondamentale per il successo del cambiamento stesso. Vediamo ore come si stanno muovendo su questo fronte alcune aziende del settore.

AO Marzo 2015 Tavola Rotonda Formazione per l'automazione - Intellisystem Technologies

Automazione Oggi: Perché un’azienda dovrebbe investire in formazione?

“L’investimento in formazione dovrebbe prima di tutto essere centrale per un Paese moderno, che vuole promuovere lo sviluppo sociale ed economico” sottolinea Eliana Baruffi , corporate communication manager di ABB Italia (www.abb.it) e presidente di JA Italia – Junior Achievement (www.jaitalia.org). “E’ indubbio infatti, lasciando da parte logiche retoriche, che l’istruzione rappresenta un ‘pass’ per garantire a un giovane una qualità di vita adeguata. A essa infatti e correlata non solo la capacita di divenire soggetto attivo nel mercato del lavoro, ma soprattutto di partecipare da cittadino alla comunità in cui vive. Infine, l’evoluzione delle società moderne e urbanizzate, richiamando il concetto di ‘smart city’, e strettamente connessa alla capacita di avviare percorsi collaborativi di co-costruzione delle soluzioni ai bisogni emergenti da parte di pubblico-privato-cittadino”. Ha quindi proseguito Baruffi : “Le aziende possono dare, all’interno di questa visione, un contributo importante nella formazione, affiancandosi al pubblico nel co-design di alcuni percorsi che integrino o rafforzino la proposta didattica già in essere nella scuola. Infine, esse possono agire come soggetto finanziatore, andando a potenziare gli investimenti pubblici, pratica quest’ultima che nel nostro Paese può essere potenziata”.

La segue Ivo Gloder, application engineer and service manager di Mitsubishi Electric Factory Automation (it3a.mitsubishielectric.com): “Una grande azienda deve agire quale membro responsabile della comunità che ospita i suoi insediamenti e perciò contribuire, in qualità di player globale, allo sviluppo della società nel suo complesso. La crescita del nostro Paese e affidata all’insegnamento e alla formazione scolastica e universitaria, ma deve essere affiancata dal mondo dell’impresa. Per questo, all’interno delle proprie attività di ‘responsabilità sociale d’impresa’, Mitsubishi Electric promuove iniziative che servano a formare giovani talenti e avvicinare il mondo del lavoro a quello scolastico/universitario, ‘mondi’ che riteniamo non possano più essere distinti, ma e importante che collaborino per offrire maggiori opportunità ai giovani. Inoltre, il dialogo con scuole e università rappresenta un’occasione per tutte le aziende che sono alla ricerca di nuovi talenti. Iniziative come incontri, fi ere e giornate di orientamento consentono agli studenti di confrontarsi con chi conosce bene il mondo del lavoro e i requisiti necessari per avviare una carriera di successo”.

Paolo Colombo, marketing manager di Ansys (www.ansys.com/it), propone un diverso punto di vista: “Chiediamoci piuttosto cosa succede a un’azienda che non investe in formazione. Uno dei trend odierni più evidenti e l’accelerazione: le tecnologie, i prodotti, le metodologie, i mercati, tutto cambia a un ritmo sostenuto. Formazione non significa solo imparare a usare un nuovo macchinario o un nuovo software, ma anche aggiornarsi sulle evoluzioni, contaminarsi con idee e prospettive diverse. Questo e ancora più importante in una piccola azienda, che non e esposta alle dinamiche tipiche delle multinazionali, influenzate dalla presenza in diversi Paesi e dal turnover delle persone. Ansys vende software di simulazione per realizzare nuovi prodotti. Il nostro cliente e l’azienda che progetta, fa ricerca, cresce mettendo a punto nuove soluzioni. Deve fare i conti con i rischi impliciti nell’innovazione che più e spinta, più e interessante, ma anche più rischiosa da perseguire. La formazione aiuta a limitare i rischi e anche a vedere in che direzione puntare l’innovazione. Senza formazione si diventa statici, si smette di crescere e, nel mondo odierno, si rischia di diventare presto obsoleti”. Con lui concorda Luca Lepore, responsabile del programma Cisco Networking Academy (www.cisco.com): “Un’azienda che voglia restare competitiva deve assolutamente investire in formazione, in particolare per cogliere tutte le opportunità’ dell’evoluzione tecnologica che sta trasformando radicalmente gli scenari operativi nei più diversi settori e certamente nel mondo industriale e dell’automazione. L’Internet delle Cose, l’integrazione su rete IP dei processi produttivi, la connessione tra produzione e business, resa possibile da soluzioni software evolute, sono alcuni dei trend più importanti e promettenti: perchè realizzino pienamente le loro potenzialita’, tutti in azienda, dagli operai in su, devono essere in grado di lavorare in modo nuovo, chi più chi meno. Anche a livello di piccole realtà’, il digitale cambia il modo di produrre e creare: penso all’additive manufacturing’, alle possibilita’ della progettazione e produzione digitale condivisa: non c’è più una netta separazione fra ‘bit’ e ‘atomi’”.

Afferma Cristian Randieri, Ph.D., presidente e CEO di Intellisystem Technologies (www.intellisystem.it): “La formazione, soprattutto per un Paese in difficoltà come siamo noi ora, dovrebbe essere imperativa. Cosi come negli anni ‘60, oggi occorrerebbe una spinta da parte dei giovani, che con la loro curiosità e dedizione dovrebbero far riemergere le capacita ‘italiane’. Per questo bisognerebbe intervenire nelle scuole, favorendo l’apprendistato all’interno delle aziende. Lato aziende, oggi esistono strumenti molto efficaci che, grazie alla tecnologia, permettono di assistere a webinar e collegarsi in remoto direttamente alle macchine del cliente per offrire assistenza e formazione. Occorre inoltre puntare sull’innovazione, di prodotto e di processo. Nel primo caso, l’innovazione tecnologica è uno dei fattori determinanti del successo competitivo delle imprese, poichè consente a queste ultime di proteggere i propri profitti grazie a elementi che le rendono uniche, differenziandole. Nel secondo, l’innovazione permette alle imprese di migliorare l’efficienza dei processi di produzione. Occorre quindi investire in innovazione per essere più competitivi ed efficienti e non solo a livello tecnologico, ma anche organizzativo e gestionale”.

