Automazione Oggi N. 389 - Aprile 2016

AO Aprile 2016-4

 Tavola Rotonda

“Consumer: pro o contro?”

A cura di C. Paveri

Introduzione 

Quali vantaggi, quali limiti, quale diffusione si prevede per la tecnologia consumer tablet/smartphone (Android ecc.) nel mondo industriale? Ne parliamo con esperti del settore

La rivoluzione industriale promessa dall’IoT, dove tutta l’azienda è connessa in rete e le informazioni di produzione devono essere disponibili sempre e ovunque, promuove l’introduzione di tablet e smartphone consumer nell’industria. Tuttavia, l’ambiente industriale presenta ovvie differenze rispetto a quello consumer per condizioni ambientali di temperatura, umidità, presenza di polveri, vibrazioni e lavaggi aggressivi o ambienti con rischio di esplosione. Gli operatori devono inoltre poter utilizzare questi dispositivi in piena ergonomia e autonomia. Per comprendere i vantaggi e i limiti dell’introduzione della tecnologia consumer tablet/smartphone (Android ecc.) nel mondo industriale abbiamo intervistato i referenti di due importanti aziende nel settore dell’automazione industriale: Cristian Randieri, president & CEO di Intellisystem Technologies e Francesco Tieghi responsabile digital marketing di ServiTecno. Con Cristiano Cominotto e Francesco Curtarelli di ALP Assistenza Legale Premium abbiamo approfondito l’aspetto legale della sicurezza e della privacy.

Automazione Oggi: Quali sono i requisiti hardware minimi per poter utilizzare questi dispositivi in ambito industriale in termini di resistenza alle condizioni ambientali dalla resistenza in temperatura fino all’utilizzo in aree pericolose, ergonomia per l’operatore, potenza di elaborazione, autonomia e connettività?

Cristian Randieri: Oggi viviamo in un mondo in continua evoluzione in cui stiamo assistendo alla convergenza di più tecnologie che in termini di meccatronica, Internet of Things, Big Data e virtualizzazione delle risorse stanno rivoluzionando l’intero mondo industriale che sino a qualche decennio fa era molto statico e ora si trova immerso in una miriade di nuove tecnologie che si fondono e amalgamano in modo quasi incontrollato e che inoltre tendono ad adottare soluzioni di tipo consumer. Anche il mondo dell’hardware e del software è in continua evoluzione e sta cercando di adattarsi alle nuove esigenze: oggi, infatti, sempre più frequentemente si sente parlare di tablet PC e smartphone applicati a livello industriale. Prima di procedere alla descrizione dei requisiti hardware minimi per poter utilizzare questi dispositivi in ambito industriale è opportuno non perdere di vista come vengono definiti questi oggetti. Uno smartphone è un dispositivo portatile, alimentato a batteria, che coniuga le funzionalità di telefono cellulare con quelle di elaborazione e trasmissione dati tipiche del mondo dei personal computer; esso, inoltre, impiega diversi sensori per l’acquisizione di altri elementi dell’ambiente circostante l’utente. I tablet sono dispositivi assimilabili per componenti hardware e software agli smartphone poiché condividono la stessa infrastruttura tecnologica ovvero le stesse componenti hardware e lo stesso sistema operativo. I tablet sono però caratterizzati da uno schermo di dimensioni maggiori, il che li rende più idonei alla multimedialità e meno pratici per essere utilizzati come telefoni. La maggior parte dei modelli si avvale, tuttavia, di schede SIM per la connessione dati con le tecnologie cellulari (Gprs, Edge, Umts ecc). In ambito industriale questi dispositivi si distinguono da quelli consumer per le loro caratteristiche definite col temine rugged ovvero per le caratteristiche di robustezza strutturale. Di fatto sono dei dispositivi appositamente progettati per funzionare in modo affidabile in ambienti di utilizzo caratterizzati da condizioni difficili quali forti vibrazioni, temperature estreme, elevata polverosità e umidità. La loro progettazione è fortemente condizionata dall’ambiente di utilizzo non solo per il corpo esterno ma anche per i loro componenti interni e le rispettive capacità di raffreddamento. Le loro applicazioni spaziano da quelle tipiche della logistica a quelle industriali caratteristiche dell’automazione di processo. Nel caso della logistica dei trasporti sono richiesti sempre di più dispositivi in grado di resistere agli urti, alle sollecitazioni, con una buona potenza di calcolo e con una batteria che assicura una lunga autonomia. Nel caso industriale invece il loro utilizzo particolare è come interfacce HMI per vari sistemi di processo, controllo e manutenzione. Infine, nell’ambito manifatturiero o di produzione in genere sono utilizzati come terminali mobili per i vari software di produzione di tipo MES ed ERP. Tablet e smartphone per applicazioni industriali sono tipicamente costruiti con materiali quali plastiche e gomme in grado di assorbire al meglio gli urti grazie a una scocca molto più ‘spessa’ rispetto a quelli di tipo consumer. Quando devono essere utilizzati in contesti particolari in cui sussistono anche condizioni ambientali restrittive (elevata umidità, polvere, range di temperature non ordinarie e presenza di liquidi) si ricorre alla richiesta della certificazione Military Standard Rugged Phone (MILSTD- 810G) che viene conferita in seguito a ripetuti test di caduta a varie altezze, un esempio su tutte è il superamento della prova di caduta (26 volte) su compensato da un’altezza di 1,2 metri. Per certe applicazioni del campo oil&gas in aree controllate occorre che questi siano anche antideflagranti e quindi aderenti alle più ristrette normative Atex.