Riassume Fabrizio Conte, CSM country manager Italy di Rockwell Automation (www.rockwellautomation.it): “Oggi alle aziende viene sempre più richiesta la massima dinamicità e reattività al variare della domanda, la capacita di stare al passo con l’evoluzione tecnologica, cosi come di operare in contesti globali. Tutto ciò assegna un ruolo chiave allo sviluppo del capitale umano e del patrimonio conoscitivo, che diventano una delle condizioni indispensabili per competere negli attuali scenari. Le aziende devono disporre di risorse in grado di sostenere di processi di crescita del business, risorse con la competenza e il know-how necessari per far fronte alla sfide poste dai nuovi contesti”. Anche Socomec (www.socomec.it) riconosce quanto innovazione e alte prestazioni contino per il mercato.

Esemplifica Francesco Sangermani, commercial director dell’azienda: “Si prendano gli obiettivi di riduzione dei consumi e ottimizzazione delle performance che le aziende vogliono perseguire. Ebbene si possono ottenere solo grazie a una costante comunicazione dei cambiamenti e degli aggiornamenti delle principali novita’ normative. Per questo, Socomec offre informazione continua e aggiornamenti sui diversi temi. Attua inoltre attività’ di formazione e approfondimento che aiutano i tecnici contribuire al miglioramento delle performance aziendali. Tutte queste azioni hanno un importante ritorno per l’azienda, in quanto il mercato ne riconosce le competenze e ne comprende gli obiettivi e i valori”.

Veniamo ai fatti…

AO: Potete illustrare il vostro progetto di formazione per le scuole e/o per i clienti?

Racconta Baruffi : “L’esperienza, ormai decennale, condotta da ABB a fianco di Junior Achievement, organizzazione internazionale no profit sostenuta da una task force di imprese che propone percorsi formativi rivolti a insegnanti e studenti tra i 9 e i 19 anni, ben si inserisce in questo quadro di riferimento. Dallo scorso anno ABB con il programma ‘Ecopreneur’ ha permesso a 7.000 studenti di tutta Italia tra i 16 e i 18 anni di sviluppare tra i banchi di scuola un percorso di attivazione d’impresa reale (‘impresa di studenti’) e di approfondire il tema della sostenibilita’ ambientale. Sono state inoltre messe a disposizione 250 ore di volontariato a scuola (quindi di formazione) dei dipendenti ABB che, in qualità di ‘dream coach’, hanno supportato la progettualita’ dei giovani studenti-imprenditori supportandoli nell’impresa che sarebbero andati a creare”. In particolare, racconta Baruffi: “Automazione e cultura del riciclo hanno permesso ai giovani imprenditori dell’Istituto Salvo D’Acquisto di Bagheria (Palermo) di vincere il premio ‘Ecopreneur 2014’, grazie al loro cassonetto intelligente per la raccolta di lattine di alluminio. La sperimentazione avviata lo scorso anno e stata riconfermata anche per il 2014/15, confortati dal successo del ‘Premio dei Premi’ per ‘l’Innovazione’, il più importante riconoscimento dedicato all’innovazione made in Italy istituito dal Governo italiano e dell’inserimento degli studenti dell’Istituto Marco Polo di Cecina (Livorno) nell’Albo delle Eccellenze del Miur (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca)”. Il progetto, come sottolinea Baruffi , presenta diversi punti di forza e di innovazione formativa: “Prima di tutto integra il piano dell’offerta formativa curriculare della scuola superiore nelle classi III-IV o V (l’80% sono istituti tecnici e professionali o licei tecnologici) e ben si inserisce nella legislazione dell’alternanza scuola-lavoro. Inoltre, prevede un percorso di 80 ore per integrare le competenze tecniche degli studenti con quelle altrettanto chiave dell’imprenditorialità’, dotando i giovani di spirito d’iniziativa e facendo sviluppare loro prodotti e servizi. Oltre a cio’, crea un percorso di apprendimento virtuoso proponendo percorsi formativi informali capaci di connettere i ‘saperi’ scolastici con quelli aziendali, grazie agli scambi collaborativi che si creano tra insegnanti, dream coachdipendenti dell’azienda, studenti (vi sono incontri in classe rinforzati con video conference, si creano gruppi sui canali social, si utilizzano piattaforme digitali come www.impresainazione.it, gli studenti effettuano interviste a funzioni chiave in azienda, la sede aziendale e host di competizioni rivolte alle scuole ecc.). Infi ne, consente all’azienda quale partner strategico della scuola di avviare nuove forme di collaborazione e interazione con altri soggetti istituzionali attivi sul territorio dove essa opera, o di rinforzare le relazioni gia in essere con alcuni stakeholder primari, con risultati che superano l’impatto reputazionale del proprio brand, in una logica lungimirante di impatto socio-economico nelle comunità locali nelle quali l’azienda opera con il proprio business”.

Altra azienda attiva da molti anni sul tema del raccordo tra formazione e lavoro è Schneider Electric (www.schneiderelectric.it): “L’obiettivo e fare in modo che chi frequenta le scuole impari a usare le tecnologie che sono richieste dal mondo del lavoro, in particolare rispetto alle specifiche esigenze del territorio in cui si opera” illustra Gianfranco Mereu, responsabile delle relazioni con le scuole e le università della multinazionale. “Collaboriamo con istituti tecnici e professionali, nonchè con i centri di formazione professionale, per allinearci con i programmi scolastici e aiutare gli istituti a creare laboratori didattici in cui far fare pratica sulle soluzioni che gli specialisti di settore e le aziende effettivamente utilizzano. Attiviamo, in questo quadro, stage e tirocini estivi per fare incontrare le nuove leve con i loro potenziali futuri datori di lavoro. E abbiamo anche iniziative di tipo internazionale, come le ‘Learning Week’, una delle quali si e appena svolta in gennaio. Un gruppo di 30 studenti di varie scuole lombarde e andato al Politecnico di Valencia, in Spagna, università con cui Schneider Electric collabora da anni, per una settimana intensa di formazione sulla domotica. Altri studenti delle scuole della provincia di Bergamo, invece, hanno fatto questa esperienza direttamente presso la sede aziendale di Stezzano (Bergamo), per una settimana di formazione intensiva sulle nostre soluzioni di efficienza energetica”. Prosegue poi Mereu: “Per dare un’idea più precisa: collaboriamo con 95 centri di formazione, 85 istituti professionali, 105 istituti tecnici e 30 università; le diverse attività portate avanti ci hanno messo in contatto con oltre 300 realtà formative. Solo nell’ultimo anno abbiamo svolto 32 corsi di formazione, con 400 partecipanti, e realizzato 32 eventi fra seminari, workshop, visite a stabilimenti, cui hanno partecipato oltre 3.000 persone. Dal 2014 abbiamo anche lanciato una campagna dedicata a tutte le scuole per promuovere, a condizioni agevolate, l’acquisto di tecnologie altamente innovative per l’automazione e la domotica, allestendo 33 laboratori didattici dedicati all’automazione (in particolare con soluzioni SoMachine per l’automazione delle macchine e dei processi industriali) e 53 laboratori di domotica KNX, di cui 9 realizzati nei centri di formazione dei Salesiani in varie Regioni italiane”.

Anche Cisco punta molto sulla formazione di personale qualificato, in grado di operare, gestire, innovare, in particolare sulle reti e le tecnologie informatiche. Descrive Lepore: “Da oltre vent’anni esiste il programma ‘Cisco Networking Academy’, che proponiamo in tutto il mondo a scuole, enti di formazione, realtà no profit di ogni tipo: mettiamo a disposizione l’addestramento degli istruttori, i materiali e le piattaforme tecnologiche di formazione, nonchè la nostra collaborazione, consentendo di offrire corsi che spaziano da una ‘alfabetizzazione’ tecnologica sulle reti ‘di base’, alle certificazioni Cisco per tecnici di rete, per arrivare a iniziative specifiche quali la formazione IT rivolta agli operatori del settore energia”. Prosegue quindi Lepore: “La formazione tecnica sulle reti serve anche a chi opera in una fabbrica ‘interconnessa’: dal momento che in questo settore l’integrazione fra IT e tecnologie operative procede a passo molto spedito, noi, che abbiamo fra i nostri partner strategici le principali realtà mondiali del settore, stiamo lavorando per comprendere come supportare al meglio questa evoluzione”. Per quanto riguarda i clienti, poi: “Arriviamo a loro attraverso un canale indiretto composto dalla nostra vasta rete di aziende partner: a loro in primis indirizziamo tutta la formazione necessaria per portare al successo i loro clienti, con programmi articolati che consentono loro di dotarsi di tutte le competenze necessarie”.

E con Cisco collabora Rockwell Automation: “La partnership con Cisco ci ha permesso di ampliare negli ultimi mesi il bacino tecnologico di riferimento con training dedicati al mondo dell’IT per l’industria e, in particolare, con una formazione specifica denominata ‘Imins’, concepita e sviluppata in stretta collaborazione con Cisco, che prepara i candidati agli esami di certificazione Cisco” afferma Conte. Del resto, Rockwell Automation ha intuito da tempo il valore di un investimento continuo negli aspetti didascalici e formativi, che vengono declinati all’interno cosi come all’esterno dell’azienda attraverso iniziative specifiche: “Un esempio e rappresentato da ‘Automation University’, un evento che da oltre dieci anni viene accolto con successo in tutta Europa e che quest’anno torna in Italia (Palacassa di Parma, 18-19 marzo). Si tratta di due giornate dedicate all’automazione e alle soluzioni IT per il settore manifatturiero, pensate per chi all’interno dell’azienda e coinvolto in processi decisionali, gestionali, progettuali, di maintenance, di acquisti e di gestione IT e che, per affrontare al meglio le sfi de attuali ed emergenti, sente la necessita di confrontarsi con altre realtà. Focus dell’edizione 2015, per esempio, e la ‘Connected Enterprise’, declinazione industriale dell’Internet of Things, con un occhio all’ambito pharma e alle normative dei Paesi verso i quali l’export italiano e elevato, ovvero UL/CSA – Hazardous Location (Nord America) e NR10 (Brasile). Gli oltre 50 laboratori, dimostrazioni e presentazioni e il padiglione espositivo rappresentano un’opportunità di training e al tempo stesso la testimonianza dell’importanza che attribuiamo alla formazione”. Conclude quindi Conte: “Rockwell mette inoltre da sempre a disposizione dei clienti le proprie capacita tecniche per la formazione sui prodotti, erogando training standard o dedicati sulle proprie apparecchiature”.