Francesco Tieghi: Se in alcune applicazioni caratterizzate da condizioni ambientali ‘normali’ i device in commercio possono essere utilizzati già così come sono, in ambienti regolamentati e con condizioni particolari bisogna ricorrere a dispositivi rispondenti a determinate caratteristiche. Per l’uso in aree Atex, ad esempio, esistono delle precise richieste a cui rispondono prodotti speciali. Tuttavia, l’adozione sempre più diffusa nel mondo consumer di alcune soluzioni (su tutte Gorilla glass, ricarica senza fili ecc.) contribuisce a rendere i dispositivi ‘normali’ quasi pronti all’uso nella maggior parte dei casi anche in ambito industriale, magari con l’ausilio di accessori ad hoc. In termini di ergonomia è necessario valutare l’ergonomia fisica, cioè come è fatto l’oggetto e come può essere impugnato e utilizzato dall’operatore, e l’ergonomia logica. Per la prima è naturale che il device debba tener conto delle condizioni di utilizzo, con mani sporche e/o con guanti in zone dell’impianto ‘difficili’. Non minore importanza ha però il secondo aspetto. Più che ragionare in termini di interfaccia grafica oggi si deve mettere al centro l’esperienza d’uso (User Experience – UX) e all’utilizzatore va dato qualcosa che non sia una pura estensione/duplicazione dell’applicazione che già gira su Scada/HMI, ma un vero tool evoluto di lavoro per capire meglio l’impianto, e quindi ottenere il massimo in termini di prodotto, efficienza e qualità. Per quello che riguarda la nostra esperienza, la potenza di elaborazione non è direttamente legata al dispositivo utilizzato, ma all’infrastruttura che c’è dietro. Quello dell’autonomia è certamente il primo grande limite di questi dispositivi: i sistemi di ricarica rapida e senza fili stanno cominciando ad ovviare a queste problematiche, ma rimane comunque grande il gap da colmare per dispositivi la cui autonomia fatica ad arrivare alle 4/5 ore e che potrebbero essere utilizzati su sistemi che devono restare disponibili 24/7. Certamente bisogna essere in grado di garantire la connettività più estesa e disponibile se si deve supervisionare un processo in realtime; diverso invece è il discorso per piattaforme di manutenzione.

A.O.: Quali sono le caratteristiche essenziali del software di interfaccia operatore per questi dispositivi?

Randieri: Il software di interfaccia per questi dispositivi prevede l’utilizzo di codice nativo scritto specificatamente per il sistema operativo installato nel dispositivo, tipicamente Android e Windows nella versione mobile. Di conseguenza l’interfaccia utente è consistente con il dispositivo mobile e il relativo sistema operativo. In termini di sicurezza occorre implementare all’interno delle varie app tutte le possibili regole tipicamente adottate in ambito industriale. Un altro aspetto da non trascurare è quello riferito alle licenze d’utilizzo del software che, al fine di garantire la massima continuità di servizio dei dispositivi e quindi una facile sostituzione dell’hardware, è opportuno siano slegate dallo stesso.