“Ansys ha un progetto molto articolato, che copre sia l’impiego del software, sia la ‘contaminazione’ culturale di ingegneri e management per favorire la crescita e l’innovazione nelle aziende” dichiara Colombo. “Parlando dell’uso del software, iniziamo dagli studenti di ingegneria, che possono partecipare gratuitamente alle ‘Summer & Winter School’, che teniamo in collaborazione con le maggiori università italiane. Esiste poi un programma di corsi, di base e avanzati, a catalogo, presso le nostre sedi o direttamente dai clienti. Si tratta di un programma fi tto, gestito dai nostri ingegneri italiani o da esperti internazionali che vengono appositamente in Italia. Abbiamo anche corsi personalizzati, che spesso costruiamo attorno ai casi che il cliente sta analizzando e che quindi lo aiutano a progredire velocemente. Un livello ulteriore e rappresentato dai corsi online, disponibili sul nostro portale clienti insieme a oltre 2 milioni di documenti ricercabili attraverso un motore intelligente progettato con l’aiuto di Google”. Continua poi Colombo: “Passando alla ‘contaminazione’: solo in Italia gestiamo annualmente circa 20 eventi informativi sull’evoluzione della simulazione, oltre 40 webinar online, che gli ingegneri attuali e futuri possono vedere senza muoversi dall’ufficio o da casa. Annualmente organizziamo uno ‘User Meeting’, dove sono i clienti a mostrare come riescono a risolvere i loro problemi con la tecnologia Ansys. Infine, organizziamo un evento dedicato al top management, dove direttori R&D, CEO e imprenditori raccontano come gestiscono l’innovazione in azienda. All’evento ‘Innovare per competere’ abbiamo avuto oltre 600 dirigenti in 4 anni e il progetto cresce grazie alla collaborazione con business school, aziende, associazioni e distretti tecnologici. La gestione di tutto questo, replicata in ognuna delle 70 nazioni in cui Ansys e presente, e molto impegnativa e sottolinea quanto l’azienda consideri fondamentale la formazione per chi vuole essere e rimanere competitivo”.

Interviene poi Sangermani: “Socomec e impegnata da anni nell’organizzazione di ‘tour formativi’ per tecnici e professionisti del settore, organizzati in collaborazione con il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano). Si tratta di una serie di seminari realizzati sul territorio italiano, dove Socomec propone formazione in modo coinvolgente per supportare gli installatori e gli ‘energy manager’ nel lavoro quotidiano. La collaborazione tra CEI e Socomec e consolidata; la formula di partecipazione mette in primo piano il ruolo dei tecnici nei programmi di efficientamento energetico di industrie, aziende, ma anche strutture residenziali con l’obiettivo di sensibilizzare energy manager e imprenditori sull’importanza che svolgono gli investimenti in efficientamento all’interno del processo produttivo. In Italia la fi gura dell’energy manager o del consulente energetico e ancora sottovalutata; sono inoltre carenti scuole, corsi professionali e universitàri in grado di formare i tecnici del futuro. Durante questi incontri e possibile rivolgersi a un pubblico competente e professionale, che sente l’esigenza di tenersi aggiornato e ritiene che l’approfondimento sia valore aggiunto per il business e il proprio lavoro”. Esemplifica quindi Sangermani: “In quest’ottica si e da poco concluso a Roma il seminario dal titolo “Modularita nella progettazione: efficienza e disponibilità dei sistemi”, organizzato da Socomec e patrocinato dal Collegio Professionale Periti Industriali di Roma e Provincia. L’incontro, gratuito, aveva come obiettivo quello di approfondire alcuni aspetti tecnico normativi specifici in materia di progettazione ed effi cienza energetica e consentiva ai partecipanti di ottenere crediti formativi per i Periti Industriali. Socomec ha inoltre provveduto a rilasciare cataloghi, manuali e brochure relativi ai prodotti più significativi, fi le CAD e software di dimensionamento utili per la formazione dei partecipanti”.

Per la formazione tecnica rivolta alle aziende Schneider Electric ha in tutto il mondo 50 centri di formazione, nei quali ogni anno tran in media 100.000 persone. Spiega Mereu: “Ne abbiamo anche in Italia e qui ci rivolgiamo con corsi e seminari ai tecnici addetti alla progettazione, installazione, manutenzione degli impianti e delle macchine industriali. Su richiesta organizziamo anche corsi ad hoc presso le sedi dei clienti, per aggiornarli sulle tecnologie e soluzioni più recenti, sugli aspetti normativi, di sicurezza ecc. La qualità della formazione e confermata dal fatto che i nostri programmi hanno ottenuto la certificazione Sincert EA37 nell’ambito della certificazione UNI EN ISO 9001:2008”. Sul fronte dell’automazione e controllo industriale Schneider garantisce un aggiornamento costante: “Ci rivolgiamo a operatori e utilizzatori di automazione con un programma da tempo consolidato di corsi, che forniscono preparazione sia di base, sia specifica” chiarisce Mereu. “Per l’automazione, si offrono corsi specifici dedicati alle principali tipologie di prodotti e soluzioni, con elementi di operatività, programmazione, sviluppo software. Vi sono poi corsi introduttivi su temi quali l’automazione con PLC, la variazione elettronica di potenza, protezione e comando di potenza ecc., e corsi dedicati a tematiche specifiche. All’off erta formativa ‘in aula e laboratorio’ si affianca la formazione online, che consente di accedere sia ad alcuni corsi generali gratuiti, sia a corsi specifici a pagamento sui temi dell’automazione e controllo industriale e sulla distribuzione elettrica. E poi sempre disponibile online la ‘Energy University’: un’iniziativa che mette a disposizione uno strumento educativo online gratuito che off re più di 200 corsi in lingua inglese su argomenti relativi all’efficienza energetica (e ai data center), per aiutare a identifi care, implementare, monitorare le opportunità di ottenere maggiore efficienza; con un approccio che si rivolge non solo al personale tecnico, ma a tutti coloro che lavorano nei contesti in cui l’efficienza energetica e un valore fondamentale”.

Mitsubishi Electric ha avviato da alcuni anni varie collaborazioni in ambito formativo: “Tra queste fi gura quella con il Politecnico di Milano, dal 2013, per l’organizzazione di eventi di ‘Employer Branding’ dedicati ai futuri laureati” ricorda Gloder. “Durante l’anno accademico 2013/2014 Mitsubishi ha preso parte a tre diversi eventi di questo tipo, coinvolgendo di volta in volta le divisioni commerciali interessate e altrettanti ne ha in programma nel corrente anno accademico. Questi eventi sono di fondamentale importanza, al fine di far conoscere l’azienda ai giovani laureati e presentare loro le possibilità di inserimento ai diversi livelli in base alle specifiche competenze. In questo modo, le aziende possono fornire ai laureandi una rappresentazione il più realistica possibile del mercato del lavoro, soddisfacendo il bisogno di informazione degli studenti. La collaborazione si estende anche ad altri atenei italiani, attraverso il supporto di una serie di incontri tra aziende e universitari. Il progetto “Automazione: la fi gura professionale dell’ingegnere”, promosso da Anipla, cui Mitsubishi ha aderito, e articolato su 4 incontri: il primo si è svolto al Politecnico di Torino in novembre, il secondo a marzo presso l’Istituto Opere Sociali Don Bosco Salesiani di Sesto San Giovanni ha come titolo “Automazione: la fi gura professionale del diplomato”, ne seguirà un altro in aprile all’Università degli Studi di Udine e, infine, a giugno il quarto all’Università di Padova. Durante questi incontri, che vedono il coinvolgimento anche di altre aziende, i partecipanti possono fare domande dirette ai testimonial e comprendere meglio i ruoli off erti ai laureati/diplomati, a quali aziende proporsi, quali le capacita richieste e le opportunità di carriera nel campo dell’automazione industriale”. Mitsubishi e attiva anche sul fronte della formazione per gli istituti tecnici: “Durante lo scorso anno scolastico la nostra azienda ha dato la possibilità a un gruppo di studenti dell’Istituto Tecnico Tecnologico ‘G. Marconi’ di Rovereto (Trento) di effettuare uno stage a scopo formativo presso la branch polacca con sede a Cracovia. La collaborazione ha portato al nostro coinvolgimento alla giornata ‘Knowledge Workers’, organizzata dall’Istituto, dedicata alla presentazione delle iniziative di formazione da parte di varie aziende locali, nazionali e multinazionali. Sono infine in fase di definizione altre collaborazioni con istituti tecnici nell’ambito degli indirizzi di meccanica, meccatronica e automazione” conclude Gloder.

Il ruolo della scuola

AO: Il mondo legato alle scuole e agli atenei è spesso visto come incapace di formare giovani che abbiamo competenze qualificanti per entrare nel mondo del lavoro: qual è la vostra esperienza in merito?

 

“Incontriamo costantemente il mondo della scuola e dell’università, sia nel quadro delle nostre iniziative di formazione, sia nelle attività a supporto dell’orientamento e dell’avvicinamento fra formazione e lavoro” afferma Lepore. “Scuola e università formano oggi giovani con un ottimo livello di preparazione nei rispettivi campi, ma manca un raccordo chiaro con le esigenze specifiche del territorio e non vi e abbastanza attenzione al digitale, di cui parlavamo poco fa, e allo sviluppo delle competenze legate all’imprenditorialità e all’innovazione. Favorire l’acquisizione fi n dalla scuola di queste capacita consente di approcciare il mondo del lavoro con una forma mentis che le aziende cercano, ma spesso non trovano”. Con lui concorda Gloder: “Siamo consapevoli dei limiti della formazione fornita dalla pubblica istruzione; di recente abbiamo assunto alcuni neodiplomati e laureandi nella nostra divisione Factory Automation inserendoli pero in un percorso di formazione su prodotti e soluzioni di automazione ‘on the Job’. Le nuove risorse possiedono una buona base culturale e possono contare su un’intrinseca capacita di adattamento, nonchè su un’elevata intraprendenza nello studio di temi nuovi e impegnativi. Abbiamo quindi messo questi collaborator a fi anco di colleghi esperti, al fine di trasmettere loro le competenze richieste a un tecnico di automazione”. Egli quindi sottolinea: “Scuole e atenei non sempre riescono a fornire un percorso capace di illustrare gli aspetti applicativi di ciò che si studia e questo diviene compito del singolo studente, che deve saper individuare l’azienda che gli consenta di concretizzare questo obiettivo”. “La nostra esperienza ci fa riscontrare una maggiore difficoltà a raccordare la formazione con il contesto lavorativo nel mondo universitario” riporta Mereu. “Non tutte le università offrono percorsi formativi adeguati alle fi gure professionali che un’azienda come potrebbe essere la nostra richiede. Capita, per esempio, che in una zona in cui vi sono richieste per l’automazione industriale, non vi siano laureati con competenze specifiche e i nuovi assunti provengano da altre Regioni e questo, oltre a essere evidentemente un costo, e anche un problema per le aziende”. Per Randieri le carenze che si possono constatare sono molteplici: “Personalmente ho constatato che dopo un breve entusiasmo iniziale i giovani si ‘impigriscono’ e vanno alla ricerca di mansioni routinarie, quando al contrario dovrebbero essere proprio loro il motore trainante delle aziende. Sin dai tempi dei miei studi in ingegneria mi ero accorto che la formazione universitaria che stavo ricevendo non era sufficiente per il lavoro che avrei voluto fare, poichè molte volte era puramente teorica. Ecco, tutto questo continua anche oggi a mancare”.

AO: Quanto ‘costa’ all’azienda la formazione dei neoassunti? Quali sono le figure più difficili da formare? La formazione in azienda è comunque imprescindibile?