Tieghi: Un’interfaccia, e questa è una regola universale, deve essere semplice, chiara e facilmente comprensibile. Bisogna commisurare la quantità di informazioni fornite alle dimensioni del display, scegliere accuratamente layout, colori e contenuto; far sì che le informazioni importanti siano leggibili con immediatezza. L’interfaccia software è il vero e proprio cuore del sistema e richiede la massima attenzione possibile.

A.O.: I software di produzione (MES, ERP ecc.) più diffusi sono utilizzabili senza limitazioni?

Randieri: Di recente differenti software house e costruttori di sistemi per l’automazione hanno messo a punto nuove app che s’interfacciano con software tipici della produzione, quali MES ed ERP, al fine di favorire sempre più la mobilità dei vari operatori anche al difuori del loro posto di lavoro, permettendo loro di accedere a informazioni di tipo realtime sulla produzione al fine di poter prendere delle decisioni ‘al volo’ e ottenere riscontri con risultati immediati. In generale possiamo affermare che i moderni software di produzione sono facilmente interfacciabili con i dispositivi mobile senza particolari limitazioni poiché in questo caso tali dispositivi sono considerati come dei veri e propri terminali non vincolati ad operazioni realtime che ancora oggi non sono compatibili con la struttura software dei sistemi operativi mobile più diffusi.

Tieghi: Sì, le limitazioni sono legate solo all’accesso e alla profilazione per via della sensibilità dei dati.

A.O.: Qual è lo stato dell’arte delle app per il mondo industriale?

Randieri: In generale le app dedicate al mondo industriale e di produzione devono essere in grado di offrire le seguenti custom experience: favorire il ‘Fast Decision Making’. Da remoto deve essere possibile gestire un processo o un ramo di produzione come se si fosse in azienda; aumentare l’efficienza operativa in termini di manutenzione. Con l’utilizzo di dispositivi portatili e compatti quali i dispositivi mobile industriali è possibile diagnosticare in modo semplice e sicuro eventuali anomalie su macchine e sistemi di produzione; migliorare la comunicazione e collaborazione all’interno dei team di lavoro. Essendo ogni dispositivo dotato di più sistemi di comunicazione tra cui il wi-fi, i sistemi di messaggistica SMS e MMS, il Bluetooth ecc. lo scambio di dati e informazioni avviene in modo quasi naturale; garantire l’accesso remoto ai dati di produzione, business e manufacturing intelligence e garantire l’accesso istantaneo ai centri di lavoro produttivi includendo la possibilità di monitorare l’efficienza di produzione, il downtime e altro ancora.

Tieghi: Quasi tutte le soluzioni software di nuova generazione sono pensate per essere consultate via tablet o smartphone e dunque hanno una propria app nativa. In qualche caso le app permettono al cliente di farsi un’idea di come funzionerà l’applicazione ancor prima di acquistarla: scaricando la app, infatti, spesso viene messo a disposizione un sistema demo che può dare facilmente un’idea di quello che potrebbe essere il valore aggiunto, come se fosse una preview.

 

A.O.: Esiste un sistema operativo (Android, …) preferenziale?