 

“Riferendomi alla figura professionale dell’‘application engineer’, l’inserimento di una nuova fi gura in azienda ha costi variabili in relazione agli ‘skill’ pregressi del neoassunto” puntualizza Gloder. “E necessario effettuare una formazione specifica su prodotti e strumenti di progettazione che impegna la nuova risorsa per almeno 3 mesi. Diversamente avviene per un neoassunto che ha terminato gli studi, per il quale il periodo di formazione ha una durata variabile dai 6 ai 9 mesi. E senz’altro difficile trovare fi gure specializzate su applicazioni complesse: il requisito fondamentale e la conoscenza del processo, mentre si dà per scontata la conoscenza dei prodotti in quanto tali. Ciò e pero fortemente dipendente dalla strategia dell’azienda. Se intendiamo riferirci alla formazione squisitamente tecnica, direi che questa va svolta direttamente in azienda e coinvolgendo i migliori collaboratori”. Una figura professionale emergente sul mercato, che deriva proprio dall’evoluzione tecnologica e operativa a cui stiamo assistendo in termini di richiesta di integrazione fra diversi sistemi, e secondo Mereu il ‘tecnico dell’energia’: “Il tema della gestione energetica e rilevante in modo trasversale per tutti i settori industriali, dal building all’informatica, oltre che in campo elettrico. Per questo stiamo sponsorizzando nuovi percorsi formativi ad hoc, che sono già partiti in via sperimentale in alcuni CFP dei Salesiani, e vogliamo estendere il più possibile queste iniziative. Pensando poi ai laureati, per noi sono interessanti soprattutto figure come ingegneri elettrici/energetici, elettronici, ingegneri meccanici, ingegneri informatici, oltre ai laureati in economia e simili per le posizioni legate al marketing. A volte abbiamo difficoltà a trovare la persona giusta e, per rimediarvi, lavoriamo molto con le università per avvicinarle alle realtà industriali sul territorio, così da creare un circolo virtuoso tra domanda e offerta. In vari casi, abbiamo approntato dei moduli formativi specifici che vengono erogati agli studenti da nostro personale, in particolare in ottica di formazione pratica di laboratorio. I più difficili da trovare comunque sono i laureati nell’area automazione, riscontriamo invece pochi problemi laddove si tratta di figure con una formazione elettrica o informatica, che oggi si interseca con diverse aree, dalla domotica all’industria”. Sottolinea quindi Mereu: “Per favorire l’incontro con giovani interessanti, non solo a livello di laureati, partecipiamo regolarmente alle giornate di orientamento (‘Job Day’) per i giovani e organizziamo seminari per indirizzare gli studenti a proseguire gli studi nei nostri settori. Queste giornate sono anche l’occasione per aiutare i ragazzi a comprendere come proporsi al mondo del lavoro, questa infatti e un’altra carenza che riscontriamo: molti non sanno bene come scrivere un curriculum, come affrontare un colloquio ecc. Inseriamo quando possibile questi elementi nei programmi formativi sui quali collaboriamo con le scuole. Infine, un altro modo per identificare i migliori talenti e il nostro concorso nazionale per tesi di laurea in tema di efficienza energetica “Think Green be Efficient”. Quest’anno hanno partecipato studenti di 22 atenei e stiamo valutando ben 50 tesi di laurea, in attesa di premiare i migliori il prossimo aprile”. Conclude Randieri: “Il costo per la formazione dei neoassunti è considerevole, poichè tipicamente la loro esperienza è pressocchè nulla e si limita al massimo a quella acquisita durante il lavoro di tesi. I costi più grandi si hanno per la certificazione delle persone. Le figure più difficili da trovare sono quelle che dovrebbero lavorare nei dipartimenti di ricerca e sviluppo, poichè in quell’ambito si richiedono figure professionali di un certo livello, che abbiano una forte motivazione e capacita di auto-organizzare il proprio lavoro. Sicuramente la formazione diretta è uno strumento imprescindibile, dato che è l’unica occasione per mettere i giovani di fronte al mondo reale del lavoro. Un ateneo o scuola non potrebbero mai simulare ciò che in realtà avviene in un’azienda”.

AO: Ritenete utile stringere accordi o partnership con le scuole (per esempio per stage)? Cosa pensate dell’alternanza studio/ lavoro che in Italia stenta a decollare?

“E senza dubbio di fondamentale importanza e la nostra azienda e attiva su questo fronte ospitando, all’interno delle diverse divisioni che la compongono, stage curriculari ed extracurriculari” risponde Gloder. “Per quanto riguarda l’alternanza scuola/lavoro stiamo lavorando all’implementazione di un progetto di collaborazione con un importante istituto tecnico del territorio lombardo. Ciò puo portare a un duplice ritorno: riuscire a formare i giovani diplomati e laureati consentendoci di attingere a questo bacino al momento della ricerca di nuovi collaboratori; diffondere il brand Mitsubishi Electric quando questi nuovi professionisti, una volta inseriti in un contesto lavorativo, si troveranno a scegliere e utilizzare i prodotti e le soluzioni di automazione a loro familiari”.

Concorda Randieri: “Sicuramente. Scuola/università e lavoro dovrebbero essere in simbiosi. Tutt’oggi cerchiamo di fare in modo che ciò avvenga, infatti molti giovani sviluppano la propria tesi in azienda da noi. Ma ciò non basta, occorrerebbe una vera e propria alternanza studio/lavoro in cui il giovane possa realmente capire per cosa è più portato. Molte volte i giovani alla domanda “Cosa ti piacerebbe fare in azienda?” non sanno rispondere. Il problema più grande è che questo tipo di attività non è affatto agevolata sia nel caso delle aziende (aumento dei costi), sia nel caso degli studenti (meno tempo per studiare)”.

Il lavoratore di domani

AO: A fronte di temi ‘nuovi’ (cloud computing, Internet of Things, meccatronica, Industry 4.0) ritenete necessario fare formazione internamente, per riqualificare il personale e aggiornarlo?