Randieri: Un recente sondaggio sull’utilizzo di Android in ambito industriale, condotto a livello globale da VIA Embedded su un campione di 250 realtà aziendali che operano nel mondo embedded, ha evidenziato che il 93% degli intervistati utilizza (o ha intenzione di utilizzare) Android per progetti in ambito industriale. Il sistema operativo Android ha guadagnato molti fan nell’ambito industriale grazie all’immissione nel mercato di nuovi modelli di dispositivi mobile rugged da parte di importanti produttori tra cui Panasonic, Honeywell e Motorola. Di recente, Google ha rilasciato Android for Work, una piattaforma enterprise contenente un’applicazione autonoma (simile alla tecnologia Samsung Knox) che consente agli amministratori IT di creare aree di lavoro aziendali e personali separate su smartphone e tablet. Ci sono una serie di vantaggi che il sistema operativo Android fornisce per la distribuzione aziendale su dispositivi di tipo industriale. In primo luogo, Android è diventato onnipresente nel mercato degli smartphone e tablet consumer, il che significa che la maggior parte dei dipendenti di qualsiasi azienda hanno già familiarità con l’interfaccia utente. Questo implica che una loro eventuale adozione renderà la formazione in merito al loro utilizzo nel contesto industriale più facile e meno costosa. Android rispetto agli altri sistemi operativi mobile è anche visto come una piattaforma più ‘aperta’ che possiede già un gruppo solido di applicazioni disponibili in vari settori industriali quali: la logistica, la manutenzione e altri segmenti di business. Tutto ciò rappresenta un vantaggio rispetto al sistema operativo iOS di Apple nello spazio enterprise, perché Apple presenta più ostacoli e vincoli sia per lo sviluppo di applicazioni e la distribuzione tramite i restrittivi processi di approvazione della società. Android ha acquisito un certo vantaggio nel mercato industriale anche rispetto a Microsoft poiché mentre quest’ultima tentava di imitare le peculiarità di Android attuando il revamping alla sua strategia embedded perdeva importanti quote di mercato a vantaggio del primo. Considerando che le versioni precedenti di Android non sono state valutate come abbastanza sicure per le implementazioni enterprise, gli ultimi aggiornamenti del sistema operativo (che includono la possibilità di modificare da remoto le funzionalità del dispositivo, di applicare la crittografia e la definizione di white e black list per le applicazioni) offrono di sicuro maggiori margini in termini di sicurezza. Di contro, il tasso di adozione di Android per certe applicazioni industriali rimane basso, in parte a causa della sua frammentazione e instabilità percepita. Altra limitazione sta nel fatto che malgrado il sistema operativo Android sia aggiornato di frequente, per ogni applicazione sviluppata con una vecchia release non è garantita la piena compatibilità con la nuova. Tutto ciò si traduce in un continuo aggiornamento delle app da parte delle software house che hanno prodotto il software. In conclusione, posso affermare che Android allo stato attuale ha fatto notevoli passi in avanti in termini di sicurezza e gestibilità della piattaforma. A seconda delle esigenze applicative e del livello di comfort richiesto il sistema operativo presenta alcuni riconovantaggi interessanti in termini di costo e di formazione rispetto alle piattaforme concorrenti.

Tieghi: Non abbiamo riscontrato grosse differenze riguardo all’utilizzo di un sistema operativo o dell’altro: l’unico dettaglio è che in alcuni casi viene rilasciata prima la versione per IOS e successivamente quella per Android, o viceversa.

A.O.: Quali sono i vantaggi offerti dall’utilizzo di questi dispositivi?

Randieri: I dispositivi mobile industrial grade sono progettati per offrire alle aziende maggiori funzionalità al fine di soddisfare tutte le esigenze IT e risolvere un singolo problema di business. Si pensi ad esempio ad uno smartphone con integrato un lettore di codice a barre tipicamente adoperato nell’ambito della logistica e manutenzione. Smartphone e tablet industriali, a differenza degli altri hardware dedicati, offrono una maggiore funzionalità poiché permettono ai loro utenti di rendere mobile la propria postazione di lavoro unitamente a particolari software applicativi aziendali, estendono tutte le funzionalità dei loro fratelli consumer a favore di una riduzione dei costi. Un altro vantaggio nell’utilizzazione di questi dispositivi all’interno delle industrie è rappresentato dalla riduzione del TCO (Total Cost of Ownership) definito come ‘il costo totale di possesso’, indice utilizzato per calcolare tutti i costi del ciclo di vita di un’apparecchiatura informatica IT in termini di acquisto, installazione, gestione e manutenzione della stessa. Diverse ricerche di mercato hanno confermato che un dispositivo mobile industriale presenta un TCO drasticamente basso se comparato ad altre soluzioni più verticali. Di fatto uno smartphone o tablet industriale è molto meno costoso di un computer portatile industriale, oltre ad essere meno ingombrante e più ergonomico. Grazie alla facilità d’utilizzo tipica dei dispositivi consumer a cui si inspirano, forniscono un’esperienza utente più agevole che non richiede una formazione particolare, poiché la maggior parte dei dipendenti ha già dimestichezza e sa utilizzare il proprio dispositivo mobile personale. Di conseguenza è molto più facile per l’utente lavorare con un dispositivo mobile industriale che abbia installato un sistema operativo diffuso tipo Android, IoS o Microsoft.