“Assolutamente, facciamo formazione interna, anche con l’ausilio delle moderne tecnologie. Il personale nel nostro caso non è mai ‘riqualificato’, poichè è sempre ‘aggiornato’, semmai aggiunge di anno in anno nuove competenze” asserisce Randieri. Cisco e una ‘IT company’ afferma Lepore: “Opera nel settore informatico a tutto campo e abilita l’innovazione del modo di lavorare, vivere, apprendere in organizzazioni pubbliche e private di ogni tipo. Dobbiamo essere gli “evangelist” dell’innovazione tecnologica, saperla spiegare e vendere alle aziende del settore industriale e non solo e, naturalmente, noi stessi dobbiamo formarci continuamente. Ogni nostro dipendente e inserito in un processo di formazione continuo e ad hoc per aggiornarsi e questa e la strada maestra che indichiamo anche alle aziende del settore industriale. I loro responsabili IT devono essere in grado di affrontare la gestione di un’infrastruttura tecnologica che non e più semplicemente la ‘rete aziendale’, in quanto integrata con la ‘rete di fabbrica’ e le risorse disponibili in cloud, oltre che ‘on premise’. Una rete cui peraltro si accede sempre più con strumenti come smartphone o tablet, una rete che va protetta in modo nuovo. E chiaro che esiste una necessita di aggiornamento e riqualificazione”. “Come fornitore di prodotti e soluzioni di automazione industriale in ambito globale, Mitsubishi Electric non può esimersi dal supportare i clienti nei temi introdotti da questa ‘quarta rivoluzione industriale’, che sta introducendo nuovi concetti, quali la condivisione dei dati fra sistemi diversi, l’intelligenza a livello di singolo componente, l’utilizzo di sistemi di comunicazione wireless e su base Ethernet, l’impiego di robot collaborativi, l’uso di strumenti integrati per la progettazione e la simulazione a supporto del ‘digital manufacturing’…”

interviene Gloder. “Risulta quindi fondamentale l’aggiornamento dei tecnici di Mitsubishi: ciò si realizza sia con regolari sessioni di approfondimento su nuovi prodotti o nuove funzionalità, sia mediante corsi nella sede italiana, sia tramite specifiche giornate di formazione presso i centri di sviluppo in Giappone. Durante questi momenti formativi i nostri application engineer hanno modo di confrontarsi con i colleghi appartenenti ad altre nazioni, allo scopo di scambiarsi non solo informazioni informazioni sui prodotti, ma anche esperienze e casi concreti. Presso la sede italiana vengono inoltre organizzate periodiche riunioni su specifici temi applicativi in relazione alle opportunità di mercato e alle richieste che possono scaturire”. E affermativa anche la risposta di Conte: “Indubbiamente si. Gli approcci e le metodologie sono diversi da quanto tradizionalmente consolidato. Su alcuni di questi aspetti Rockwell e già in grado oggi di soddisfare le esigenze dei propri clienti, ma con l’avvento della ‘connected enterprise’ molti di questi argomenti, a oggi ancora ‘oscuri’, diventeranno presto di attualità quotidiana”.

Formazione come voce del business

AO: La formazione sta diventando un servizio aggiuntivo da offrire a clienti e utenti finali: quale valore ha nel vostro business?

 

Formazione e aggiornamento sono percepiti come un ‘plus’ da Mitsubishi Electric, proprio perchè la missione dell’azienda non e solo quella di creare e produrre soluzioni di automazione, ma di formare una vera e propria cultura di settore, che consenta al cliente di scegliere un partner in grado di garantire innovazione in termini sia di prodotto sia di servizio. “In quest’ottica” afferma Gloder “consideriamo i corsi clienti non tanto inizio o proseguimento dell’azione di vendita, quanto un servizio vero e proprio al cliente, che può diventare anche strumentale alla vendita. Un cliente può affidarsi a noi per varie ragioni, per esempio per la formazione di nuove figure professionali all’interno della propria realtà aziendale, utilizzando i nostri corsi anzichè sottrarre tempo/ lavoro ai propri tecnici per fare training alla nuova risorsa; o ancora per la formazione specialistica su un nuovo prodotto e su soluzioni di automazione. Per noi e molto importante trasferire le informazioni necessarie per far apprezzare la semplicità, la compattezza e le performance delle soluzioni che offriamo. Attraverso i nostri percorsi formativi desideriamo trasmettere quelle che sono le differenze rispetto alla concorrenza più qualificata. Inoltre, durante i corsi tecnici vi e anche una parte informale di anticipazione sulle novità da cui può nascere un interesse, una necessita che prima non c’era e quindi una conseguente azione di vendita”.

Spiega Randieri: “Nel nostro caso sta diventando una componente crescente, poichè oggigiorno le nuove tecnologie sono davvero tante, oltre a essere ‘bizzarre’ e rivoluzionarie, poichè molte volte si allontanano di molto dai vecchi metodi di lavoro. Intellisystem ha fatto dell’R&S il fulcro attorno al quale ruotano tutte le attività. Per noi l’unico modo di affermarci è quello di innovare, solo così possiamo competere con le aziende più grandi. Per questo i nostri collaboratori sono continuamente aggiornati e preparati per affrontare le nuove sfide tecnologiche e organizzative. Il nostro ‘segreto’ sta nell’acquisire nuove idee a partire dal mondo scientifico”. “Nel nostro business rappresenta per noi un valore principalmente strategico, perchè ci permette di consolidare la conoscenza dei nostri prodotti presso i clienti, in un certo qual modo fidelizzandoli” dichiara Conte. Interviene quindi Colombo: “Se parliamo di fatturato per noi non e importante e rappresenta una parte minima. E invece essenziale per permettere al cliente di utilizzare il software in modo corretto e ottenere il massimo da quanto hanno acquistato. La formazione permette ai clienti di risolvere meglio e più velocemente i problemi, di aumentare la produttività. Questo per noi significa clienti soddisfatti, che continueranno a lavorare con noi, che vedranno in modo evidente il valore di quello che off riamo e che utilizzeranno in maniera sempre più sofisticata la simulazione, includendo l’analisi di più fisiche, la parallelizzazione dei processi, l’esplorazione di design. Quindi, anche in termini di business, per noi la formazione e un elemento essenziale, perchè ci permette di crescere dietro la spinta di clienti soddisfatti, che ci chiedono di più”.