Tieghi: Certamente dati e allarmi possono essere distribuiti e gestiti in maniera più rapida ed efficiente: non è più necessario che l’operatore sia davanti allo schermo perché gli vengano proposte le informazioni necessarie. Ancor più evidenti sono i vantaggi per coordinare il lavoro di chi deve muoversi su impianti anche geograficamente distribuiti (penso ai manutentori degli acquedotti), che grazie alla geolocalizzazione di operatore e impianti e alle priorità di allarmi e attività varie possono valutare quali azioni e quando eseguirle. Inoltre, le interfacce studiate per i dispositivi mobili risultano essere molto più intuitive e indicative di quelli che sono i reali problemi in essere sull’impianto: visualizzare i KPI tramite queste interfacce è certamente più intuitivo di una schermata Scada che è strettamente legata all’operatore che si occupa di quella parte del processo.

A.O.: E in particolare quali sono le applicazioni ideali?

Randieri: Le applicazioni sono innumerevoli e continuano a crescere di giorno in giorno. Le funzionalità mobile sono già disponibili per diversi settori industriali. Attualmente quelle più diffuse sono quelle che forniscono un’interfaccia HMI per i sistemi di automazione di processo. Ma anche quelle riferite alla logistica e manutenzione.

Tieghi: L’analisi dei KPI o le procedure di manutenzione e ripristino sono oggi le applicazioni ideali per i dispositivi mobili: domani saranno invece applicazioni di realtà aumentata a fissare nuovi capisaldi. Mostrare l’esploso di un motore e la procedura per ripararlo su tablet inquadrandolo, cambiare la visualizzazione di un cruscotto con un clic sui miei occhiali… i più virtuosi si stanno già muovendo in questa direzione: sono già in vendita le prime applicazioni per gli utenti consumer, basta far riferimento alla marca di telefonini che regala il visore per la realtà aumentata con l’acquisto del nuovo dispositivo. Sappiamo che il mondo industriale tende a utilizzare tecnologie testate e consolidate, ma considerando la velocità con cui si stanno sviluppando e diffondendo queste soluzioni, è plausibile pensare che in pochi anni saranno parte del modus operandi anche nel mondo del processo industriale.

A.O.: Esempi di casi di successo

Randieri: Nel corso del 2015 il reparto Ricerca & Sviluppo di Intellisystem Technologies ha messo a punto il primo sistema elettronico automatico per la verifica delle Dotazioni di Protezione Individuale (DPI) che utilizza e integra la tecnologia RFID nei cantieri industriali. La soluzione proposta consiste in un varco elettronico tecnologicamente avanzato da installare in prossimità dei punti di accesso alle zone di lavoro (ad esempio ponteggi e costruzioni comunemente presenti nei cantieri industriali). Il sistema è corredato da una piattaforma software personalizzabile che permette al responsabile del cantiere o del reparto di produzione di applicare tutte le policy di sicurezza nel rispetto delle vigenti normative. In particolare è possibile specificare e identificare le seguenti variabili: riconoscimento visuale del lavoratore, DPI richieste, verifica scadenza DPI ed eventuali sensori per gas nocivi. Una volta impostato il sistema, è sufficiente che l’operaio di turno, dotato di tutto l’equipaggiamento e in regola con il permesso di lavoro, attraversi un varco, in cui è installato il DPI Visual Analyzer, per far sì che questo verifichi in automatico e in pochi istanti la congruenza tra quanto rilevato e quanto specificato dalle policy dettate dal responsabile per la sicurezza. Per far ciò è necessario integrare dei tag RFID in ogni DPI o dispositivo che dovrà essere controllato. Il sistema è basato in parte sulla tecnologia Rfid, attraverso la quale è possibile identificare il personale in ingresso negli impianti, stabilimenti e cantieri grazie a un badge personale in cui è installato un tag Rfid. Una mancanza nei DPI indossati produce un allarme che può essere segnalato in diverse modalità, come sms, email, semafori, buzzer e messaggi su appositi monitor installati nel varco. Di recente abbiamo messo a punto un sistema che si basa su una piattaforma mobile di tipo industriale che permette di racchiudere in un unico smartphone industriale rugged basato sul sistema operativo Android tutte le funzionalità identificative tipiche del varco elettronico con la proprietà di renderlo compatto e portatile. In aggiunta abbiamo realizzato un’apposita app capace d’interfacciarsi con il sistema di rilevamento Rfid del dispositivo mobile unitamente alla sua telecamera per acquisire tutte le informazioni in termini di TAG e immagini da inviare al server di gestione della piattaforma software atto a verificare la congruità dei dati ricevuti con quelli prescritti all’interno del permesso di lavoro. Tale soluzione è nata dalla specifica richiesta di un nostro cliente che aveva la necessità di fare dei controlli a campione all’interno di particolari aree del proprio sito produttivo in cui si sospettava che una volta superato il varco elettronico d’accesso per comodità alcuni operai smettessero di indossare parte dei DPI prescritti nel permesso di lavoro esponendosi a tutti i rischi del caso.

A.O.: Quali sono le misure di sicurezza adottate per impedire accessi indesiderati o attacchi informatici?

Randieri: Sempre più utenti e aziende utilizzano gli smartphone come strumenti di comunicazione, ma anche come strumento di pianificazione e per organizzare la loro vita professionale e privata. All’interno delle aziende queste tecnologie stanno causando profondi cambiamenti nell’organizzazione dei sistemi informativi e di conseguenza sono diventate la fonte di nuovi rischi. In effetti, i dispositivi mobile raccolgono sempre una quantità crescente di informazioni sensibili il cui accesso deve essere controllato per proteggere la privacy degli utenti e la proprietà intellettuale della società. La sicurezza dei dispositivi mobile assume sempre un’importanza crescente quando si parla di mobile computing riferendosi alla sicurezza delle informazioni personali e aziendali memorizzate sui tablet e smartphone. Tutti i dispostivi mobile, come i computer, sono bersagli di possibili attacchi informatici. Tipicamente questi attacchi sfruttano i punti di vulnerabilità legata ai mezzi di comunicazione come ad esempio gli SMS e MMS, le reti wi-fi, Bluetooth e GSM, che rappresentano lo standard globale de facto per le comunicazioni mobili. Ci sono anche attacchi che sfruttano le vulnerabilità delle app, del sistema operativo e del web browser. Infine, ci sono forme di software dannoso che fanno leva sulla non perfetta conoscenza del sistema operativo da parte degli utenti medi. In generale esistono diverse contromisure applicabili che spaziano dalla sicurezza dei diversi layer software alla diffusione delle informazioni dell’utente finale. Ma tutto ciò non è sufficiente se non si osservano dei pratici accorgimenti applicabili a tutti i livelli che spaziano dalla progettazione del software al suo utilizzo. I meccanismi di sicurezza in atto per contrastare le minacce sono suddivisi in diverse categorie, non agiscono tutti allo stesso livello e vanno dalla gestione della sicurezza del sistema operativo al comportamento dell’utente finale. Le contromisure adottabili non sono uguali tra loro, ma si differenziano a seconda dei casi e modalità di utilizzo dei dispositivi.

Tieghi: Oggi la sicurezza nelle applicazioni industriali non è più un ‘optional’, esattamente come non lo sono più le cinture di sicurezza, l’airbag e l’ABS nelle auto. Soprattutto considerando che il numero degli attori che comunicano lungo le autostrade dell’Internet of Things cresce a dismisura. Per creare credenziali di accesso, profilazioni avanzate degli utenti e quant’altro sia necessario a garantire la cyber security delle infrastrutture è necessario adottare firewall specificamente pensati per l’industria che garantiscano l’inattaccabilità del ‘campo’, la sicurezza della comunicazione e la restituzione profilata dei dati. Le soluzioni Endian che ServiTecno supporta per il mondo industriale possono essere sia firewall di tipo software (con tanto di infrastruttura dedicata) che hardware (con apparati specifici per tutte le esigenze e dimensioni).

A.O.: Quali sono i limiti di questa tecnologia?