AO: I clienti vi chiedono formazione sui prodotti che fornite?

“La richiesta di formazione e pressochè continua, anche perchè credo sia facile per i clienti scegliere i percorsi da seguire all’interno dei nostri cataloghi” afferma Colombo. “Abbiamo piani predisposti per i nuovi operatori e per quelli più esperti, e uno dei nostri ingegneri e specializzato nel fornire consulenza per la progettazione di piani di crescita professionale ad hoc. Ogni nuovo cliente riceve una proposta di piano di implementazione e ha poi accesso al ‘customer portal’, dove trova i corsi online, le dispense e molto materiale per aumentare la sua conoscenza sull’impiego dei sistemi. Il cliente diviene presto consapevole dell’importanza dei training e dei benefici che ne ha, e quindi stimolato a contattarci e a chiederli. Le grandi aziende sono in questo senso molto sistematiche e possono chiederci anche piani formativi pluriennali per la creazione di un curriculum per i loro ingegneri, inserendo la formazione sui nostri prodotti tra i requisiti per gli avanzamenti di carriera. Quelle più piccole sono più orientate a richieste collegate a esigenze immediate, fino a chiedere corsi personalizzati dove si lavora su un caso reale fornito da loro. Il trend di richieste di formazione e in crescita costante”.

“Nella maggior parte dei casi si” dichiara Randieri. “Dopo una breve seduta formativa occorre affiancare i clienti per qualche giorno, per il resto si lavora telematicamente da remoto”. “Si, e da circa 5 anni abbiamo iniziato una serie di corsi di formazione in maniera molto strutturata e con un calendario fitto di appuntamenti” ricorda Gloder. “I corsi sono suddivisi per famiglie di prodotto (PLC compatti, PLC modulari e HMI, motion, inverter, robot) e per funzioni specifiche; a questo scopo abbiamo introdotto due corsi, uno denominato ‘Posizionamento con PLC compatti’, rivolto ai clienti che devono effettuare operazioni di posizionamento utilizzando prodotti PLC e servo, l’altro chiamato ‘Dimensionamento e tuning per i prodotti servo’. Quest’ultimo e diretto a fornire strumenti di progettazione e metodi di calcolo per effettuare il corretto dimensionamento dei servo motori in relazione alla meccanica del cliente e a verificare e ottimizzare le prestazioni dinamiche del sistema. Tutti i corsi hanno una durata di un giorno e si differenziano nei contenuti tra corso base e avanzato. Si svolgono nelle nostre tre sedi di Agrate, Torino e Padova, in modo da garantire un’ottima copertura geografi ca. Il riscontro e sempre molto positivo con una numerosa partecipazione da parte sia di clienti effettivi, sia di nuovi e potenziali”. Prosegue Gloder: “I nostri corsi sono rivolti non solo a professionisti che intendono approfondire tematiche specifiche, ma anche ai neoassunti, neodiplomati/neolaureati che approcciano per la prima volta il mondo dell’automazione. Al termine di ogni corso ogni partecipante riceve un attestato di partecipazione e un questionario sul grado di soddisfazione, strumento per noi fondamentale per apportare miglioramenti, avanzamenti, cambiamenti. Inoltre, su richiesta, l’azienda partecipante può richiederci un questionario di verifica sul livello di apprendimento della persona che ha fruito del corso”.

AO: Quali argomenti ritenete siano più di appeal per gli utenti finali del mondo dell’automazione che chiedono di aggiornarsi?

 

“Ritengo siano davvero tanti, sicuramente quelli che riguardano cloud computing, disaster recovery, data protection, Internet of Things” sintetizza Randieri.“Mitsubishi Electric off re non solo prodotti, ma soluzioni complete di automazione e sevizi al cliente. Pertanto la nostra off erta non può prescindere da un programma corsi, spesso anche personalizzato su richiesta da alcuni clienti. Quando il cliente e un utente fi nale, la nostra forza e proprio la personalizzazione dei contenuti: ci confrontiamo con lui e cerchiamo di capire quali sono i temi che intende affrontare, partendo da quelli prettamente manutentivi fi no a quelli progettuali, proponendo anche materie che riguardano il risparmio energetico” afferma Gloder. “Quelli di natura manutentiva sono storicamente gli argomenti più richiesti” conclude Conte. “Personalmente penso che lo sviluppo delle nuove tematiche di IT e di sicurezza informatica delle reti aziendali di livello zero e uno, oggi ancora poco considerate e poco comprese dai clienti per i rischi e l’importanza che già hanno, sia destinato a suscitare sempre maggiore interesse e domanda formativa nel prossimo futuro”.

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Tavola Rotonda pubblicata su Automazione Oggi N. 379 – Marzo 2015 – Anno 31

AutomazioneOggi

È il mensile dedicato al mondo dell’automazione industriale e delle relative tecnologie. Oltre a fornire rigorose e dettagliate informazioni su prodotti hardware e software, componenti, applicazioni, Automazione Oggi segue da vicino il mercato con inchieste, analisi e tavole rotonde. Propone a scadenze regolari l’appuntamento con le “Guide”, i supplementi monotematici di approfondimento settoriale dell’offerta disponibile sul mercato industriale italiano. L’inserto “e-@utomation”, dedicato all’integrazione tra impresa e produzione, completa la copertura del target di riferimento offrendo una panoramica sulle più innovative tecnologie e metodologie di gestione integrata dei processi aziendali. Automazione Oggi si rivolge soprattutto alla direzione tecnica aziendale, ai progettisti, ai system integrator, ai costruttori e agli utilizzatori di macchine e impianti automatici, ai direttori e ai tecnici di produzione, I.T. manager e responsabili controllo qualità operanti nei vari settori manifatturieri. Distribuita in abbonamento e mailing list.

 

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