Randieri: Il limite più evidente per l’impiego di questa tecnologia è fortemente legato ai limiti dei sistemi operativi che sono installati nei vari dispositivi mobile ed è principalmente dovuto all’impossibilità di eseguire dei processi in modo realtime. Se per certi aspetti uno smartphone o tablet industriale è un’ottima interfaccia HMI, per altri non è sicuramente stato progettato per eseguire un insieme di operazioni in modo perfettamente rapido e affidabile, poiché è nato in ambito consumer ed è stato progettato per eseguire molteplici processi (tipicamente le app) che non richiedono particolari garanzie d’esecuzione con vincoli temporali ben definiti. In realtà, l’hardware sarebbe in grado di avere tutte le funzionalità di un PC embedded industriale a patto che venga installato su di esso un sistema operativo realtime che sicuramente non è né Android né Windows. Tra tutti i sistemi operativi mobile solo Android attualmente è l’unico che in teoria potrebbe essere riscritto per applicazioni verticali di tipo realtime semplicemente per il fatto che il suo kernel è Linux e di conseguenza open source. In generale, l’utilizzo degli attuali sistemi operativi mobile per applicazioni di automazione industriale da intendersi con esclusione delle interfacce HMI non è fattibile per diverse problematiche legate all’affidabilità (di per sé non sono molto stabili), la scalabilità (non sono in grado di gestire sistemi complessi di considerevoli dimensioni), la sicurezza (non è possibile garantire la sicurezza del processo se non è possibile in primo luogo garantire la sicurezza del sistema di controllo) e la modularità (tali sistemi operativi non sono modulari e quindi facilmente espandibili). Più in generale la sicurezza in termini di connettività ad oggi non è ancora in grado di rispecchiare gli standard industriali. Bisogna però osservare che Android è una piattaforma polifunzionale che potrebbe essere utilizzata per la prototipazione. Una volta che il prodotto base è pronto, è possibile creare l’hardware specializzato per esso.

Tieghi: Supponendo di rispettare le regole base in ambito sicurezza e sviluppo delle applicazioni, l’adozione di soluzioni mobile offre, dal nostro punto di vista, solo opportunità. Spesso le obiezioni in questo ambito sono rivolte al lato cyber security, ma con la connessione in rete degli interi sistemi e il trasferimento dei dati in cloud si devono affrontare le stesse sfide: queste devono però essere affrontate con fiducia e competenza, perché rinunciare ai principi dell’IIoT sarebbe una pura regressione verso i sistemi stand alone, sistemi che non sono sostenibili per le nuove modalità di produzione, manutenzione e business in generale.

A.O.: Quale diffusione si prevede per questi dispositivi?

Randieri: La diffusione di questi dispositivi a livello industriale è ormai un dato di fatto: basti vedere la miriade di prodotti mobile classificati come industrial che offre il mercato. Sicuramente nel tempo i sistemi operativi nati come consumer avranno al loro interno la capacità di poter gestire alcune applicazioni anche in realtime facendo superare a questi dispositivi la limitazione di doverli adoperare come dispostivi d’interfaccia HMI o più in generale di terminale mobile. Microsoft Windows Mobile o Windows Embedded è stato per lungo tempo il sistema operativo di scelta per i dispositivi mobili industriali e rugged. A partire dal 2015 abbiamo assistito a un’inversione di tendenza in cui l’industria ha iniziato ad adottare in maniera intensa Android. La rapida crescita dei telefoni Android di consumo ha standardizzato il comportamento degli utenti Android generando di fatto un effetto di ricaduta sul settore industriale. In futuro sempre più software house svilupperanno app per il comparto industriale basandosi sul sistema operativo Android. In conclusione sono convinto che i dispostivi tablet, PDA e smartphone industriali saranno il segmento di mercato di mobile computer in più rapida crescita del prossimo futuro.

Tieghi: I 10 miliardi di dispositivi che saranno connessi in Internet entro il 2020 sono una stima al ribasso: la nuova frontiera dei device mobili sono sicuramente i così detti wearable, ovvero gli oggetti indossabili in grado di rendere le nostre esperienze di vita e lavoro più complete. Secondo i dati resi noti da strategy analytics, nel quarto trimestre del 2015 sono stati venduti per la prima volta più smartwatch che orologi tradizionali. Considerando anche lo scetticismo con cui i consumatori hanno accolto la loro introduzione sul mercato, questo è un chiaro segno di come il processo di digitalizzazione sia di fatto inarrestabile. Anche se ancora con evidenti limiti, soprattutto legati all’autonomia, gli occhiali ‘smart’ attendono solo di essere ulteriormente implementati e ‘digeriti’ dagli utilizzatori, ma i tempi sono ormai maturi anche per questo. In un domani sempre più vicino i tablet saranno i nuovi PC, e gli orologi i nuovi telefonini.

A.O.: Quali problemi inerenti alla sicurezza e alla privacy possono sorgere dall’introduzione della tecnologia consumer tablet/ smartphone nel mondo industriale?

Cominotto e Francesco Curtarelli: Sicuramente l’introduzione di device quali tablet, smartphone e simili se da un lato ha il vantaggio di semplificare e velocizzare numerosi processi industriali, dall’altro porta con sé diversi ordini di problemi. Due in particolare necessitano di essere evidenziati più degli altri: il problema della sicurezza e quello della privacy. Nonostante le numerose certificazioni (ISO/IEC 27001 e seguenti) che possono rassicurare le industrie circa i livelli di sicurezza dei propri strumenti, non esiste sistema informatico che possa vantare di essere inattaccabile e impenetrabile. Le vulnerabilità di tali sistemi aumentano inevitabilmente con l’introduzione di device, soprattutto se i vari tablet/ smartphone sono personali e, dunque, il loro utilizzo non è limitato né circoscritto all’ambito lavorativo. A ciò vanno sommati tutti i rischi propri dei sistemi on-line e cloud ormai sempre più diffusi e utilizzati soprattutto abbinati a queste nuove tecnologie e a questi nuovi strumenti. Tali soluzioni portano con sé ulteriori problematiche inerenti al trattamento dei dati stessi e alla loro conservazione (Direttiva 95/46/ CE, Direttiva 2002/58/CE e Direttiva 2013/40/UE nonché d.lgs. 196/2003). Altro aspetto di primaria importanza è quello riguardante la privacy: sebbene tutti i dati raccolti dall’utilizzo dei device in questione possano essere legittimamente utilizzati solo per le finalità espressamente indicate e accettate dai lavoratori, il semplice fatto che tali dati vengano spesso conservati in archivi digitali sparsi per il mondo crea un problema di sicurezza, di controllo e di certezza sul diritto applicabile. In più, all’insaputa degli utenti, tali dati potrebbero subire attacchi a seguito dei quali i medesimi potrebbero essere utilizzati per fini e scopi differenti rispetto a quelli per cui sono stati raccolti (in merito si richiama il Codice della Privacy che a breve verrà sostituito dal nuovo regolamento europeo concernente la tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e la libera circolazione di tali dati). Un utilizzo di tecnologie proporzionato all’effettivo bisogno aziendale, un risk assessment aggiornato, l’identificazione precisa delle figure di responsabile del trattamento dei dati e di incaricato del trattamento dati e una formazione puntuale di personale specializzato all’utilizzo di device e nuovi strumenti devono essere le linee guida da seguire per un utilizzo consapevole delle nuove tecnologie in ambito aziendale e industriale.

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Tavola Rotonda pubblicata su Automazione Oggi N. 389 – Aprile 2016 – Anno 32

AutomazioneOggiÈ il mensile dedicato al mondo dell’automazione industriale e delle relative tecnologie. Oltre a fornire rigorose e dettagliate informazioni su prodotti hardware e software, componenti, applicazioni, Automazione Oggi segue da vicino il mercato con inchieste, analisi e tavole rotonde. Propone a scadenze regolari l’appuntamento con le “Guide”, i supplementi monotematici di approfondimento settoriale dell’offerta disponibile sul mercato industriale italiano. L’inserto “e-@utomation”, dedicato all’integrazione tra impresa e produzione, completa la copertura del target di riferimento offrendo una panoramica sulle più innovative tecnologie e metodologie di gestione integrata dei processi aziendali. Automazione Oggi si rivolge soprattutto alla direzione tecnica aziendale, ai progettisti, ai system integrator, ai costruttori e agli utilizzatori di macchine e impianti automatici, ai direttori e ai tecnici di produzione, I.T. manager e responsabili controllo qualità operanti nei vari settori manifatturieri. Distribuita in abbonamento e mailing list.

 

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